I FUNGHI DI GENNAIO 2013
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2012
Craterellus tubaeformis
foto di Vincenzo
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2012
ma il fungo più conosciuto di questi boschi è senz'altro lui
il Boletus edulis fo. albus ( persoonii )
un decisamente raro nel Lazio, un edulis biancastro, ma la cosa più straordinaria è che cresce a dicembre gennaio !
foto di Vincenzo
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un decisamente raro nel Lazio, un edulis biancastro, ma la cosa più straordinaria è che cresce a dicembre gennaio !
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2012
Boletus edulis fo. albus ( persoonii )
trovato ad Allumiere a 533m s.l.m. Habitat corbezzolo, trovato a dicembre
foto di Vincenzo
un saluto a tutti gli amici del forum
Daniele
trovato ad Allumiere a 533m s.l.m. Habitat corbezzolo, trovato a dicembre
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2012
Qui, nell littorale cantabrico, il fungo propio di gennaio è il Hygrophorus marzuolus, che cresce dopo la prima nevicata sotto farnia e fagi, e sotto Pinus sylvestris, ulteriormente nel paese, nelle zone di montagna, è da metà febbraio a aprile.
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I FUNGHI DI GENNAIO .
Grazie all’errore dei Maya eccoci di nuovo qui a parlare dei funghi del prossimo mese, ovvero Gennaio!!!!!!!
Come ho già detto tante volte, da noi l’inverno è sempre piuttosto mite, e se si fa eccezione delle zone più alte come il Gennargentu, vere gelate specie nelle zone costiere ce ne sono davvero poche, Di fatto questo comporta una stagione micologica davvero lunga, che regala delle belle raccolte anche nei mesi invernali.
In questi mesi sono estremamente ricercati e raccolti i Leccini, ovvero il Leccinum lepidum: Si tratta di un fungo che resiste molto bene al freddo e che è oramai molto conosciuto e di conseguenza assai ricercato per la sua commestibilità. Si tratta di una specie piuttosto robusta, caratterizzata da un cappello piuttosto carnoso di colore variabile da bruno giallastro a tonalità decisamente più scure. La cuticola appare piuttosto vischiosa, ha un aspetto grasso ed è spesso bitorzoluta. Il gambo è giallo ed è decorato da asperità squamose concolori, è generalmente clavato ma può capitare di trovarlo anche sub cilindrico. I pori sono piccoli e gialli ed al tocco virano leggermente all’ocra. Eccolo ancora: La carne è giallastra ma alla sezione vira al rosa aranciato anche piuttosto intensamente, per poi scurire verso tonalità dapprima grigie e poi livide.
Come detto si tratta di una specie commestibile ed assai ricercata.
Come ho già detto tante volte, da noi l’inverno è sempre piuttosto mite, e se si fa eccezione delle zone più alte come il Gennargentu, vere gelate specie nelle zone costiere ce ne sono davvero poche, Di fatto questo comporta una stagione micologica davvero lunga, che regala delle belle raccolte anche nei mesi invernali.
In questi mesi sono estremamente ricercati e raccolti i Leccini, ovvero il Leccinum lepidum: Si tratta di un fungo che resiste molto bene al freddo e che è oramai molto conosciuto e di conseguenza assai ricercato per la sua commestibilità. Si tratta di una specie piuttosto robusta, caratterizzata da un cappello piuttosto carnoso di colore variabile da bruno giallastro a tonalità decisamente più scure. La cuticola appare piuttosto vischiosa, ha un aspetto grasso ed è spesso bitorzoluta. Il gambo è giallo ed è decorato da asperità squamose concolori, è generalmente clavato ma può capitare di trovarlo anche sub cilindrico. I pori sono piccoli e gialli ed al tocco virano leggermente all’ocra. Eccolo ancora: La carne è giallastra ma alla sezione vira al rosa aranciato anche piuttosto intensamente, per poi scurire verso tonalità dapprima grigie e poi livide.
