Boletus reticulatus
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Boletus reticulatus
Boletus reticulatus Schaeff. (1774)
Il naturalista tedesco Jacob Christian Schäffer descrisse questa specie come Boletus reticulatus nel 1774. Jean-Jacques Paulet la descrisse come Tubiporus aestivalis nel 1793, poi ricombinato in Boletus da Fries nel 1838. I due nomi furono usati in letteratura per molti anni, ma il primo ha la precedenza.
* tavola del 1763 di Schaeffer alla quale l'autore fa riferimento nella successiva descrizione di Boletus reticulatus del 1774 * tavola di Tubiporus aestivalis tratta da Iconographie des champignons de Paulet (opera terminata nel 1855 da Léveillé e cominciata in collaborazione con lo stesso Paulet); a questa tavola fa riferimento anche Fries nella sua opera
Sinonimi citati:
Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (1838)
Tubiporus aestivalis Paulet (1793)
Il naturalista tedesco Jacob Christian Schäffer descrisse questa specie come Boletus reticulatus nel 1774. Jean-Jacques Paulet la descrisse come Tubiporus aestivalis nel 1793, poi ricombinato in Boletus da Fries nel 1838. I due nomi furono usati in letteratura per molti anni, ma il primo ha la precedenza.
* tavola del 1763 di Schaeffer alla quale l'autore fa riferimento nella successiva descrizione di Boletus reticulatus del 1774 * tavola di Tubiporus aestivalis tratta da Iconographie des champignons de Paulet (opera terminata nel 1855 da Léveillé e cominciata in collaborazione con lo stesso Paulet); a questa tavola fa riferimento anche Fries nella sua opera
Sinonimi citati:
Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (1838)
Tubiporus aestivalis Paulet (1793)
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Re: Boletus reticulatus
Due storiche tavole a conforto di due diversi epiteti che hanno dato da scrivere a molti nomenclaturisti.
La questione non è ancora chiusa a seguito di recenti ritrovamenti di nuove copie dell'opera di Schaeffer.
Sul prossimo numero di Rivista di Micologia dovrebbe esserci un articolo chiarificatore. Attendiamo.
Vorrei pubblicare la storia di reticulatus/aestivalis qui su FeM, ma mi occorre un bel po' di tempo che adesso non ho.

La questione non è ancora chiusa a seguito di recenti ritrovamenti di nuove copie dell'opera di Schaeffer.
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Re: Boletus reticulatus
aspetteremo quando avrai tempo, queste vicissitudini sono la mia passioneQueletia mirabilis ha scritto: ↑06 ott 2020, 15:52Due storiche tavole a conforto di due diversi epiteti che hanno dato da scrivere a molti nomenclaturisti.
La questione non è ancora chiusa a seguito di recenti ritrovamenti di nuove copie dell'opera di Schaeffer.
Sul prossimo numero di Rivista di Micologia dovrebbe esserci un articolo chiarificatore. Attendiamo.
Vorrei pubblicare la storia di reticulatus/aestivalis qui su FeM, ma mi occorre un bel po' di tempo che adesso non ho.
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Re: Boletus reticulatus
Ciao Mefi,
ogni promessa è debito.
Ho sottratto un po' di tempo ad altre cose ed eccomi qua.
Tienti forte che si parte.
Il micologo tedesco Jacob Christian Schaeffer fu il primo a descrivere Boletus reticulatus nel volume II della sua celebre opera “Fungorum qui in Bavaria et Palatinatu circa Ratisbonam nascuntur icones nativis coloribus expressae”, edito nel 1763.
Di seguito la descrizione e la relativa tavola.
ogni promessa è debito.
Ho sottratto un po' di tempo ad altre cose ed eccomi qua.
Tienti forte che si parte.
Il micologo tedesco Jacob Christian Schaeffer fu il primo a descrivere Boletus reticulatus nel volume II della sua celebre opera “Fungorum qui in Bavaria et Palatinatu circa Ratisbonam nascuntur icones nativis coloribus expressae”, edito nel 1763.
Di seguito la descrizione e la relativa tavola.
