
o in questo “3° Giorno della Creazione” del 1926

Ma talvolta basta un angolo, come per esempio nel suo famosissimo “Cascata” del 1961

per notare l'occhio dell’attento naturalista, come dimostra ancora meglio questo studio preparatorio (di vent'anni prima) di varie specie di lichene per il quadro:

Rimane agli atti almeno un opera di Escher in cui il fungo si erge protagonista. Nella serie di immagini evocative concepite dal suo amico letterato G.J. Hoogewerff mentre erano entrambi residenti a Roma, le XXIV Emblemata, pubblicate nel 1932 e sopravissute in pochissimi esemplari, Escher riprende un format che ebbe fortuna e diffusione dalla metà del ‘500 (a partire dal capostipite celebre di Andrea Alciato), la collezioni di icone moraleggianti.

Questi “emblemi” sono intesi far riflettere ai signicati a cui alludono, da una parte per mezzo dell’immagine, e dall’altra per un motto o una frase accompagnatoria. Hoogewerff ed Escher optano nell’immagine 16 della serie per un soggetto denominato “Paddestoel”, cioè “Agarico”:

Il motto in latino e la breve poesia (in un fiorito, arcaiggiante olandese, di Hoogewerff, pubblicate sotto il pseudonimo A.E. Drijfhout), si traducono in:
Da umori dissolti fiorisce bellezza
Cresciuta in segreto,
riverbero notturno,
mi ergo dal marcio:
splendente abominio.
Si sa che Escher soffriva di periodi di profonda depressione durante il suo pur produttivissimo periodo di residenza in Italia (dal 1924 al 1935). Che il suo amico abbia voluto incentivare, in maniera emblematica, un suo risorgere dalla dissoluzione mentale in cui lo vedeva precipitare?
LINKS:
- E. Kersten (2017), Toadstool (Emblemata)
- D. N. Hak (2016), Story of Escher -> Emblemata
- XXIV Emblemata consultabile online
- le prove di stampa di XXIV Emblemata in vendita c/o Antiquariaat Acanthus (p.6)
- le Emblemata Nova di A. Friedrich
- De Vreeselijke Avonturen van Scholastica, all'asta c/o Venduehuis
- "Waterfall", all'asta c/o Christies