I FUNGHI DI GENNAIO 2013
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Ecco un altro simpatico ascomicete, il Geoglossum glutinosum:
Distinguerlo da specie simili quali il G. umbratile è infatti impossibile sul campo, la principale differenza risiede infatti nella morfologia delle parafisi.
Come si vede si tratta di una specie completamente nera e ad assai difficile da scorgere, si mimetizza assai bene ed inoltre è davvero piccolina. Si presenta come una sorta di bastoncino piuttosto viscido, col gambetto sottile che si allarga in una sorta di “testolina” a forma più o meno di spatola.
Assai simile è il Trichoglossum irsutum: Come si vede, la morfologia del funghetto è assai simile. Ciò che aiuta a distinguerlo sul campo è la fitta peluria che osservato in modo particolare con la lente gli dona un effetto feltrato che è comunque piuttosto ben visibile anche in questo scatto.
Si tratta di specie non commestibili ed in ogni caso talmente infrequenti e piccine che il consumo è praticamente impossibile.
La determinazione di questo ritrovamento e stata possibile solo con la microscopia e dopo una accesa discussione avvenuta su questo forum….Distinguerlo da specie simili quali il G. umbratile è infatti impossibile sul campo, la principale differenza risiede infatti nella morfologia delle parafisi.
Come si vede si tratta di una specie completamente nera e ad assai difficile da scorgere, si mimetizza assai bene ed inoltre è davvero piccolina. Si presenta come una sorta di bastoncino piuttosto viscido, col gambetto sottile che si allarga in una sorta di “testolina” a forma più o meno di spatola.
Assai simile è il Trichoglossum irsutum: Come si vede, la morfologia del funghetto è assai simile. Ciò che aiuta a distinguerlo sul campo è la fitta peluria che osservato in modo particolare con la lente gli dona un effetto feltrato che è comunque piuttosto ben visibile anche in questo scatto.
Si tratta di specie non commestibili ed in ogni caso talmente infrequenti e piccine che il consumo è praticamente impossibile.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Un altro fungo piuttosto poco comune è l’Helvella juniperi:
Come tutte le Helvella, anche le specie citate sono sospettate di tossicità per il loro contenuto di giromitrina, sostanza di cui ho accennato in precedenza, pertanto anche chi possiede dei testi di micologia datati nella quale tali specie sono poste come commestibili, è invitato ad astenersi prudenzialmente dal loro consumo….
Si tratta di un taxa di recente costituzione (1999) e come il nome stesso suggerisce di tratta di una specie simbionte specifica del ginepro, su terreno sabbioso ai margini delle pinete del litorale marino. E una specie difficilmente distinguibile dalla più comune H. lacunosa, con la quale viene sicuramente scambiata. La differenza risiede altre che nell’habitat specifico della prima, nella morfologia sporale. La spore di H. juniperi sono infatti più grandi ed allungate rispetto a quelle della già citata H. lacunosa che vediamo nello scatto che segue: Segnalo per dovere di cronaca che quest’ultima specie,è stata posta in sinonimia con H. sulcata.Come tutte le Helvella, anche le specie citate sono sospettate di tossicità per il loro contenuto di giromitrina, sostanza di cui ho accennato in precedenza, pertanto anche chi possiede dei testi di micologia datati nella quale tali specie sono poste come commestibili, è invitato ad astenersi prudenzialmente dal loro consumo….
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Ecco ancora una Helvella, l’ Helvella leucomaleana, data per primaverile io la ritrovo spesso anche in questo periodo lungo le pinete sabbiose al margine dei litorali costieri:
Eccola ancora: Spesso quando le si incontra si ha la sensazione di aver incontrato delle Peziza, il gambo cortissimo ed infisso nel terreno sembra infatti non esserci…. Basta però scalzarle ed allora viene svelato l’arcano.
Si tratta di una specie difficilmente confondibile, solo H. acetabulum possiede una conformazione simile ma è di dimensioni maggiori ed anche il gambo è decisamente più lungo.
Di dimensioni piuttosto minute, si presenta con un apotecio a forma di cupola che sormonta un corto stipite costolato. Le superfici interne oltre alla parte alta dell’apotecio esterno sono nerastre mentre la parte bassa dell’apotecio esterno e lo stipite sono piuttosto chiari, a questa caratteristica deve infatti il suo nome.Eccola ancora: Spesso quando le si incontra si ha la sensazione di aver incontrato delle Peziza, il gambo cortissimo ed infisso nel terreno sembra infatti non esserci…. Basta però scalzarle ed allora viene svelato l’arcano.
Si tratta di una specie difficilmente confondibile, solo H. acetabulum possiede una conformazione simile ma è di dimensioni maggiori ed anche il gambo è decisamente più lungo.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Chiudiamo questa carrellata con l’immancabile Helvella crispa:
La specie più simile, è Helvella pithyophila che qui vediamo in foto: Da molti autori considerata semplice varietà della precedente se ne differenzia soprattutto per le colorazioni del gambo che sono tipicamente di tonalità ocraceo-violetto e non bianche come in H. crispa.
Per tutte queste specie, considerate commestibili sino a pochi anni fa, valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza, relative cioè al contenuto di giromitrina presente nei loro ascomi.
È assolutamente sconsigliabile il loro consumo!!!!!
Detto questo vi abbraccio tutti di cuore.
Ringrazio i miei “pard” per il meraviglioso lavoro che svolgono per questa rubrica e tutti voi per la pazienza e la partecipazione. Vi auguro un 2013 pieno di gioie e di soddisfazioni.
Ancora un grazie a tutti quelli che mi sono stati accanto in questa terribile fine anno.

