Alla scomparsa del padre nel 1839, grazie ad una discreta eredità, il fratello abbandona l’imposta carriera notarile per dedicarsi alla sua vocazione, la botanica, iscrivendosi alla facoltà di Parigi, e facendo poi rapidissima carriera da un praticantato al Muséum d’Histoire Naturelle, a flore d’Algeria e viaggi in Sudamerica con l’esploratore e botanico Augustin de Saint-Hilaire, fino alla nomina nel 1842 a naturalista presso lo stesso museo, e infine l’invito, nel 1845, a prendere il posto lasciato vacante da de Jussieu, a diventare membro dell’Académie des Sciences.
La conversione del fratello alle scienze naturali, e nello specifico, la sua dedizione al mondo dei funghi, presenta a Charles l’opportunità di cimentarsi come artista scientifico, collaboratore prezioso per le ricerche di Louis-René. Le illustrazioni agli articolo del fratello dapprima portano la firma di entrambi, ma ben presto il rapporto di collaborazione matura, diventando più paritetica: dopo qualche anno, a firmare gli articoli sono entrambi, e scrivono spesso in prima persona plurale, mentre le illustrazioni porteranno sempre più la firma singola di Charles.
Tulasne e il fratello mostrarono alla comunità scientifica del tempo l’importanza dello studio basato sulla microscopia, dando una notevole spinta alla scienza dell’epoca, rivelando l’importanza di uno studio basato o quantomeno accompagnato dalla microscopia.
Selecta Fungorum Carpologia tom. 3, “TABULÆ”
Furono tra i primi a pensare al pleomorfismo come caratteristica dei microrganismi in risposta all’ambiente circostante, determinazione impossibile senza un’accorta esplorazione microscopica degli organismi.
Ma l’opera scientifica di Charles Tulasne si è meritato un’attenzione che travalica lo stretto settore dell’illustrazione scientifica - nel quale è considerato già dai contemporanei “impareggiato in termini artistici” (W.G. Farlow) è dai moderni “l’Audubon of fungi” (N. Money), a rivaleggiare forse solo “il Redouté dei funghi”, il connazionale Node-Véran - come esprimeva E. Bornet, un collega di Tulasne alla sua scomparsa “i suoi disegni hanno un effetto alquanti pittorico; alcuni di essi rappresentano veri e propri paesaggi crittogamici dall'aspetto bizzarro e visionario”, e in maniera ulteriormente ispirata David Rose, archivista, micologo e storico statunitense, nel suo articolo del 2009 ‘The Mycologically Strange: Fungi and Myxomycetes in Surrealism, Fantasy, and Science Fiction’ (traduzione mia del passaggio relativo):
“Un avanzamento scientifico da cui le visioni del surreale poterono trarre fondamento arrivò a metà dell’800 per mezzo delle esplorazioni della fisiologia dei funghi documentate dai micologi pratici dell’impiego del microscopio. Di spicco tra questi furono i fratelli francesi Louis-René e Charles Tulasne, noti per aver postulato per primi la natura pleomorfa dei funghi nel loro ‘Selecta Fungorum Carpologia’ (1861-1865).
Le illustrazioni di Charles Tulasne in questa loro opera chiave, un totale di 61 tavole acrome, ci offrono un magnifico esempio di surrealismo pittorico, indipendentemente dal fatto che il loro contenuto manifesto è la rappresentazione minuta delle erisifale (oidio) e pirenomiceti, vist al microscopio. Cosa rende surreali le illustrazioni di Tulasne? Ha senso applicare questo termine all'illustrazione scientifica? Ce ne basti un esempio: la tavola che rappresenta Erysiphe [Phyllactinia] guttata, il cui cleistotecio (corpo fruttifero) porta una serie di appendici a raggiera e una corona che secerne mucillagine. Il fungo è un'oidio che parassita gli alberi comuni. L'illustrazione di Charles Tulasne mostra un campo di cleistoteci eccitati, fibrillanti di vita, che si moltiplicano, sporulano, si sollevano come vessilli alieni, brandendo punte spinose in grande agitazione. Un’altro cleistotecio, a maggiore ingrandimento ancora, esplode con aschi falloidi da sotto un boschetto schiumoso di mucillagine che spruzza letteralmente appendici multiple.
