Cortinarius variiformis, aka murteddhraru, rinieddu, palumminu
Inviato: 21 dic 2022, 14:51
Un altro fungo di cui c'è un uso tradizionale, affezionato nei territori del Salento è il "fungo del mirto", conosciuto con vari miconimi iperlocali, tra cui murteddhraru / funciu di murtedda (Lecce), funciu rinieddu (= fungo del timo, Mesagne), fung larder / lardare (Fasano), palumminu / palummine / colombino (Oria, Manduria, Ostuni), citrignulu (Francavilla Fontana), trunieddu (Ceglie Messapica), e a Porto Cesareo addirittura semplicemente "u funciu". (Anche i nomi generici lardaiolo e colombino sono da intendersi in questo senso, per antonomasia: sono taxon vernacolari per "fungo buono", che all'occasione vengono qualificati variamente per distinguere eventuali tipologie specifiche.)
La sua definizione scientifica si deve, al pari del L. tesquorum, agli studi Malençon dei macromiceti del meridione mediterraneo, da collezioni provenienti dal litorale tingitano. Per quanto prima descritto presente in locali sugherete costiere, nel tempo lo si è riconosciuto tipicamente associato a cisto, lentisco e mirto - come testimoniano anche i nomi spontanei vernacolari salentini. (Nota etimologica a latere: il "varius" era inteso da Schäffer per l'aspetto variopinto del fungo (lo traduce infatti dal tedesco "vielfarbig") - non per una varietà morfologica; lo stesso vale dunque anche per C. variiformis: assomiglia nella forma al suo policromo parente.)
Dell'uso alimentare di questo appartenente ai Phlegmacium è registrato un parallelo, relativo al suo consimile da habitat diverso dalla macchia: Cortinarius varius, tipico dei boschi calcarei di conifere, è apprezzato commestibile in alcune culture slave e nordiche. (Da notare il parallelismo con il caso di L. torminosus & L. pubescens vs. L. tesquorum.)
Non si trovano ricette pubblicate di questa tipologia - che anche per Sitta & Co "si possono considerare commestibili, raccomandando la completa cottura sebbene a oggi non sia noto alcun problema dovuto a tossine termolabili [...]" - ma, per quanto le volte che è comparso qui in FeM la sua stima gastronomica non risulta indiscussa, altrove viene citato come prelibato nel trifolato misto.
Buon appetito!
FONTI
Malençon & Bertault, 1970. Champignon Supérieurs du Maroc vol. 1, p. 526 (ristampato nel 2003)
AA. VV., 2007. Discussione su Cortinarius variiformis, in Forum Acta Fungorum (sito)
Campagna, 2012. scheda Cortinarius variiformis, Malençon, in A funghi nel Salento... e anche altrove (sito).
Schmidt-Stohn et. al., 2020. Cortinarius subgenus Phlegmacium subsection Varii in Europe, in Journal des J.E.C. n. 22, p. 27–49
La sua definizione scientifica si deve, al pari del L. tesquorum, agli studi Malençon dei macromiceti del meridione mediterraneo, da collezioni provenienti dal litorale tingitano. Per quanto prima descritto presente in locali sugherete costiere, nel tempo lo si è riconosciuto tipicamente associato a cisto, lentisco e mirto - come testimoniano anche i nomi spontanei vernacolari salentini. (Nota etimologica a latere: il "varius" era inteso da Schäffer per l'aspetto variopinto del fungo (lo traduce infatti dal tedesco "vielfarbig") - non per una varietà morfologica; lo stesso vale dunque anche per C. variiformis: assomiglia nella forma al suo policromo parente.)
Dell'uso alimentare di questo appartenente ai Phlegmacium è registrato un parallelo, relativo al suo consimile da habitat diverso dalla macchia: Cortinarius varius, tipico dei boschi calcarei di conifere, è apprezzato commestibile in alcune culture slave e nordiche. (Da notare il parallelismo con il caso di L. torminosus & L. pubescens vs. L. tesquorum.)
Non si trovano ricette pubblicate di questa tipologia - che anche per Sitta & Co "si possono considerare commestibili, raccomandando la completa cottura sebbene a oggi non sia noto alcun problema dovuto a tossine termolabili [...]" - ma, per quanto le volte che è comparso qui in FeM la sua stima gastronomica non risulta indiscussa, altrove viene citato come prelibato nel trifolato misto.
Buon appetito!
FONTI
Malençon & Bertault, 1970. Champignon Supérieurs du Maroc vol. 1, p. 526 (ristampato nel 2003)
AA. VV., 2007. Discussione su Cortinarius variiformis, in Forum Acta Fungorum (sito)
Campagna, 2012. scheda Cortinarius variiformis, Malençon, in A funghi nel Salento... e anche altrove (sito).
Schmidt-Stohn et. al., 2020. Cortinarius subgenus Phlegmacium subsection Varii in Europe, in Journal des J.E.C. n. 22, p. 27–49