Si tratta probabilmente della Helvella che raggiunge le dimensioni maggiori, mi è capitato di trovarne alte più di 15 centimetri. Sono caratterizzate da un apotecio formato di lobi irregolari, di colori dal bianco al nocciola, con le superfici esterne solitamente più chiare. Il gambo è bianco, tipicamente solcato-costolato, di forma solitamente clavata. In questo periodo dell’anno può capitare di trovarla quasi infestante, fedele nelle sue stazioni di crescita, specie al margine dei sentieri boschivi.La specie più simile, è Helvella pithyophila che qui vediamo in foto: Da molti autori considerata semplice varietà della precedente se ne differenzia soprattutto per le colorazioni del gambo che sono tipicamente di tonalità ocraceo-violetto e non bianche come in H. crispa.
Per tutte queste specie, considerate commestibili sino a pochi anni fa, valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza, relative cioè al contenuto di giromitrina presente nei loro ascomi.
È assolutamente sconsigliabile il loro consumo!!!!!
Detto questo vi abbraccio tutti di cuore.
Ringrazio i miei “pard” per il meraviglioso lavoro che svolgono per questa rubrica e tutti voi per la pazienza e la partecipazione. Vi auguro un 2013 pieno di gioie e di soddisfazioni.
Ancora un grazie a tutti quelli che mi sono stati accanto in questa terribile fine anno.






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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Mi sembra che sia proprio la varietà aurantiovelatus che, come mi diceva proprio l'Autore , è ben più diffuso di quanto si creda.Ktenea ha scritto:Questa è la foto scattata due giorni dopo:Questa invece è di ieri: Come si vede il gambo appare soffuso di pruina arancione, il che mi fa pensare che si tratti della varietà aurantiovelatus, recentemente descritta da Alfredo Vizzini. Tra qualche giorno raccoglierò l’esemplare più grande e lo metterò sotto il microscopio per avere la certezza che si tratti di residui di velo.
Complimenti per le spettacolari immagini.

Enzo.


