I FUNGHI DI MAGGIO
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Panaeolus retirugus -> con colorazioni rossastre, cappello corrugato soprattutto al centro, terreni concimati
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Panaeolus campanulatus -> senza colorazioni grigiastre o verdi grigiastre, cappello leggermente rugoloso al centro alla lente, coprofilo
Giuseppe
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Ottimo lavoro!!!!! Bravissimi.......
Intervengo per scusarmi se non sono riuscito a postare nulla. Sono a letto con una bella influenza...... spero di riuscire a tirarmi su e a rimediare nei prossimi giorni.
Vi abbraccio.
Mauro
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Mauro
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Ciao MauroKtenea ha scritto:Ottimo lavoro!!!!! Bravissimi.......
Intervengo per scusarmi se non sono riuscito a postare nulla. Sono a letto con una bella influenza...... spero di riuscire a tirarmi su e a rimediare nei prossimi giorni.
Vi abbraccio.
Mauro
riprenditi presto ! Ti aspettiamo.
COMPLIMENTI a Gizeta per l'ottimo lavoro svolto.
Enzo.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo con cui invio il mio contributo mensile, ma purtroppo non ero in formissima a causa di una influenza, non sto ancora al 100 % ,ma sono in ripresa e quindi eccomi……
Maggio è il mese primaverile senz’altro migliore in Sardegna, le piogge sono ancora frequenti e la temperatura è ottima, ancora non è arrivato il caldo ed il bosco è ricco di specie fungine…
Una meravigliosa Amanita, non comune, ma che si sta rivelando fedele alle sue stazioni di crescita è Amanita eliae, eccola in foto: La trovo sotto leccio in questo mese, sovente anche abbastanza numerosa. Come si vede si tratta di un fungo abbastanza slanciato, con un cappello le cui tonalità variano dal crema al beige-giallo, sino all’ocra, il margine è nettamente striato. Il velo generale lascia sulla superficie delle verruche sperse, di colore crema grigiastro (decisamente più grigio brunastre nella varietà griseovelata). Il gambo è lungo e possiede alla base una volva bianca e aderente, mentre l’anello, situato abbastanza in alto è piuttosto fugace.
Ecco un altro scatto con degli esemplari dalle tinte più scure. Si tratta di specie la cui commestibilità a quanto mi consta, non è nota, anche se si suppone che possa essere, al pari di Amanita junquillea, responsabile di disturbi di varia intensità e sintomatologia.
Maggio è il mese primaverile senz’altro migliore in Sardegna, le piogge sono ancora frequenti e la temperatura è ottima, ancora non è arrivato il caldo ed il bosco è ricco di specie fungine…
Una meravigliosa Amanita, non comune, ma che si sta rivelando fedele alle sue stazioni di crescita è Amanita eliae, eccola in foto: La trovo sotto leccio in questo mese, sovente anche abbastanza numerosa. Come si vede si tratta di un fungo abbastanza slanciato, con un cappello le cui tonalità variano dal crema al beige-giallo, sino all’ocra, il margine è nettamente striato. Il velo generale lascia sulla superficie delle verruche sperse, di colore crema grigiastro (decisamente più grigio brunastre nella varietà griseovelata). Il gambo è lungo e possiede alla base una volva bianca e aderente, mentre l’anello, situato abbastanza in alto è piuttosto fugace.
Ecco un altro scatto con degli esemplari dalle tinte più scure. Si tratta di specie la cui commestibilità a quanto mi consta, non è nota, anche se si suppone che possa essere, al pari di Amanita junquillea, responsabile di disturbi di varia intensità e sintomatologia.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Un’altra Amanita che compare copiosa in questo mese, e che ci terrà compagnia per buona parte della stagione micologica è Amanita rubescens:
Si tratta di un fungo in grado di diventare veramente grande e massiccio, mi è capitato una volta di trovarne un esemplare, ancora molto giovane, che pesava ben 750 grammi!!! È in ogni caso frequente trovare esemplari che superano i 15 centimetri di diametro del cappello. Il pileo è inizialmente convesso e poi si appiana con lo sviluppo, di colore abbastanza variabile dal beige rosato al rossiccio, all’incarnato, rioperto de verruche farinose grigiastre, residuo del velo generale. Il gambo è normalmente robusto, svasato all’apice e ingrossato alla baste dove termina con un bulbo napiforme. La volva risulta praticamente indistinta in quanto molto friabile, i suoi residui rimangono sparsi irregolarmente lungo il gambo. L’anello è ampio e membranoso, persistente. La carne è bianca ma con tipiche sfumature vinose, presenti un po’ su tutto il basidioma. Non presenta odori ne sapori particolari. Tra le diverse varietà e/o forme descritte in letteratura è possibile trovare la forma alba, eccola in foto: Come si vede, la cuticola pileica è praticamente bianca, anche se le tipiche sfumature vinose sono presenti anche in questa forma. Per il resto tutti i caratteri concordano con la specie tipo. Si tratta di specie commestibili con cautela, possiedono infatti delle tossine termolabili che vengono inattivate con la normale cottura. Se è vero che le intossicazioni che può provocare a seguito di una insufficiente cottura possono essere anche abbastanza brutte, è altrettanto vero che se cucinata a dovere è decisamente una specie fantastica. Dal gusto delicato si presta ad innumerevoli preparazioni, secondo me uno dei funghi più buoni. (de gustibus…)Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Un fungo molto comune quasi tutto l’anno e che non disdegna anche questo mese di maggio è Agaricus xanthodermus
Nel caso di specie, A. xanthodermus è totalmente bianco e privo di ornamentazioni sul cappello. Si macchia immediatamente di giallo cromo non appena sfiorato. Il gambo è abbastanza slanciato e possiede un tipico bulbo basale, l’anello e ampio e persistente.