Ecco la bellezza convulsa che Andre Breton aveva rivendicato come paradigma estetico: il lirismo del subvisibile reso visibile, ultraterreno ma della terra, e mentre non è esattamente un modello interno esternalizzato, resta un modello esterno (il fungo stesso) assolutamente anticonvenzionale, pericoloso come un potente vettore di malattie delle piante eppure fuori dalla normale consapevolezza e percezione. Roba da micologi soltanto? Il dubbio s’insinua.
Quello che a Tulasne è riuscito è stato ritrarre l'ignoto, un’immaginazione della natura da un piano della realtà grondante del decoro allucinatorio di filamenti miceliali che avanzano e si propagano, invadono e controllano. Poco contano le esortazioni all’Onnipotente in cui questi stessi micologi, i pii fratelli Tulasne, si cimentano nella prefazione del volume, perché tramite queste illustrazioni minano la stessa concatenazione massima della vita e tutto ciò che essa simboleggia nella gerarchia cristiana, affermando invece l'onnipotenza del fungo. Come soggetto surrealista, la Phyllactinia guttata di Tulasne supera di gran lunga la banale iconografia di Salvador Dalí di oggetti comuni che si liquefanno e si sciolgono, ed esplora un terreno molto più selvaggio di Grandville e persino di Odilon Redon.
Un degno successore di Charles Tulasne è il surrealista Yves Tanguy, i cui paesaggi lattiginosi eruttano progressivamente noduli fungini indistinti che culminano nella suo ultimo grande tela ‘Multiplication of the Arcs’ (1954), un tripudio di micoformazioni pietrificate. È piuttosto sorprendente che Breton & Co. non abbiano mai rivendicato Charles Tulasne come uno di loro. Così come non occorre grande sforzo di immaginazione per trovare un'arcyria o un cordyceps in agguato nelle opere di Joan Miró (per esempio ‘Le Jardin de Mousse’ (1968), così ha senso, per analogia, convalidare il potenziale surreale nelle illustrazioni micologiche di Charles Tulasne.”
Selecta Fungorum Carpologia, tom. 1, tav. 1 Erysiphe guttata (1861)
Il loro ‘Selecta Fungorum Carpologia’ divenne già all’epoca un volume leggendario: pubblicato tra il 1861 e 1865 in soli 100 esemplari, venne conteso dai ricercatori loro contemporanei, al punto che l’agiato Farlow ammise di aver speso una cifra spropositata per portarsene una copia in America. (Oggi ci si può accaparrarne la copia personale di Fries, investendo un piccolo patrimonio…)
Fino al 1865 l’attività di indagine ed esposizione scientifica delle invisibilia fungine dei fratelli Tulasne è rimasta intensiva, subendo poi una diminuzione quando i due si ritirarono in Costa Azzurra. Conclusero i loro giorni a Hyères, pubblicando ancora qualche contributo, ma pochi corredati di illustrazione - quasi come se lo sforzo compositivo del loro volume triplo avesse rappresentato l’apice della loro congiunta vocazione micologica. Si spensero nel 1884 e 1885, dopo una vita dedicata alla scienza e lasciando opere di grande importanza, impressionanti per ispirazione, cura e precisione. Ritroviamo il loro nome nel genere Tulasnella (mentre Tulasneinia è ora Terfezia).
Per contestualizzare meglio l’arte di Charles Tulasne, oltre alla tavola sopra descritta, vi riporto qui di seguito una selezione, in ordine cronologico, da alcune loro pubblicazioni micologiche (più qualche eccezione), oltre un’elenco di queste (che includono tavole di Charles), e una bibliografia essenziale a riguardo.
Buona visione!