Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea

[Queletia mirabilis]

Gillet aveva descritto anche una f. rubra a cappello rosso vivo ma questa forma non è mai stata ritrovata da autori più recenti e perciò è caduta nell’oblio.

[Queletia mirabilis]

Specie viciniori

Cominciamo col dire che Amanita caesarea è specie ben caratterizzata e non è mai stata frutto di grossi problemi interpretativi.

Per quanto riguarda l’Europa non sono mai state create specie che in qualche modo potessero portare a confusioni e sinonimie con Amanita caesarea.

Nel 1950 la russa Vassiljeva (Notulae Systematicae e Sectione Cryptogamica Instituti Botanici Nomeine V.L. Komarovii Academiae Scientificae USSR 6: 199. Figs 1, 2) creò, con un articolo in cirillico, la specie Amanita caesareoides con una raccolta sotto querce proveniente da Primorskaja, Kamchatka Peninsula, Estremo Sud-oriente. Questa specie differisce dalla caesarea per la volva gialla internamente e per le spore più piccole.

Nel 1992 Wasser segnalò un altro ritrovamento di questa specie con una raccolta dall’Ucraina.

Secondo Tulloss (amanitaceae.org) questa specie è comune in Giappone e Corea dove è chiamata Amanita hemibapha (Berk. & Broome) Sacc. Altri autori considerano queste due specie comunque distinte per caratteri morfologici relativi alla separabilità o meno del pileo e la presenza o meno di umbone.

Amanita caesareoides è inoltre molto simile a Amanita jacksonii Pomerl. che cresce in Eastern North America e Mexico. La differenza consiste nella forma delle spore.

Tulloss auspica comunque studi molecolari su questo gruppo di specie che, a quanto risulta, nessuno ha ancora mai eseguito.

Un dettagliato articolo su A. caesareoides è dato in R.P. Bhatt et al. [Current Research in Environmental & Applied Mycology 7(3): 161–182 (2017)], “Six new records of genus Amanita (Amanitaceae) from Uttarakhand, India”.

Da segnalare il lavoro del 2001 dei messicani Gaston Guzman e Florencia Ramirez-Guillen, The Amanita caesarea-complex, Biblioteca Mycologica Band 187, ed. J. Cramer, Berlin-Stuttgart, dove in 66 pagine gli autori descrivono tutte le specie a livello planetario che, secondo loro, gravitano intorno a A. caesarea.

Dividono il gruppo in:
a) Stirpe Caesarea;
b) Stirpe Hemibapha,

a seconda dello spessore del sub-imenio (4÷5 strati di cellule nel primo, 1÷3 strati di cellule nel secondo).

Nella stirpe Caesarea vi pongono le specie A. basii sp. nov. (che invece Neville & Poumarat 2004 mettono, giustificandone il motivo, in sinonimia), A. tecomate sp. nov., A. tullossii sp. nov., A. yema sp. nov.

Specificano che A. caesarea è data soltanto in Europa sud-occidentale e, rarissima, in Mexico.
Nella stirpe Hemibapha inseriscono le specie A. arkansana, A. cesareoides, A. hemibapha, A. jacksonii, A. laurae sp. nov., A.mafingensis, A. masasiensis, A. tanzanica.

La separazione fra le varie specie viene fatta osservando le differenze fra la forma del cappello, la striatura del pileo e il suo colore, la lunghezza e la desquamazione dello stipite, le dimesioni sporali e il loro Q. Il resto dei caratteri microscopici non influisce sulla separazione delle specie
Tutte queste specie sono extra-europee, spaziando dal Nord-America, Mexico, Estremo Oriente, fino all’Africa.

Sembra comunque che tutte queste amanite siano commestibili ed oggetto di un florido commercio.

Concludo questa parte con le chiavi di Guzman et al.

p - chiavi Guzman (1).jpg

q - chiavi Guzman (2).jpg

[Queletia mirabilis]

Siamo giunti finalmente al termine di questo post. Mi scuso per la lunghezza ma volendo fare un qualcosa di più completo possibile sull’A. caesarea, questo mi sembrava il minimo.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno e apprezzeranno questo lavoro.

Massimo Bacci

[Raffaella13]

Grandissimo Massimo! Difficile dire quale parte di questo intervento mi piaccia di più: la classificazione storica ed i vari dibattiti connessi, la scheda tassonomica e la descrizione generale del fungo, le tavole dei grandi disegnatori-Micologi, le foto della specie e delle sue inattese forme, le informazioni sulle specie prossime nel mondo ed anche la meritata dedica a Renzo, che sempre si prodiga in FeM. E’ una serie di documenti da salvare, studiare e godersi: un compendio prezioso soprattutto per me, che generalmente la v.i. e non v.v.
Quindi chapeau, chapeau, chapeau per Massimo.

( pensa: la A. cesarea l’ho vista dal vero dal fruttivendolo o solo in area Laziale, nel cestino di esperti raccoglitori. Gustata parecchie volte per fortuna, in diverse squisite pietanze ma lo spettacolo e la raccolta personale di questa specie in bosco mi manca del tutto, frequentando quasi esclusivamente i boschi dolomitici. Mi consolo con la A. crocea, molto bella ed intensamente colorata, ma con caratteri totalmente distanti dal soggetto di questa monografia: anche dal punto di vista edule, perché non si può consumare cruda, ma solo ben cotta.)

[Gualberto]

Io come è noto non mangio funghi quindi mi capita la botta di fortuna per i miei amici ai quali sistematicamente regalo il raccolto; gli scatti che sto per postare li ho realizzati in Toscana-Lazio a "Ponte San Pietro" vicino la famosa "Selva del Lamone"; abbiamo riempito i grossi cesti ma la stragrande maggior parte di quello che c'era è rimasta sul posto, in oltre sessanta anni non avevo mai visto niente di simile: vediamo qualche scatto

[Gualberto]

Soltanto "ovuli" e "Porcini"

[Gualberto]

Altra angolazione

[Gualberto]

Amanita caesarea e Boletus aereus

[Gualberto]

Questo è quanto è toccato ai miei amici al mio ritorno a casa.....

[Gualberto]

Ancora uno sguardo