Come detto si tratta di una specie commestibile ed assai ricercata.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO
In assoluto però la specie forse più ricercata ed apprezzata in Sardegna è il Leccinum corsicum, noto ai sardi come “cordolinu ‘e murdegu” (fungo del cisto). Eccolo:
La prima infatti, oltre ad essere decisamente più robusta, possiede un cappello normalmente più viscoso mentre la seconda, anche a tempo umido, lo è sensibilmente di meno. Anche l’irregolarità della superficie pileica è più accentuata in L. corsicum, la carne inoltre appare decisamente meno soda anche in funghi giovani. Eccolo ancora: La cosa però che indirizza il cercatore è il suo legame micorrizico esclusivo col cisto. Mentre il L. lepidum è legato al Leccio, il L. corsicum si trova abbondante nelle cistete anche completamente prive di qualunque albero ad alto fusto. Come detto si tratta di una specie estremamente diffusa e ricercatissima nell’isola, venduta a caro prezzo nei mercati e spesso anche in improvvisate bancarelle stradali. Il modo tradizionale di consumarlo è insemolato e fritto dopo una rapida prebollitura. La cottura deve renderlo croccante e va mangiato senza lasciarlo assolutamente sfreddare, da noi è considerato una vera leccornia.
Secondo molti autori, la specie sarebbe da porre in sinonimia con la precedente, ma se voi mettete una benda sugli occhi ad un sardo probabilmente sarà in grado di distinguerla comunque!!!La prima infatti, oltre ad essere decisamente più robusta, possiede un cappello normalmente più viscoso mentre la seconda, anche a tempo umido, lo è sensibilmente di meno. Anche l’irregolarità della superficie pileica è più accentuata in L. corsicum, la carne inoltre appare decisamente meno soda anche in funghi giovani. Eccolo ancora: La cosa però che indirizza il cercatore è il suo legame micorrizico esclusivo col cisto. Mentre il L. lepidum è legato al Leccio, il L. corsicum si trova abbondante nelle cistete anche completamente prive di qualunque albero ad alto fusto. Come detto si tratta di una specie estremamente diffusa e ricercatissima nell’isola, venduta a caro prezzo nei mercati e spesso anche in improvvisate bancarelle stradali. Il modo tradizionale di consumarlo è insemolato e fritto dopo una rapida prebollitura. La cottura deve renderlo croccante e va mangiato senza lasciarlo assolutamente sfreddare, da noi è considerato una vera leccornia.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Estremamente ricercato è anche l’ottimo Pleurotus ostreatus:
Allego questa foto che mi è particolarmente cara pur non essendo bellissima. Questo cespo di oltre 7 chili, era cresciuto nel giardino condominiale di casa dei miei genitori in pieno centro a Cagliari, sfuggendo miracolosamente agli sguardi dei condomini. Era infatti sul tronco di un pioppo che è era stato “decapitato” perché troppo vicino al bordo della recinzione di confine con un altro giardino condominiale, celato alla vista da alcuni cespugli. Lo tenevamo “sotto osservazione” perché già in precedenza aveva dato qualche fungo. Fu mio padre a chiamarmi e a dirmi di venire da lui con la macchina fotografica….
Bando alla malinconia…. come detto di tratta di una specie assai ricercata e che si caratterizza per dei basidiomi con coro stipite eccentrico e cappello di forma auricolare o di conchiglia, dai colori variabili da grigio chiaro al grigio plumbeo e con sfumature azzurrognole . Le lamelle sono mediamente fitte e decorrenti. Si tratta di una specie, come noto, largamente coltivata e commercializzata. In natura sembra preferire il legno degli alberi su cui è passato il fuoco. Spesso nel Sulcis i cercatori sono dotati di bastoni alla cui sommità è fissata una lama, per poter raggiungere facilmente anche gli esemplari cresciuti troppo in alto per arrivarci con le mani.
Fungo estremamente resistente al freddo, tanto da fargli attribuire il nome volgare di “gelone”, cresce su legno di alberi vivi o morti, sia di latifoglie che di conifere. Possiede crescita cespitosa e se si è fortunati può succedere che un solo cespo sia sufficiente a sfamare una famiglia!!!Allego questa foto che mi è particolarmente cara pur non essendo bellissima. Questo cespo di oltre 7 chili, era cresciuto nel giardino condominiale di casa dei miei genitori in pieno centro a Cagliari, sfuggendo miracolosamente agli sguardi dei condomini. Era infatti sul tronco di un pioppo che è era stato “decapitato” perché troppo vicino al bordo della recinzione di confine con un altro giardino condominiale, celato alla vista da alcuni cespugli. Lo tenevamo “sotto osservazione” perché già in precedenza aveva dato qualche fungo. Fu mio padre a chiamarmi e a dirmi di venire da lui con la macchina fotografica….
