Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Inviato: 24 gen 2022, 18:13
Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang
Dubbio che covo da molti anni e che voglio esporvi per vedere di chiarirlo un po':
Quando pioveva, in Agosto-Settembre, trovavo abbastanza spesso, nel bosco di leccio, il Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang. La prima volta che ho letto qualcosa su questo fungo fu negli anni '80 in Cetto “I Funghi dal vero” vol IV n. 1554. Qui veniva chiamato Boletus pseudofechtneri, descritto con pori gialli e definito come “buon commestibile”. Io, basandomi su questa descrizione, l'ho per anni consumato (prima bollito in aceto e quindi messo sott'olio) con mia moglie e mia suocera, senza che nessuno di noi abbia avuto mai problemi di tossicità.
Notare che raccoglievo solo gli esemplari con i pori gialli, come descritto in Cetto.
Trovavo anche esemplari con pori arancio, spesso vicini agli esemplari con i pori gialli e credevo perciò che i pori passassero dal giallo all'arancio con l'invecchiamento del fungo.
In seguito però notai che gli esemplari a pori gialli rimanevano tali anche invecchiando, mentre quelli a pori rosso-arancio li trovavo così anche giovani. Come se fossero due varietà o forme della stessa specie.
A parte il colore dei pori, tutte le altre caratteristiche macro risultavano uguali e costanti nei due tipi: per es. il colore rosa della carne sotto la cuticola, l'azzurro della carne sottoimeniale e il bianco in quella del gambo, come si vede nelle foto allegate.
Mi è venuto anche il dubbio che solo la forma a pori arancio fosse responsabile della tossicità segnalata, e non la forma a pori gialli (in accordo con Cetto). La forma a pori arancio sarebbe quindi la più vicina al Rubroboletus satanas.
Può anche darsi che il sistema di cottura da me utilizzato abbia eliminato parte di questa tossicità.
Mi sono sempre chiesto se questa mia idea sia campata in aria o non abbia un fondo di verità.
Sapete dirmi niente in merito?
In ogni caso vorrei chiarire che il Rubroboletus pulchrotinctus, in base alle conoscenze attuali, non va consumato in nessun modo e con qualsiasi metodo di cottura.
Dubbio che covo da molti anni e che voglio esporvi per vedere di chiarirlo un po':
Quando pioveva, in Agosto-Settembre, trovavo abbastanza spesso, nel bosco di leccio, il Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang. La prima volta che ho letto qualcosa su questo fungo fu negli anni '80 in Cetto “I Funghi dal vero” vol IV n. 1554. Qui veniva chiamato Boletus pseudofechtneri, descritto con pori gialli e definito come “buon commestibile”. Io, basandomi su questa descrizione, l'ho per anni consumato (prima bollito in aceto e quindi messo sott'olio) con mia moglie e mia suocera, senza che nessuno di noi abbia avuto mai problemi di tossicità.
Notare che raccoglievo solo gli esemplari con i pori gialli, come descritto in Cetto.
Trovavo anche esemplari con pori arancio, spesso vicini agli esemplari con i pori gialli e credevo perciò che i pori passassero dal giallo all'arancio con l'invecchiamento del fungo.
In seguito però notai che gli esemplari a pori gialli rimanevano tali anche invecchiando, mentre quelli a pori rosso-arancio li trovavo così anche giovani. Come se fossero due varietà o forme della stessa specie.
A parte il colore dei pori, tutte le altre caratteristiche macro risultavano uguali e costanti nei due tipi: per es. il colore rosa della carne sotto la cuticola, l'azzurro della carne sottoimeniale e il bianco in quella del gambo, come si vede nelle foto allegate.
Mi è venuto anche il dubbio che solo la forma a pori arancio fosse responsabile della tossicità segnalata, e non la forma a pori gialli (in accordo con Cetto). La forma a pori arancio sarebbe quindi la più vicina al Rubroboletus satanas.
Può anche darsi che il sistema di cottura da me utilizzato abbia eliminato parte di questa tossicità.
Mi sono sempre chiesto se questa mia idea sia campata in aria o non abbia un fondo di verità.
Sapete dirmi niente in merito?
In ogni caso vorrei chiarire che il Rubroboletus pulchrotinctus, in base alle conoscenze attuali, non va consumato in nessun modo e con qualsiasi metodo di cottura.