Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini (2014)
Nel 1796 Christian Hendrik Persoon descrisse il Boletus erythropus, derivando il suo nome specifico dal greco ερυθρος ("rosso") e πους ("piede"), riferendosi al suo gambo di colore rosso. Durante i successivi 200 anni circa, questo nome è stato ampiamente utilizzato per la specie di cui ci stiamo occupando, che, oltre al gambo, ha anche pori rossi.
Recentemente è stato scoperto tuttavia che il fungo di Persoon aveva i pori arancioni ed era una specie diversa (in realtà si pensa che fosse Suillellus queletii). Quindi l'uso di questo nome per il fungo dai pori rossi non è valido.
Nel 1844 Friedrich Wilhelm Gottlieb Rostkovius descrisse indipendentemente la specie dai pori rossi sotto il nome di Boletus luridiformis. Questa sarebbe ora la prima descrizione valida del taxon e la base del nome attuale (il basionimo). Il significato dell'epiteto "luridiformis" è che è simile al fungo precedentemente noto come Boletus luridus (ora Suillellus luridus).
Tavola originale di Boletus luridiformis (Rostkovius, 1844)
Neoboletus luridiformis
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Neoboletus luridiformis
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Re: Neoboletus luridiformis
Un’analisi genetica pubblicata nel 2013 ha mostrato che Boletus luridiformis e molti, ma non tutti, boleti a pori rossi fanno parte del clade dupainii (intorno a Boletus dupainii), ben lontano dal gruppo principale di Boletus edulis e specie correlate all'interno delle Boletineae. Ciò indicó che Boletus luridiformis doveva essere inserito in un nuovo genere. È diventato così la specie tipo del nuovo genere Neoboletus nel 2014.
Per evitare confusione, il nome Boletus erythropus dovrebbe essere evitato, sebbene in teoria abbia ancora un significato legittimo per qualunque specie Persoon originariamente intendesse. Non è un sinonimo valido di Neoboletus luridiformis, e ciò può essere indicato utilizzando il termine sensu auct. al posto del nome dell'autore (quindi Boletus erythropus sensu auct. = Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini).
Su base molecolare Neoboletus luridiformis sarebbe peró da considerarsi specie collettiva e andrebbe suddivisa in:
- Neoboletus praestigiator, crescente sotto conifere in ambiente montano
- Neoboletus luridiformis, crescente sotto latifoglie, come castagno, faggio e quercia, in ambiente collinare
- Neoboletus xanthopus, crescente sotto quercia in ambiente mediterraneo e con colorazioni generali più pallide
Specie e sinonimi citati:
Boletus erythropus sensu auct. mult.
Boletus luridiformis Rostk. (1844)
Neoboletus praestigiator (R. Schulz) Svetash., Gelardi, Simonini & Vizzini (2016)
Neoboletus xanthopus (Klofac & A. Urb.) Klofac & A. Urb. (2014)
Per evitare confusione, il nome Boletus erythropus dovrebbe essere evitato, sebbene in teoria abbia ancora un significato legittimo per qualunque specie Persoon originariamente intendesse. Non è un sinonimo valido di Neoboletus luridiformis, e ciò può essere indicato utilizzando il termine sensu auct. al posto del nome dell'autore (quindi Boletus erythropus sensu auct. = Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini).
Su base molecolare Neoboletus luridiformis sarebbe peró da considerarsi specie collettiva e andrebbe suddivisa in:
- Neoboletus praestigiator, crescente sotto conifere in ambiente montano
- Neoboletus luridiformis, crescente sotto latifoglie, come castagno, faggio e quercia, in ambiente collinare
- Neoboletus xanthopus, crescente sotto quercia in ambiente mediterraneo e con colorazioni generali più pallide
Specie e sinonimi citati:
Boletus erythropus sensu auct. mult.
Boletus luridiformis Rostk. (1844)
Neoboletus praestigiator (R. Schulz) Svetash., Gelardi, Simonini & Vizzini (2016)
Neoboletus xanthopus (Klofac & A. Urb.) Klofac & A. Urb. (2014)
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Re: Neoboletus luridiformis
La storia sul B. erythropus è una di quelle dove il rimedio sembra essere peggiore del male.
Non ditemi che la tavola del Rostkovius rappresenta quello che oggi intendiamo per Boletus erythropus.
Sarebbe stato meglio iconotipicizzare la specie con la bella tavola XII del Fries in Sveriges ätliga, 1861 (Boletus luridus var. erythropus).
Ma sarebbe un discorso troppo lungo da affrontare qui.
Gli interessati possono leggere l'articolo di Valerio Bertolini, di cui ho assistito al travagliato parto, edito su Rivista di Micologia 1-2019.
Il pdf è disponibile qui: https://toscanaculturanatura.altervista ... micologia/
Io mi allineo a coloro che vorrebbero un nomen conservandum per questa specie.
Grazie a Mefi per la bella scheda.

Non ditemi che la tavola del Rostkovius rappresenta quello che oggi intendiamo per Boletus erythropus.
Sarebbe stato meglio iconotipicizzare la specie con la bella tavola XII del Fries in Sveriges ätliga, 1861 (Boletus luridus var. erythropus).
Ma sarebbe un discorso troppo lungo da affrontare qui.
Gli interessati possono leggere l'articolo di Valerio Bertolini, di cui ho assistito al travagliato parto, edito su Rivista di Micologia 1-2019.
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Io mi allineo a coloro che vorrebbero un nomen conservandum per questa specie.
Grazie a Mefi per la bella scheda.

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Re: Neoboletus luridiformis
Queletia mirabilis ha scritto: ↑04 nov 2020, 08:53La storia sul B. erythropus è una di quelle dove il rimedio sembra essere peggiore del male.
Non ditemi che la tavola del Rostkovius rappresenta quello che oggi intendiamo per Boletus erythropus.
Sarebbe stato meglio iconotipicizzare la specie con la bella tavola XII del Fries in Sveriges ätliga, 1861 (Boletus luridus var. erythropus).
Ma sarebbe un discorso troppo lungo da affrontare qui.
Gli interessati possono leggere l'articolo di Valerio Bertolini, di cui ho assistito al travagliato parto, edito su Rivista di Micologia 1-2019.
Il pdf è disponibile qui: https://toscanaculturanatura.altervista ... micologia/
Io mi allineo a coloro che vorrebbero un nomen conservandum per questa specie.
Grazie a Mefi per la bella scheda.
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andró a leggermi il pdf

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Re: Neoboletus luridiformis
Molto, molto interessante. Ma dovrò rileggerlo bene per digerirlo a fondo 