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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013

Prima di tutto ringrazio Mauro (Ktenea) per le belle specie che ha postato e che ci hanno tirato su un po’ su di morale! Dico questo perché qui da me ormai i funghi ”classici” sono spariti a parte qualche ritardataria Flammulina velutipes che, sfidando il gelo, riesce ancora a fruttificare e a rallegrarci con i suoi colori.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Anche se i soliti funghi sono spariti, non dobbiamo attaccare al chiodo il nostro cesto, ma armandoci di un seghetto possiamo portare a casa molti funghi lignicoli, alcuni tipici del periodo, altri che crescono in autunno, ma a cui normalmente non prestiamo attenzione (perché dobbiamo
lavorare!) o a cui rivolgiamo una veloce occhiata.
Naturalmente il nostro interesse potrà essere rivolto a loro solo per motivi di studio.
Una specie comune e di facile determinazione è Bjerkandera adusta, con il suo bell’imenio poroide di color grigio topo.
Interessante è il tipo di crescita di numerose Polyporaceae: quando i carpofori si sviluppano sotto il tronco assumono una forma interamente resupinata lasciando esposto la sola superficie imeniale. Appena escono da sotto, ecco che si formano le tipiche mensole e questo per avere sempre l’imenio rivolto verso il basso per favorire l’uscita delle spore dai pori.

Naturalmente il nostro interesse potrà essere rivolto a loro solo per motivi di studio.
Una specie comune e di facile determinazione è Bjerkandera adusta, con il suo bell’imenio poroide di color grigio topo.
Interessante è il tipo di crescita di numerose Polyporaceae: quando i carpofori si sviluppano sotto il tronco assumono una forma interamente resupinata lasciando esposto la sola superficie imeniale. Appena escono da sotto, ecco che si formano le tipiche mensole e questo per avere sempre l’imenio rivolto verso il basso per favorire l’uscita delle spore dai pori.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Altra bella polyporacea è Postia, ora Oligoporus, dalla superficie sterile vellutata con riflessi azzurrognoli.
Questa è una specie che ha il più basso peso specifico: esemplari anche di qualche centimetro quasi non raggiungono il peso di una foglia secca.
Vi sono due specie molto vicine e macroscopicamente simili: O. caesius e O. subcaesius. Sono distinte microscopicamente soprattutto per la diversa forma delle spore:
O. caesius: spore più arcuate
O. subcaesius: spore più diritte
Una volta le due specie erano distinte dal diverso habitat di crescita:
O. caesius su legno di aghifoglia,
O. subcaesius su legno di latifoglia.
Ma quel "cresce raramente anche su..." che si trova ora in letteratura non rende decisivo l'habitat di crescita e ci obbliga all’indagine micro.
Questa è una specie che ha il più basso peso specifico: esemplari anche di qualche centimetro quasi non raggiungono il peso di una foglia secca.
Vi sono due specie molto vicine e macroscopicamente simili: O. caesius e O. subcaesius. Sono distinte microscopicamente soprattutto per la diversa forma delle spore:
O. caesius: spore più arcuate
O. subcaesius: spore più diritte
Una volta le due specie erano distinte dal diverso habitat di crescita:
O. caesius su legno di aghifoglia,
O. subcaesius su legno di latifoglia.
Ma quel "cresce raramente anche su..." che si trova ora in letteratura non rende decisivo l'habitat di crescita e ci obbliga all’indagine micro.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Alla base degli arbusti di Evonymus europeus possiamo trovare Phellinus (Phylloporia) ribis var. evonimus, fungo parassita agente di carie bianca molto lenta.
Nella carie bianca il fungo degrada sia la cellulosa che la lignina rendendo il legno soffice e spugnoso.
Una caratteristica del genere Phellinus è quella di avere dei pori piccolissimi.
Nella carie bianca il fungo degrada sia la cellulosa che la lignina rendendo il legno soffice e spugnoso.
Una caratteristica del genere Phellinus è quella di avere dei pori piccolissimi.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Phlebia radiata è un fungo di consistenza membranosa-gelatinosa, interamente resupinato che cresce normalmente su latifoglia.
Inizialmente si sviluppa sotto forma di piccole placche rotondeggianti che poi si fondono con quelle vicine rivestendo per svariati decimetri la superficie del substrato.
Inizialmente si sviluppa sotto forma di piccole placche rotondeggianti che poi si fondono con quelle vicine rivestendo per svariati decimetri la superficie del substrato.
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