Lycoperdon perlatum
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Lycoperdon perlatum
Lycoperdon perlatum Pers. (1796)
La specie è stata descritta per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1796 dal micologo Christiaan Hendrik Persoon.
I sinonimi includono Lycoperdon gemmatum, descritto da August Batsch nel 1783, Lycoperdon gemmatum var. perlatum, pubblicato da Elias Magnus Fries nel 1829, Lycoperdon bonordenii di George Edward Massee nel 1887 e Lycoperdon perlatum var. bonordenii di A.C. Perdeck nel 1950.
Bulliard, 1788 (Lycoperdon hirtum)
La specie è stata descritta per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1796 dal micologo Christiaan Hendrik Persoon.
I sinonimi includono Lycoperdon gemmatum, descritto da August Batsch nel 1783, Lycoperdon gemmatum var. perlatum, pubblicato da Elias Magnus Fries nel 1829, Lycoperdon bonordenii di George Edward Massee nel 1887 e Lycoperdon perlatum var. bonordenii di A.C. Perdeck nel 1950.
Bulliard, 1788 (Lycoperdon hirtum)
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Re: Lycoperdon perlatum
È la specie tipo del genere Lycoperdon.
Le analisi molecolari suggeriscono una stretta relazione filogenetica con Lycoperdon marginatum.
Lycoperdon marginatum Vittad. (1842)
Le analisi molecolari suggeriscono una stretta relazione filogenetica con Lycoperdon marginatum.
Lycoperdon marginatum Vittad. (1842)
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Re: Lycoperdon perlatum
Sinonimi e altre specie citate:
Lycoperdon bonordenii Massee (1887)
Lycoperdon gemmatum Batsch (1783)
Lycoperdon gemmatum var. perlatum (Pers.) Fr. (1829)
Lycoperdon hirtum Bull. (1788)
Lycoperdon marginatum Vittad. (1842)
Lycoperdon perlatum var. bonordenii (Massee) Perdeck (1950)
Vaillant, 1727 (Lycoperdon minimum, verrucosum)
Lycoperdon bonordenii Massee (1887)
Lycoperdon gemmatum Batsch (1783)
Lycoperdon gemmatum var. perlatum (Pers.) Fr. (1829)
Lycoperdon hirtum Bull. (1788)
Lycoperdon marginatum Vittad. (1842)
Lycoperdon perlatum var. bonordenii (Massee) Perdeck (1950)
Vaillant, 1727 (Lycoperdon minimum, verrucosum)
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Re: Lycoperdon perlatum
Vahl, 1794 (Lycoperdon gemmatum)
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Re: Lycoperdon perlatum
Bulliard, 1790
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Re: Lycoperdon perlatum
Mi ci è voluto un po' di riflessione etimologica per venire a capo del come fosse successo che il peto lupino venisse addirittura elevato nell'ufficialità della nomenclatura latinizzata. E se ne leggono di ipotesi fantasiose - chi parte dal senso odoroso (senza venirne però a capo), chi si ferma a una presunta onomatopoeia (ma forse "sounds" è un refuso, intendendo piuttosto "means", qui) - mentre resta solo appurato che in molte lingue/culture, il nome vernacolare con quel significato era già ben diffuso, allora.
Per cui l'ipotesi più probabile è che (come successo in altri casi, tipo A. auricula-judae), il primo utilizzo (di Micheli nel 1729, mi risulta) del latinizzato "lycoperdon" fosse una presa d'atto di un nome comune molto affermato. Riguardo al perché del nome vernacolare poi, per un po' pensavo che fosse cognato di nomi che alludono alla presunta azione generante di eiezioni di certe belve silvestri (vedi il favoleggiato Lapis lyncurius, o l'altrettanto leggendario Tuber cervinus). Ma è stato letteralmente alla vista della tavola di Buillard che mi è balenata la più semplice, più ovvia spiegazione: è proprio l'aspetto della vescia alla sua maturazione, con l'orifizio che emette la nuvoletta scura - che vien da sé paragonarla a come uno si imaginerebbe il loffiare d'un lupo - e quindi battezzarla tale. (All'occasione: anche Bovista ha identica desinenza, ma dal vernacolare tedesco arcaico "vohenfist" = peto-di-lupo.)
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Re: Lycoperdon perlatum
Un solo appunto:progosk ha scritto: ↑17 ott 2021, 10:14Mi ci è voluto un po' di riflessione etimologica per venire a capo del come fosse successo che il peto lupino venisse addirittura elevato nell'ufficialità della nomenclatura latinizzata. E se ne leggono di ipotesi fantasiose - chi parte dal senso odoroso (senza venirne però a capo), chi si ferma a una presunta onomatopoeia (ma forse "sounds" è un refuso, intendendo piuttosto "means", qui) - mentre resta solo appurato che in molte lingue/culture, il nome vernacolare con quel significato era già ben diffuso, allora.
Per cui l'ipotesi più probabile è che (come successo in altri casi, tipo A. auricula-judae), il primo utilizzo (di Micheli nel 1729, mi risulta) del latinizzato "lycoperdon" fosse una presa d'atto di un nome comune molto affermato. Riguardo al perché del nome vernacolare poi, per un po' pensavo che fosse cognato di nomi che alludono alla presunta azione generante di eiezioni di certe belve silvestri (vedi il favoleggiato Lapis lyncurius, o l'altrettanto leggendario Tuber cervinus). Ma è stato letteralmente alla vista della tavola di Buillard che mi è balenata la più semplice, più ovvia spiegazione: è proprio l'aspetto della vescia alla sua maturazione, con l'orifizio che emette la nuvoletta scura - che vien da sé paragonarla a come uno si imaginerebbe il loffiare d'un lupo - e quindi battezzarla tale. (All'occasione: anche Bovista ha identica desinenza, ma dal vernacolare tedesco arcaico "vohenfist" = peto-di-lupo.)
Tournefort utilizza “Lycoperdon” nel 1698.