Una delle varietà di questa specie sulla cui validità i micologi non sono tutti d’accordo è la varietà lepiotoides: la caratteristica cui deve il nome (e che mi fa propendere per accettarne la validità) è visibilissima sulla foto; il pileo presenta delle squamature profonde e grossolane che ricordano moltissimo quelle di una Macrolepiota. Per il resto le caratteristiche sono sovrapponibili alla specie tipo.
Si tratta del capostipite dei prataioli della sezione Xanthodermatei, vale a dire di quei prataioli caratterizzati da un generale ingiallimento delle superfici e della carne, e dal particolare odore, sgradevole e fenico. Queste specie, tutte tossiche, seppur in modo non particolarmente intenso, tendono ad essere confuse abbastanza facilmente con altre commestibili se non si fa appunto caso all’odoraccio che sprigionano. Se capita che qualche esemplare finisca per errore nel tegame, è probabile che la vostra cucina puzzerà parecchio, il “profumo” infatti si esalta in cottura, impedendovi di consumarli, se non deliberatamente!!!Nel caso di specie, A. xanthodermus è totalmente bianco e privo di ornamentazioni sul cappello. Si macchia immediatamente di giallo cromo non appena sfiorato. Il gambo è abbastanza slanciato e possiede un tipico bulbo basale, l’anello e ampio e persistente.
Una delle varietà di questa specie sulla cui validità i micologi non sono tutti d’accordo è la varietà lepiotoides: la caratteristica cui deve il nome (e che mi fa propendere per accettarne la validità) è visibilissima sulla foto; il pileo presenta delle squamature profonde e grossolane che ricordano moltissimo quelle di una Macrolepiota. Per il resto le caratteristiche sono sovrapponibili alla specie tipo.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Altro funghetto piuttosto comune ed onnipresente nei nostri boschi sia di conifere che latifoglie è Gymnopus dryophilus
Differisce da G. aquosus perche quest’ultimo possiede cappello generalmente più chiaro, gambo leggermente claviforme alla cui base sono presenti dei rizoidi rosati. La differenza con G. ocior risiede nel colore delle lamelle, gialle anche da giovani in quest’ultima.
Si tratta di specie “teoricamente” commestibili, ma sinceramente non credo valga la pena di prenderle in considerazione dal punto di vista culinario.
Compare spesso quasi infestante, specie dopo piogge abbondanti. E’ una specie di piccola taglia e dalla carne esigua. Il cappello inizialmente convesso si spiana abbastanza presto, di colore variabile tra il crema ocraceo ed il fulvo aranciato, più chiaro a tempo secco. La carne è igrofana e possiede sapore grato ed odore gradevole, fungino. Eccolo ancora: Le lamelle sono biancastre, crema giallastro a maturazione. Il gambo è fibroso ed elastico.Differisce da G. aquosus perche quest’ultimo possiede cappello generalmente più chiaro, gambo leggermente claviforme alla cui base sono presenti dei rizoidi rosati. La differenza con G. ocior risiede nel colore delle lamelle, gialle anche da giovani in quest’ultima.
Si tratta di specie “teoricamente” commestibili, ma sinceramente non credo valga la pena di prenderle in considerazione dal punto di vista culinario.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
In questo mese di Maggio mi è capitato di trovare la Clitocybe phaeophtalma, eccola in foto:
Sinceramente non mi pare di ricordare che i pollai abbiano proprio un olezzo troppo simile, ma si tratta di un odore che una volta memorizzato aiuta moltissimo nella determinazione “sul campo” di questa specie.
Si tratta di una specie tossica che cresce sia sotto conifere che latifoglie.
Si tratta di una piccola specie, inizialmente col cappello piano depresso e poi imbutiforme, igrofano. Di colore variabile dall’ocra al grigiastro, spesso irregolarmente lobato. Possiede lamelle biancastre e decorrenti, gambo biancastro e abbastanza cilindrico. Eccola ancora:
La carne è grigiastra e possiede un odore estremamente particolare e penetrante, piuttosto sgradevole, che i testi definiscono “di pollaio”.Sinceramente non mi pare di ricordare che i pollai abbiano proprio un olezzo troppo simile, ma si tratta di un odore che una volta memorizzato aiuta moltissimo nella determinazione “sul campo” di questa specie.
Si tratta di una specie tossica che cresce sia sotto conifere che latifoglie.
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Re: I FUNGHI DI MAGGIO
Quasi onnipresente, ed anche questo mese non fa eccezione, ecco Leccinum lepidum:
Eccolo ancora: La carne è bianco giallastra e possiede odore gradevole e sapore grato, appena acidulo. Vira dopo qualche istante al rosa aranciato per poi scurire sino a diventare livida. Come detto si tratta di una ottima specie commestibile, ahimè diventata preda ambita dei fungaioli sardi……
Bel boleto del leccio, di dimensioni anche importanti, sta diventando sempre più conosciuto e ricercato per la suo buona commestibilità. Possiede il cappello piuttosto carnoso, di colore variabile dal nocciola al bruno, tipicamente ricoperto di “fossette”, viscoso a tempo umido. I pori sono piccoli e gialli da giovane e tendono ad inverdire con la crescita. Il gambo è giallastro e di forma variabile, da quasi cilindrico a claviforme, persino obeso in qualche caso. È ricoperto da una fitte asperità squamose e concolori, imbrunenti al tocco.Eccolo ancora: La carne è bianco giallastra e possiede odore gradevole e sapore grato, appena acidulo. Vira dopo qualche istante al rosa aranciato per poi scurire sino a diventare livida. Come detto si tratta di una ottima specie commestibile, ahimè diventata preda ambita dei fungaioli sardi……
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