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Re: Boletus reticulatus
Da qui si possono già fare diverse considerazioni:
a) l’epiteto reticulatus, nelle intenzioni di Schaeffer, indica la caratteristica del gambo “petiolo… plerumque reticulato” e non della cuticola “epidermide vel integra, vel varie rupta”, come molti asseriscono;
b) lo Schaeffer nella sua opera non usò il sistema binomiale per i nomi dei funghi, ideato da Linneo nel 1753. Infatti definisce questo fungo come Boletus Septimus, quindi semplicemente con un numero progressivo. Da notare che a quel tempo tutti i funghi a tubuli e pori venivano chiamati Boletus, anche quelli sessili appartenenti oggigiorno alle Polyporaceae s.l.;
c) la tavola 108 ben rappresenta la specie in modo piuttosto inequivocabile;
d) nella figura III della tavola che ho proposto, si nota un leggero arrossamento nella parte centrale del gambo a mo’ di viraggio, arrossamento non presente nella tavola inserita da Mefi ad inizio topic. Questo può essere spiegabile se si pensa a come è stata delineata questa opera. Infatti le tavole ivi presenti sono tutte colorate a mano, una per una per ogni stampa dell’opera. E’ ovvio quindi che possono esserci diverse sfumature di colore, vuoi perché è impossibile per il/i coloratore/i delle tavole eseguire delle pitture perfettamente identiche, vuoi perché gli stessi colori possono essere di lotti di produzione diversi e quindi con toni più o meno accesi e vuoi perché ogni copia dell’opera ha avuto una conservazione propria nel tempo, quindi una copia può avere subito maggiore umidità, maggiore esposizione alla luce ecc. rispetto ad altre con relativa alterazione dei colori originali. Il problema è però capire se tale arrossamento è casuale oppure voluto, magari inserito in copie successive a quelle non contenenti l’arrossamento stesso. Inoltre sono state rinvenute alcune copie in cui si nota pure una colorazione bluastra della carne (vedi Figura 4) e questo ha creato non poca confusione in merito, ma lo vedremo più avanti. Da rimarcare comunque che nella relativa descrizione non viene fatto accenno alcuno a questi viraggi.
a) l’epiteto reticulatus, nelle intenzioni di Schaeffer, indica la caratteristica del gambo “petiolo… plerumque reticulato” e non della cuticola “epidermide vel integra, vel varie rupta”, come molti asseriscono;
b) lo Schaeffer nella sua opera non usò il sistema binomiale per i nomi dei funghi, ideato da Linneo nel 1753. Infatti definisce questo fungo come Boletus Septimus, quindi semplicemente con un numero progressivo. Da notare che a quel tempo tutti i funghi a tubuli e pori venivano chiamati Boletus, anche quelli sessili appartenenti oggigiorno alle Polyporaceae s.l.;
c) la tavola 108 ben rappresenta la specie in modo piuttosto inequivocabile;
d) nella figura III della tavola che ho proposto, si nota un leggero arrossamento nella parte centrale del gambo a mo’ di viraggio, arrossamento non presente nella tavola inserita da Mefi ad inizio topic. Questo può essere spiegabile se si pensa a come è stata delineata questa opera. Infatti le tavole ivi presenti sono tutte colorate a mano, una per una per ogni stampa dell’opera. E’ ovvio quindi che possono esserci diverse sfumature di colore, vuoi perché è impossibile per il/i coloratore/i delle tavole eseguire delle pitture perfettamente identiche, vuoi perché gli stessi colori possono essere di lotti di produzione diversi e quindi con toni più o meno accesi e vuoi perché ogni copia dell’opera ha avuto una conservazione propria nel tempo, quindi una copia può avere subito maggiore umidità, maggiore esposizione alla luce ecc. rispetto ad altre con relativa alterazione dei colori originali. Il problema è però capire se tale arrossamento è casuale oppure voluto, magari inserito in copie successive a quelle non contenenti l’arrossamento stesso. Inoltre sono state rinvenute alcune copie in cui si nota pure una colorazione bluastra della carne (vedi Figura 4) e questo ha creato non poca confusione in merito, ma lo vedremo più avanti. Da rimarcare comunque che nella relativa descrizione non viene fatto accenno alcuno a questi viraggi.
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Re: Boletus reticulatus
Lo Schaeffer inserì pure una seconda illustrazione di questa specie, la tavola 135, indicandola come “Varietates Boleti Vicesimi Quarti”, cioè “varietà del boleto 24”. Il boleto 24 ben rappresenta l’attuale Boletus edulis.
Anche in questa tavola il Boletus reticulatus è ben rappresentato, per cui si può asserire che le tavole 108 (a meno dei viraggi) e 135 sono espressione figurativa della stessa entità fungina.
Sembrerebbe quindi che non possano esserci dubbi che il creatore del Boletus reticulatus sia proprio lo Schaeffer, che per primo e con ottime tavole inquadrò la specie.
Anche in questa tavola il Boletus reticulatus è ben rappresentato, per cui si può asserire che le tavole 108 (a meno dei viraggi) e 135 sono espressione figurativa della stessa entità fungina.
Sembrerebbe quindi che non possano esserci dubbi che il creatore del Boletus reticulatus sia proprio lo Schaeffer, che per primo e con ottime tavole inquadrò la specie.
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Re: Boletus reticulatus
Ma allora dov’è il problema? Basta porre la tavola 135 come iconotypus, fregarsene della tavola 108 e dei suoi viraggi ed il gioco è fatto: Boletus reticulatus Schaeff. 1763! Le regole del Codice di Nomenclatura sono soddisfatte e lo Schaeffer ha giustizia della sua creazione.
