Ciao Nicola
Domanda: La Flammulina velutipes ex Collybia velutipes, faceva parte della famiglia delle Marasmiaceae, ora che ha cambiato genere fa sempre parte della stessa famiglia??
e Gianca
Qual'è ora la famiglia della Flammulina velutipes??
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Re: Qual'è ora la famiglia della Flammulina velutipes??
Ciao Giancarlo
Famiglia : Marasmiaceae.
Ordine : Agaricales .
Classe : Hymenomycetes .
Phylum : Basidiomycota .
Enzo.
Famiglia : Marasmiaceae.
Ordine : Agaricales .
Classe : Hymenomycetes .
Phylum : Basidiomycota .
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Re: Qual'è ora la famiglia della Flammulina velutipes??
Secondo Index Fungorum :
Flammulina velutipes var. velutipes (Curtis) Singer, Lilloa 22: 307 (1951) [1949]
Position in classification:
Physalacriaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
Enzo.
Flammulina velutipes var. velutipes (Curtis) Singer, Lilloa 22: 307 (1951) [1949]
Position in classification:
Physalacriaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
Enzo.
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Re: Qual'è ora la famiglia della Flammulina velutipes??
Come sappiamo la sistematica è la scienza che si occupa di collocare le specie in un sistema naturale di categorie gerarchicamente ordinate. Mayr (Storia del pensiero biologico: 95. 2002) definisce la sistematica come macrotassonomia, distinguendola dalla microstassonomia che è invece la scienza che si occupa dei principi e dei modelli per delimitare e riconoscere i tipi (specie) degli organismi.
Fin quasi dall'inizio della storia delle moderne scienze naturali gli studiosi hanno compreso come le classificazioni rivestono due significati, uno pratico ed uno generale (o scientifico). Non è questa la sede per occuparci più nel dettaglio dell'evoluzione della sistematica, ovviamente legata agli 'strumenti' a disposizione. Ci limitiamo ad una semplice osservazione: il concetto di sistematica basata sulla similitudine morfologica, diffuso fino a pochi anni fa in micologia, è ormai superato. La costruzione di generi o taxa di rango superiore sulla base delle analogie di forma ha palesato ampi limiti e questi raggruppamenti spesso non hanno retto ad una analisi critica. Si pensi al genere Collybia, oggi frammentato in gruppi decisamente più naturali e peraltro ben identificabili su base macro- e micromorfologica. Oppure al genere Coprinus o a quel grande 'scatolone' del genere Omphalina...
Questi generi, in termini scientifici, sono risultati taxa polifiletici: ovvero le specie a loro assegnate non avevano un discendente comune. La 'naturalità' di un taxon è legata al concetto di monofilia: ovvero è naturale un raggruppamento che comprende l'insieme di tutte e sole le specie discendenti di un comune antenato. Altro caso interessante è quello che interessa i generi Clitopilus e Rhodocybe; studi recenti hanno dimostrato che il secondo è un gruppo parafiletico: ovvero è un raggruppamento sistematico che include specie derivate tutte da un progenitore comune appartenente al gruppo ma senza includere tutti i suoi discendenti. I discendenti della specie ancestrale esclusi sono le specie del genere Clitopilus. Quindi riunendo i taxa di Clitopilus e Rhodocybe otteniamo un gruppo monofiletico: da qui la scelta di 'fondere' i due generi (mantenendo il nome Clitopilus per motivi di priorità).
Una grossa mano, come si suol dire, alla risoluzione di questi problemi viene dalla biologia molecolare. Mi piace sottolineare come spesso le conclusioni delle indagini su base molecolare non siano altro che la formalizzazione di intuizioni espresse da buoni studiosi [mi viene a mente il riposizionamento di L. porninsis tra i lattari del gruppo deliciosus nonostante il lattice bianco: ricordo una discussione con Vizzini, Clericuzio e Verbeken di qualche anno fa in cui, senza il conforto dell'analisi molecolare, avevamo già ipotizzato questa nuova condizione su base morfologica, ecologica e biochimica ; oppure le conclusioni di Donk e Smith & Singer a proposito dei funghi corticioidi e gasteroidi, conclusioni datate di quarant'anni). Gli studi principali a proposito della sistematica micologica su base moelcolare sono quelli di Moncalvo et al., 2002 e Metheny et al., 2006, studi che hanno portato all'accettazione di famiglie più piccole e naturali di quelle proposte tradizionalmente (Kuhner, 1980; Singer, 1986). In particolare il ridimensionamento della vastissima ed estremamente eterogenea già su base morfologica famiglia Tricholomataceae.
