Cortinarius caperatus
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Cortinarius caperatus
Cortinarius caperatus (Pers.) Fr. (1838)
La specie fu descritta come Agaricus caperatus nel 1796 dal micologo sudafricano Christiaan Hendrik Persoon, che la notò crescere in boschi di faggio.
L'epiteto specifico “caperatus” è latino e significa "rugoso".
Il naturalista boemo Julius Vincenz von Krombholz illustrò la specie nel suo “Naturgetreue Abbildungen und Beschreibungen der essbaren, schädlichen und verdächtigen Schwämme”, pubblicato tra il 1831 e il 1846.
Fu trasferita nel genere Cortinarius dal micologo svedese Elias Magnus Fries nel 1838.
Successivamente fu trasferita in Pholiota nel 1874 dal micologo francese Claude Casimir Gillet, una collocazione seguita anche dal naturalista italiano Pier Andrea Saccardo.
Il micologo finlandese Petter Adolf Karsten istituì il genere Rozites nel 1879 per accogliere questa specie sulla base della presenza di un doppio velo, cioè un velo parziale, i cui resti diventano l’anello sul gambo, e un velo universale.
Per molti anni la specie è stata conosciuta come Rozites.
Nel frattempo, il micologo francese Lucien Quélet la classificò come Dryophila nel 1886.
Worthington George Smith la inserì invece nel suo nuovo genere Togaria.
Krombholz, 1831 (fig. 10-12, Agaricus caperatus)
La specie fu descritta come Agaricus caperatus nel 1796 dal micologo sudafricano Christiaan Hendrik Persoon, che la notò crescere in boschi di faggio.
L'epiteto specifico “caperatus” è latino e significa "rugoso".
Il naturalista boemo Julius Vincenz von Krombholz illustrò la specie nel suo “Naturgetreue Abbildungen und Beschreibungen der essbaren, schädlichen und verdächtigen Schwämme”, pubblicato tra il 1831 e il 1846.
Fu trasferita nel genere Cortinarius dal micologo svedese Elias Magnus Fries nel 1838.
Successivamente fu trasferita in Pholiota nel 1874 dal micologo francese Claude Casimir Gillet, una collocazione seguita anche dal naturalista italiano Pier Andrea Saccardo.
Il micologo finlandese Petter Adolf Karsten istituì il genere Rozites nel 1879 per accogliere questa specie sulla base della presenza di un doppio velo, cioè un velo parziale, i cui resti diventano l’anello sul gambo, e un velo universale.
Per molti anni la specie è stata conosciuta come Rozites.
Nel frattempo, il micologo francese Lucien Quélet la classificò come Dryophila nel 1886.
Worthington George Smith la inserì invece nel suo nuovo genere Togaria.
Krombholz, 1831 (fig. 10-12, Agaricus caperatus)
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Re: Cortinarius caperatus
Analisi genetiche svolte nel 2000 e nel 2002 hanno mostrato che il genere Rozites non è un gruppo distinto e che le specie del genere sono annidate all'interno del genere Cortinarius.
Quindi la specie è stata nuovamente collocato all'interno di Cortinarius.
All'interno del genere è classificata nel sottogenere Cortinarius.
Si è scoperto che Cortinarius caperatus è strettamente correlato alle specie neozelandesi C. meleagris e C. subcastanellus, anch'esse precedentemente collocate entrambi in Rozites.
Hornemann, 1819 (Agaricus caperatus)
Quindi la specie è stata nuovamente collocato all'interno di Cortinarius.
All'interno del genere è classificata nel sottogenere Cortinarius.
Si è scoperto che Cortinarius caperatus è strettamente correlato alle specie neozelandesi C. meleagris e C. subcastanellus, anch'esse precedentemente collocate entrambi in Rozites.
Hornemann, 1819 (Agaricus caperatus)
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Re: Cortinarius caperatus
Sinonimi
Agaricus caperatus Pers. (1796)
Dryophila caperata (Pers.) Quél. (1886)
Pholiota caperata (Pers.) Gillet (1874)
Rozites caperatus (Pers.) P. Karst. (1879)
Togaria caperata (Pers.) W.G. Sm. (1908)
Gillet, 1874 (Pholiota caperata)
Agaricus caperatus Pers. (1796)
Dryophila caperata (Pers.) Quél. (1886)
Pholiota caperata (Pers.) Gillet (1874)
Rozites caperatus (Pers.) P. Karst. (1879)
Togaria caperata (Pers.) W.G. Sm. (1908)
Gillet, 1874 (Pholiota caperata)
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Re: Cortinarius caperatus
Belle tavole!
Mai trovato nei miei boschi
Mai trovato nei miei boschi

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Re: Cortinarius caperatus
Ma guarda che fungo ben rappresentato in queste tavole!
Bello e gustoso, in area Dolomitica, abbondante tanto da essere utilizzato per il sott’olio.

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Re: Cortinarius caperatus
Ottimo lavoro!
Non so se in Sicilia sia mai stato trovato, non ne ho sentito mai parlare....
Non so se in Sicilia sia mai stato trovato, non ne ho sentito mai parlare....
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Re: Cortinarius caperatus
Grazie Andrea, mi sono posto la domanda avendo letto che era stato inizialmente trovato sotto faggio, ambiente che io frequento spesso. Ma, come mi hai scritto, predilige gli abeti, che qui non abbiamo.
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Re: Cortinarius caperatus
la descrizione originale parla di faggio ma in Svezia se non erro, comunque dovrei controllare