Alberobello
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Alberobello
Siamo in primavera e si comincia a pensare a viaggiare.
Un itinerario da non mancare per chi si reca nella splendida Puglia.
Alberobello è un pittoresco centro agricolo e turistico formato in gran parte da trulli che gli conferiscono, oltre ad una vaga aria fiabesca, notevole interesse architettonico riconosciuto nel 1996 Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
Un itinerario da non mancare per chi si reca nella splendida Puglia.
Alberobello è un pittoresco centro agricolo e turistico formato in gran parte da trulli che gli conferiscono, oltre ad una vaga aria fiabesca, notevole interesse architettonico riconosciuto nel 1996 Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
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Alberobello
La città dei trulli, occupa un terreno ricco di rocce calcaree stratificate, che offrono il materiale di costruzione che rende unica non solo l'immagine della stessa Alberobello ma tutto il territorio prettamente limitrofo ad Alberobello.
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L'immagine del trullo, costruzione rurale senza tempo, è da sempre associata alla Puglia come una delle espressioni più tipiche della sua anima contadina.
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Presentandosi nelle province di Bari, Brindisi e Taranto, i trulli trovano la consacrazione assoluta e monumentale nella città di Alberobello.
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Nella sola Alberobello ci sono circa 1.500 trulli di vario tipo.
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Dal greco "tholos", il trullo è una costruzione a pianta centrale circolare o quadrata realizzato a secco. Alla sua sommità c'è una cupola a forma di cono realizzata in "chiancarelle", pietre calcaree posate anch'esse a secco in cerchi concentrici e bloccate all'apice da una pietra (serraglia) e da un pinnacolo.
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Spesso sui coni si ritrovano, tracciati con latte di calce, disegni sacri e profani, stelle, croci, mezzelune, simboli astrali.
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La diffusione del trullo nel territorio di Alberobello risale al XVII secolo, durante il dominio del conte di Conversano Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, detto il "Guercio di Puglia", il quale mirava a sviluppare un feudo indipendente dalla Corte di Napoli senza chiedere l'autorizzazione al Re.
A questo scopo, oltre ad erigere nel 1635 una dimora per sé tutt'ora esistente ad Alberobello, fece trasferire un gruppo di coloni cui era concesso coltivare la terra e costruirsi un'abitazione, purché questa fosse realizzata a secco e non con calce.
A questo scopo, oltre ad erigere nel 1635 una dimora per sé tutt'ora esistente ad Alberobello, fece trasferire un gruppo di coloni cui era concesso coltivare la terra e costruirsi un'abitazione, purché questa fosse realizzata a secco e non con calce.
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Alberobello
La tradizione vuole che, in occasione delle visite regie di verifica, il conte facesse abbattere nottetempo le casedde costruite a secco e sgomberare gli abitanti per ricostruirle con altrettanta velocità non appena il pericolo fosse cessato.
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Alberobello
Le stradine dei rioni Monti e Aia Piccola si diramano tra una moltitudine di trulli che esaltano lo splendore della semplicità.
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