Secondo i moderni indirizzi sistematici il genere Flammulina P. Karst. appartiene alla famiglia Physalacriaceae Corner, taxon comprendente entità agaricoidi o cifelloidi con imenoforo liscio o lamellato. A questa famiglia appartengono, oltre a Flammulina, anche i generi Armillaria (Fr.:Fr.)Staude, Gloiocephala Massee, Mycaureola Maire & Chemin, Mycenella (J. E. Lange)Singer, Oudemansiella Speg., Physalacria Peck, Rhizomarasmius R. H. Petersen, Rhodotus Maire, Strobilurus Singer e Xerula Singer.
L'attribuzione di questi generi alla famiglia Tricholomataceae Pouzar è semplicemente sbagliata...a meno che non si propenda per concetti più ampi di ragruppamenti sistematici a scapito della loro naturalità !
Fin quasi dall'inizio della storia delle moderne scienze naturali gli studiosi hanno compreso come le classificazioni rivestono due significati, uno pratico ed uno generale (o scientifico). Non è questa la sede per occuparci più nel dettaglio dell'evoluzione della sistematica, ovviamente legata agli 'strumenti' a disposizione. Ci limitiamo ad una semplice osservazione: il concetto di sistematica basata sulla similitudine morfologica, diffuso fino a pochi anni fa in micologia, è ormai superato. La costruzione di generi o taxa di rango superiore sulla base delle analogie di forma ha palesato ampi limiti e questi raggruppamenti spesso non hanno retto ad una analisi critica. Si pensi al genere Collybia, oggi frammentato in gruppi decisamente più naturali e peraltro ben identificabili su base macro- e micromorfologica. Oppure al genere Coprinus o a quel grande 'scatolone' del genere Omphalina...
Questi generi, in termini scientifici, sono risultati taxa polifiletici: ovvero le specie a loro assegnate non avevano un discendente comune. La 'naturalità' di un taxon è legata al concetto di monofilia: ovvero è naturale un raggruppamento che comprende l'insieme di tutte e sole le specie discendenti di un comune antenato. Altro caso interessante è quello che interessa i generi Clitopilus e Rhodocybe; studi recenti hanno dimostrato che il secondo è un gruppo parafiletico: ovvero è un raggruppamento sistematico che include specie derivate tutte da un progenitore comune appartenente al gruppo ma senza includere tutti i suoi discendenti. I discendenti della specie ancestrale esclusi sono le specie del genere Clitopilus. Quindi riunendo i taxa di Clitopilus e Rhodocybe otteniamo un gruppo monofiletico: da qui la scelta di 'fondere' i due generi (mantenendo il nome Clitopilus per motivi di priorità).
Una grossa mano, come si suol dire, alla risoluzione di questi problemi viene dalla biologia molecolare. Mi piace sottolineare come spesso le conclusioni delle indagini su base molecolare non siano altro che la formalizzazione di intuizioni espresse da buoni studiosi [mi viene a mente il riposizionamento di L. porninsis tra i lattari del gruppo deliciosus nonostante il lattice bianco: ricordo una discussione con Vizzini, Clericuzio e Verbeken di qualche anno fa in cui, senza il conforto dell'analisi molecolare, avevamo già ipotizzato questa nuova condizione su base morfologica, ecologica e biochimica ; oppure le conclusioni di Donk e Smith & Singer a proposito dei funghi corticioidi e gasteroidi, conclusioni datate di quarant'anni). Gli studi principali a proposito della sistematica micologica su base moelcolare sono quelli di Moncalvo et al., 2002 e Metheny et al., 2006, studi che hanno portato all'accettazione di famiglie più piccole e naturali di quelle proposte tradizionalmente (Kuhner, 1980; Singer, 1986). In particolare il ridimensionamento della vastissima ed estremamente eterogenea già su base morfologica famiglia Tricholomataceae.
Secondo i moderni indirizzi sistematici il genere Flammulina P. Karst. appartiene alla famiglia Physalacriaceae Corner, taxon comprendente entità agaricoidi o cifelloidi con imenoforo liscio o lamellato. A questa famiglia appartengono, oltre a Flammulina, anche i generi Armillaria (Fr.:Fr.)Staude, Gloiocephala Massee, Mycaureola Maire & Chemin, Mycenella (J. E. Lange)Singer, Oudemansiella Speg., Physalacria Peck, Rhizomarasmius R. H. Petersen, Rhodotus Maire, Strobilurus Singer e Xerula Singer.
L'attribuzione di questi generi alla famiglia Tricholomataceae Pouzar è semplicemente sbagliata...a meno che non si propenda per concetti più ampi di ragruppamenti sistematici a scapito della loro naturalità !
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Re: Qual'è ora la famiglia della Flammulina velutipes??
...alla faccia della sintesi !