Bando alla malinconia…. come detto di tratta di una specie assai ricercata e che si caratterizza per dei basidiomi con coro stipite eccentrico e cappello di forma auricolare o di conchiglia, dai colori variabili da grigio chiaro al grigio plumbeo e con sfumature azzurrognole . Le lamelle sono mediamente fitte e decorrenti. Si tratta di una specie, come noto, largamente coltivata e commercializzata. In natura sembra preferire il legno degli alberi su cui è passato il fuoco. Spesso nel Sulcis i cercatori sono dotati di bastoni alla cui sommità è fissata una lama, per poter raggiungere facilmente anche gli esemplari cresciuti troppo in alto per arrivarci con le mani.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Su tronco morto di pioppo sto trovando il raro ed estremamente appariscente Pluteus aurantiorugosus, eccolo in foto:
In questi giorni sto osservando la sua crescita e sto regolarmente tornando ogni due giorni a fotografarlo eccolo il giorno in cui l’ho trovato:
Si tratta come si vede di una specie molto bella e dagli sgargianti colori giallo aranciati, che come detto cresce su detriti legnosi di latifoglia. E’ un funghetto piuttosto piccolo e ed esile, col cappello rosso arancio ed il gambo e le lamelle bianco-giallastre. In questi giorni sto osservando la sua crescita e sto regolarmente tornando ogni due giorni a fotografarlo eccolo il giorno in cui l’ho trovato:
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
Questa è la foto scattata due giorni dopo:
Questa invece è di ieri: Come si vede il gambo appare soffuso di pruina arancione, il che mi fa pensare che si tratti della varietà aurantiovelatus, recentemente descritta da Alfredo Vizzini. Tra qualche giorno raccoglierò l’esemplare più grande e lo metterò sotto il microscopio per avere la certezza che si tratti di residui di velo.Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: I FUNGHI DI GENNAIO 2013
L’inverno è comunque per me sinonimo di ascomiceti….
Un funghetto molto carino ed in vero non troppo frequente è Leotia lubrica: Come si vede è un simpatico funghetto di colore giallo verdastro, dal lungo stipite cavo e dal cappello irregolarmente lobato. Piuttosto viscoso in tutto l’ascoma è possibile reperirlo in questo mese, tra i muschi e le felci nei boschi, si tratta di un fungo saprofita.Eccolo ancora: Negli ultimi anni i ritrovamenti di questa specie sono gradualmente diminuiti, per cui sto vedendolo sempre meno di frequente ed è un piacere quando mi capita. Si tratta di una specie che contiene giromitrina, un alcaloide tossico che ha proprietà irritanti sulle mucose gastrointestinali, possiede azione tossica sulle cellule renali e sul sistema nervoso centrale oltre ad avere proprietà cancerogene. Ovviamente bisogna astenersi dal consumo………
Un funghetto molto carino ed in vero non troppo frequente è Leotia lubrica: Come si vede è un simpatico funghetto di colore giallo verdastro, dal lungo stipite cavo e dal cappello irregolarmente lobato. Piuttosto viscoso in tutto l’ascoma è possibile reperirlo in questo mese, tra i muschi e le felci nei boschi, si tratta di un fungo saprofita.Eccolo ancora: Negli ultimi anni i ritrovamenti di questa specie sono gradualmente diminuiti, per cui sto vedendolo sempre meno di frequente ed è un piacere quando mi capita. Si tratta di una specie che contiene giromitrina, un alcaloide tossico che ha proprietà irritanti sulle mucose gastrointestinali, possiede azione tossica sulle cellule renali e sul sistema nervoso centrale oltre ad avere proprietà cancerogene. Ovviamente bisogna astenersi dal consumo………
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