Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
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Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Era da un po’ di tempo che avevo intenzione di redigere questo post.
La spinta finale che mi ha invogliato a farlo è stata questa foto del nostro Renzo Il Buttero. Una sua raccolta dell’ottobre 2014. Una ottantina di ovoli ( o “cocchi”, come si dice dalle mie parti) tutti insieme!! Stupenda visione! Soprattutto per chi, come me, fa parte della Venerabile Arciconfraternita degli Adoratori del Dio Cocco.
Tengo a precisare che comunque nei boschi litoranei tirrenici, nell’entroterra toscano a basse quote, in Maremma e zone limitrofe (limitandomi a quanto di mia conoscenza) non sono rari i ritrovamenti di qualche decina di ovoli per volta.
A me personalmente è capitato, insieme a due amici, di raccoglierne 85 nel giro di una mezzora. Era il 15 agosto 1992, frutto di un acquazzone di una decina di giorni prima. Il luogo era la Striscia di San Bartolomeo a San Rossore (PI), in un area di non più di 200 m2. Il resto del bosco (900 ettari) era praticamente vuoto di qualsiasi specie fungina! Un solo rammarico: niente foto. Dovete fidarvi.
Comunque piattini come questo capita spesso di trovarli.
La spinta finale che mi ha invogliato a farlo è stata questa foto del nostro Renzo Il Buttero. Una sua raccolta dell’ottobre 2014. Una ottantina di ovoli ( o “cocchi”, come si dice dalle mie parti) tutti insieme!! Stupenda visione! Soprattutto per chi, come me, fa parte della Venerabile Arciconfraternita degli Adoratori del Dio Cocco.
Tengo a precisare che comunque nei boschi litoranei tirrenici, nell’entroterra toscano a basse quote, in Maremma e zone limitrofe (limitandomi a quanto di mia conoscenza) non sono rari i ritrovamenti di qualche decina di ovoli per volta.
A me personalmente è capitato, insieme a due amici, di raccoglierne 85 nel giro di una mezzora. Era il 15 agosto 1992, frutto di un acquazzone di una decina di giorni prima. Il luogo era la Striscia di San Bartolomeo a San Rossore (PI), in un area di non più di 200 m2. Il resto del bosco (900 ettari) era praticamente vuoto di qualsiasi specie fungina! Un solo rammarico: niente foto. Dovete fidarvi.
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Ma direi di lasciar perdere le chiacchiere e passare al sodo.
Inserisco qualche foto di miei ritrovamenti. A fine post ognuno di voi potrà contribuire con proprie foto, informazioni, aneddoti e quant’altro riterrete necessario. La cosa sarà necessariamente un po’ lunga, quindi aspettate che abbia finito.
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Questo post è articolato in:
1) Iconografia;
2) Caratteristiche generali della specie;
3) Parte tassonomica;
4) Forme ecologiche;
5) Specie viciniori.
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2) Caratteristiche generali della specie;
3) Parte tassonomica;
4) Forme ecologiche;
5) Specie viciniori.
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
L’immagine sopra riportata è la prima rappresentazione grafica, apparsa nella storia, relativa all’Amanita caesarea.
Risale al 1782 ed è stata pubblicata come Planche 120 nell’Herbier de la France, redatto dal botanico-micologo francese Pierre Bulliard.
Ma la prima descrizione, con solo testo, della specie è ancora precedente. E’ del 1772 ad opera di Giovanni Antonio Scopoli, un botanico dell’allora asburgica Cavalese nella trentina Val di Fiemme, che, nella sua Flora Carniolica, al n° 1466, per primo lo descrisse come Agaricus caesareus, a voler rimarcare che il fungo in questione era un commestibile degno dei Caesari Imperiali Romani che, in effetti, sembra ne facessero largo uso durante i loro baccanali.
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Il grandissimo micologo svedese Elia Magnus Fries sanzionò l’epiteto Agaricus caesareus, nel 1821, nel suo monumentale Systema Mycologicum, anche se probabilmente non avrà mai raccolto questa specie personalmente. Infatti a margine della descrizione appose v. ic., che sta a significare vidi iconam. L’avesse visto coi suoi occhi avrebbe apposto invece v.v. (vidi vivam).
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Inoltre Christian Hendrik Persoon, un micologo di nascita sudafricana attivo in Francia, nella sua Synopsis Methodica Fungorum del 1801, trasportò la specie nel suo nuovo e più corretto genere Amanita (che Fries invece considerava Tribù del genere Agaricus) e lì è rimasta sino ad oggi. Da tenere conto che il concetto di Agaricus di allora era ben diverso da adesso (in pratica erano Agaricus tutti i funghi lamellati).
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Quindi il binomio corretto attuale per questa specie è: Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers.
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Re: Dedicato a Renzo Il Buttero: l'Amanita caesarea
Ma l’agarico caesareo era stato già descritto dai protonaturalisti Plinio, Caesalpinio, Clusius.
E ovviamente anche dal fiorentino Pier Antonio Micheli che lo raffigurò in una tavola in B/N (la 77, fig. 1) nella sua opera Nova Plantarum Genera del 1729.
E ovviamente anche dal fiorentino Pier Antonio Micheli che lo raffigurò in una tavola in B/N (la 77, fig. 1) nella sua opera Nova Plantarum Genera del 1729.
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