Ed invece è proprio lo Schaeffer stesso che crea confusione. Ricordate? Egli non ha ancora dato un termine binomiale alla sua creatura, che per le regole del suddetto codice deve essere a norma linneiana, ma lo ha indicato come semplice espressione di incremento ordinale (Boletus septimus).
Nel 1774 esce il “tomus quartus et ultimus” dell’opera ed è qui che lo Schaeffer indica per ogni specie pubblicata nei tre precedenti volumi il relativo epiteto binomiale, aggiornandosi alla modernità portata da Linneo.
Ed invece è proprio lo Schaeffer stesso che crea confusione. Ricordate? Egli non ha ancora dato un termine binomiale alla sua creatura, che per le regole del suddetto codice deve essere a norma linneiana, ma lo ha indicato come semplice espressione di incremento ordinale (Boletus septimus).
Nel 1774 esce il “tomus quartus et ultimus” dell’opera ed è qui che lo Schaeffer indica per ogni specie pubblicata nei tre precedenti volumi il relativo epiteto binomiale, aggiornandosi alla modernità portata da Linneo.
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Re: Boletus reticulatus
A pagina 78 assegna per la specie iconizzata alla tavola 108 del vol. II, il nome Boletus reticulatus, con una nuova descrizione, mentre per la tavola 135 dello stesso volume non assegna alcun nome, facendo quindi cadere nel dimenticatoio questa specie. Da notare l’errore di trascrizione: in Figura 8 è segnalata la tav. CCVIII in luogo della CVIII.
Da qui nasce il problema. Non si può tipificare la specie con una icona (iconotypus in quanto il typus non esiste) che dà adito a dubbi a causa delle colorazioni (peraltro non presenti in tutte le copie dell’opera) che possono essere interpretate come viraggi della specie, che in realtà la specie stessa non possiede.
Sarebbe bastato che lo Schaeffer avesse indicato con B. reticulatus l’icona alla tav. 135, ma evidentemente in cuor suo considerava queste due come specie diverse fra loro. Infatti non dimentichiamo che per lui era semplicemente una varietà del boleto 24, a cui assegna l’epiteto Boletus bulbosus che successivamente sarà sinonimizzato con B. edulis. Quindi al massimo la specie raffigurata alla tav. 135 si può considerare una varietà di B. bulbosus/edulis senza epiteto assegnato. Praticamente inesistente per il Codice di Nomenclatura.
Da qui nasce il problema. Non si può tipificare la specie con una icona (iconotypus in quanto il typus non esiste) che dà adito a dubbi a causa delle colorazioni (peraltro non presenti in tutte le copie dell’opera) che possono essere interpretate come viraggi della specie, che in realtà la specie stessa non possiede.
Sarebbe bastato che lo Schaeffer avesse indicato con B. reticulatus l’icona alla tav. 135, ma evidentemente in cuor suo considerava queste due come specie diverse fra loro. Infatti non dimentichiamo che per lui era semplicemente una varietà del boleto 24, a cui assegna l’epiteto Boletus bulbosus che successivamente sarà sinonimizzato con B. edulis. Quindi al massimo la specie raffigurata alla tav. 135 si può considerare una varietà di B. bulbosus/edulis senza epiteto assegnato. Praticamente inesistente per il Codice di Nomenclatura.
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Re: Boletus reticulatus
Vogliamo complicare ulteriormente le cose? Complichiamole. Nel 1800 esce, con autore C.H. Persoon (all’epoca la massima autorità micologica insieme, da lì a poco, al Fries), una riedizione critica in 5 volumi dell’opera dello Schaeffer dal titolo “Commentarius… fungorum bavariae indigenorum…”. Tenete presente che all’epoca quello che scrivevano questi due insigni micologi veniva tenuto in massima considerazione, e difficilmente confutato, dal resto dei colleghi.
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Re: Boletus reticulatus
Orbene il Persoon alla pagina 43 del vol. 5 fornisce una ulteriore nuova descrizione di B. reticulatus, indicando i pori di questa specie come “caerulescentibus”, cioè imbluenti, cerulescenti e perciò, per traslato, viranti al blu. Il perché Persoon abbia così descritto la specie fa pensare che non l’abbia mai vista dal vivo e si sia semplicemente affidato ad una icona apparsa in una copia dello Schaeffer in suo possesso. Ma il suo parere ha comunque influenzato quello dei micologi dell’epoca.
Ecco perché il taxon:
Boletus reticulatus Schaeff., Fung. bavar. palat. nasc. (Ratisbonae) 4: 78 (1774)
è ancora “nomen confusum” e quindi da rigettare in quanto basato su un iconotypus con elementi discordanti, tali da creare confusione.
Ecco perché il taxon:
Boletus reticulatus Schaeff., Fung. bavar. palat. nasc. (Ratisbonae) 4: 78 (1774)
è ancora “nomen confusum” e quindi da rigettare in quanto basato su un iconotypus con elementi discordanti, tali da creare confusione.
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