Nel Regno dei Funghi - Attraverso il Cerchio Magico, di S. Graham (2019)

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11.

“Dopodiché dovrai passare il Varco Hericium. È un luogo bello ma mortifero, che protegge la foresta dall’altra parte dalle mani troppo voraci. I candidi stalagmiceti ti tentano a staccarli… ma non li toccare, non parlare forte, meglio che trattieni anche il respiro, o rischi di mandarne giù una cascata che segnerebbe il tuo destino.”

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12.

"Ricordati di tenere sempre d'occhio il cielo, perché il Regno dei Funghi è frequentato anche da draghibellule. Queste silenti assassine di solito si pappano zanzare e moscerini... ma alcune hanno acquisito un gusto per il sangue dei nati umani come te... Non bramano altro che farsi uno spuntino di te…"

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13/14.

"Attraversa la foresta cinerea che porta frutti da nocciolo, fino a raggiungere il cuore del bosco.

Qui troverai un grande boschetto di pini che ospita molte cose strane... ma soprattutto ciò che ti servirà per trovare la strada di casa. È cresciuto in tempi antichi sul sito di cimitero costruito da quelle che forse chiameresti 'fate'.

Attenta, quando ci passi, e segui con cura le prossime, ultime istruzioni.”

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15.

"La leggenda narra di un fungo che cresce in un’antica radura, e che dà a chi ne consuma la facoltà di passare tra i regni. È un’agarico bluastro e verrucoso, diverso da qualsiasi altro. Trova questo fungo e mangiane tre manciatine del suo cappello ceruleo alla luce della luna. Una volta ingoiato, gira tre volte su te stessa (in senso antiorario) mentre fischietti una canzone del mondo tuo, e pensa alla tua destinazione scelta. Se non segui questi passi alla lettera, non si sa dove potresti andare a finire...”

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16.

Mentre camminavo, riflettevo su questo agarico blu. A metà ero ancora convinta che tutto questo fosse in realtà un sogno. "Forse sono caduta, ho battuto la testa e son stesa da qualche parte in coma... Forse ho inalato delle spore di fungo, e tutto questa stramberia è solo un’allucinazione.”

Persa nei miei pensieri, e ancora un po' disorientata… devo aver sbagliato strada, nella fitta selva di funghi ed erbe. Mi guardai intorno per individuare qualunque cosa di familiare. "Oioi… oioi!” esclamai, sentendo il panico salirmi in petto.

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17.

Ho proseguito nella speranza di trovare traccia di qualcosa che mi fosse familiare, e ad un tratto sono ruzzolata fuori dall'erba alta in mezzo a una radura di alberi. C'erano funghi sparsi in giro, incastrati tra i rami e ammucchiati nei buchi dei tronchi. Erano anche appesi come fossero ornamenti natalizi! Ne ho raccolto uno da terra e l'ho rigirato tra le mani, chiedendomi chi o cosa l'avesse messo lì... quando ho sentito una voce stridula da in alto. "Ehi, via le mani quel fungo. Quelli sono MIEI!" disse.

Mi sono girata e c'era uno scoiattolo che avanzava verso di me - mani sui fianchi... e parlava! (Chissà perché ne fossi sorpresa, a questo punto.)

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18.

“Ma… io pensavo che gli scoiattoli mangiassero le noci,” dissi con cautela al questo personaggio peloso. “Vero, per la maggior parte... da quando sono stato esiliato in questa foresta di emarginati, questo è quanto son riuscito accaparrarmi… me ne vuoi far una colpa?” ribatté, mentre si scagliava contro di me "Ora dammi quel funghetto perfetto, ladruncola..!”

Allora ho nascosto il fungo dietro la schiena, ho incanalato tutta la paura e confusione provata quel giorno, e gli ho urlato più forte che potevo "Stai indietro TU! O schiaccerò questo fungo sbricioloso e puzzolente... e te con lui! Te lo restituirò… ma SOLO se mi dici come arrivare alla Radura dei Pini. Nonna Funghi mi ha detto che devo arrivarci prima che faccia buio!!"

Mi veniva da piangere dalla frustrazione (e forse anche un po' dalla fame). Lo scoiattolo si soffermò e si mise a ridere: "Bene bene... bella audace che sei. Mi piace, sì, davvero... Anche la Nonna era una emarginata una volta, e se tu sei un’amica sua... beh, allora sei a posto anche per me.” Squittì in un tono molto più amichevole “La Radura dei Pini dici? POSSO aiutarti... ma probabilmente non ti piacerà il mio modo per fartici arrivare..."

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19.

Lo scoiattolo mi condusse lungo un sentiero fino ad una fionda gigante impiantata nel mezzo del bosco. "Salta su,” disse “la Nonna in realtà me l’ha dato per proteggere il mio campo di funghi da alcune delle altre creature di questi boschi. Ho una mira abbastanza buona, e riesco sicuramente ad avvicinarti alla Radura di Pini più di quanto tu riesca a piedi".

Sono salita a bordo, ho chiuso gli occhi, e ho incrociato le dita.

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20.

Atterrai con un tonfo in un mucchio di aghi e ramoscelli, grata per un atterraggio un po' ammorbidito. "PINI!” ho esclamato, alla vista della cattedrale di tronchi che mi si pareva davanti. “È SICURAMENTE il posto giusto." (Aveva ragione, quello scoiattolo, sulla sua buona mira.)

Mi sono tirata su, strofinandomi il didietro, e ho cercato dove fosse il fungo blu. Non ce n'era traccia, ma alla mia destra c'era un sentiero ben battuto, che decisi di seguire.

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21.

Mi sono addentrata nella pineta. Il suolo era ricoperto di funghi di vari colori a perdita d'occhio. C'erano pilei rossi, verdi, marroni, arancioni e viola tutto intorno. Nella penombra del sottobosco, alcuni sembravano persino emettere una leggera luminescenza. Sembravano gemme incastonate nella lettiera del bosco. Tra tutti i colori intorno a me, però, neanche un accenno di blu. Mentre scrutavo lontano per una qualche traccia di quel fungo che avrebbe dovuto aiutarmi a tornare a casa, vidi di striscio un fremito di movimento.