Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
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Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang
Dubbio che covo da molti anni e che voglio esporvi per vedere di chiarirlo un po':
Quando pioveva, in Agosto-Settembre, trovavo abbastanza spesso, nel bosco di leccio, il Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang. La prima volta che ho letto qualcosa su questo fungo fu negli anni '80 in Cetto “I Funghi dal vero” vol IV n. 1554. Qui veniva chiamato Boletus pseudofechtneri, descritto con pori gialli e definito come “buon commestibile”. Io, basandomi su questa descrizione, l'ho per anni consumato (prima bollito in aceto e quindi messo sott'olio) con mia moglie e mia suocera, senza che nessuno di noi abbia avuto mai problemi di tossicità.
Notare che raccoglievo solo gli esemplari con i pori gialli, come descritto in Cetto.
Trovavo anche esemplari con pori arancio, spesso vicini agli esemplari con i pori gialli e credevo perciò che i pori passassero dal giallo all'arancio con l'invecchiamento del fungo.
In seguito però notai che gli esemplari a pori gialli rimanevano tali anche invecchiando, mentre quelli a pori rosso-arancio li trovavo così anche giovani. Come se fossero due varietà o forme della stessa specie.
A parte il colore dei pori, tutte le altre caratteristiche macro risultavano uguali e costanti nei due tipi: per es. il colore rosa della carne sotto la cuticola, l'azzurro della carne sottoimeniale e il bianco in quella del gambo, come si vede nelle foto allegate.
Mi è venuto anche il dubbio che solo la forma a pori arancio fosse responsabile della tossicità segnalata, e non la forma a pori gialli (in accordo con Cetto). La forma a pori arancio sarebbe quindi la più vicina al Rubroboletus satanas.
Può anche darsi che il sistema di cottura da me utilizzato abbia eliminato parte di questa tossicità.
Mi sono sempre chiesto se questa mia idea sia campata in aria o non abbia un fondo di verità.
Sapete dirmi niente in merito?
In ogni caso vorrei chiarire che il Rubroboletus pulchrotinctus, in base alle conoscenze attuali, non va consumato in nessun modo e con qualsiasi metodo di cottura.
Dubbio che covo da molti anni e che voglio esporvi per vedere di chiarirlo un po':
Quando pioveva, in Agosto-Settembre, trovavo abbastanza spesso, nel bosco di leccio, il Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang. La prima volta che ho letto qualcosa su questo fungo fu negli anni '80 in Cetto “I Funghi dal vero” vol IV n. 1554. Qui veniva chiamato Boletus pseudofechtneri, descritto con pori gialli e definito come “buon commestibile”. Io, basandomi su questa descrizione, l'ho per anni consumato (prima bollito in aceto e quindi messo sott'olio) con mia moglie e mia suocera, senza che nessuno di noi abbia avuto mai problemi di tossicità.
Notare che raccoglievo solo gli esemplari con i pori gialli, come descritto in Cetto.
Trovavo anche esemplari con pori arancio, spesso vicini agli esemplari con i pori gialli e credevo perciò che i pori passassero dal giallo all'arancio con l'invecchiamento del fungo.
In seguito però notai che gli esemplari a pori gialli rimanevano tali anche invecchiando, mentre quelli a pori rosso-arancio li trovavo così anche giovani. Come se fossero due varietà o forme della stessa specie.
A parte il colore dei pori, tutte le altre caratteristiche macro risultavano uguali e costanti nei due tipi: per es. il colore rosa della carne sotto la cuticola, l'azzurro della carne sottoimeniale e il bianco in quella del gambo, come si vede nelle foto allegate.
Mi è venuto anche il dubbio che solo la forma a pori arancio fosse responsabile della tossicità segnalata, e non la forma a pori gialli (in accordo con Cetto). La forma a pori arancio sarebbe quindi la più vicina al Rubroboletus satanas.
Può anche darsi che il sistema di cottura da me utilizzato abbia eliminato parte di questa tossicità.
Mi sono sempre chiesto se questa mia idea sia campata in aria o non abbia un fondo di verità.
Sapete dirmi niente in merito?
In ogni caso vorrei chiarire che il Rubroboletus pulchrotinctus, in base alle conoscenze attuali, non va consumato in nessun modo e con qualsiasi metodo di cottura.
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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Gli ultimi due sono senza dubbio "pulchrotinctus" secondo me, ma hai provato a considerare l'ipotesi "lupinus"? secondo me è quello più somigliante a "pulchrotinctus" a parte l'imenio e l'assenza di reticolo sul gambo di quest'ultimo; tuttavia il viraggio esclusivo nella carne del cappello mi fa pensare anche a "rhodoxanthus", occorrerebbero immagini più chiare per potersi esprimere con più verosimiglianza; puoi fare dei crop?? ciao
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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Mi piace tanto questo post bravo Franco. Gualberto ti ha già detto la sua ipotesi. Magari mettili a determinare. Comunque tutti funghi molto belli.
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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Grazie Gualberto e Renzo. I miei dubbi non sono sulla determinazione: sono senz'altro tutti R.pulchrotinctus, determinati a suo tempo anche da esperti micologi.
A conferma di ciò: la terza foto fa vedere la sezione del primo fungo a pori arancio e mostra tutte le caratteristiche tipiche del R.pulchrotinctus. La sezione di R.lupinus è notevolmente differente (vedi foto seg.)
Le mie perplessità erano (e sono) sulla possibilità di coesistenza di due forme della stessa specie.

A conferma di ciò: la terza foto fa vedere la sezione del primo fungo a pori arancio e mostra tutte le caratteristiche tipiche del R.pulchrotinctus. La sezione di R.lupinus è notevolmente differente (vedi foto seg.)
Le mie perplessità erano (e sono) sulla possibilità di coesistenza di due forme della stessa specie.

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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Non ho una grande esperienza in merito e le poche volte che ho visto B. pulchrotinctus, sia raccolto da me che da altri, mi ha sempre dato l'impressione di avere un leggero colore arancio-rossastro dei pori.
Mi interesso molto di boleti e devo dire che non ho mai trovato in letteratura descrizioni di forme di questa specie che non sia quella tipica.
Detto questo ti riporto quanto citato in "boletales.com":
Pores variable, usually yellow, often changing to orange or orange red with age, sometimes orange to orange red in young fruitbodies and then becoming paler with age, blueing when bruised.
Sembra quindi che i pori possono essere gialli nel giovane fino a diventare aranciato, aranciato-rossastri negli esemplari maturi, oppure addirittura già aranciati nei primordi per poi diventare più chiari con l'età.
Direi anche di far parlare l'autore della specie, C.L. Alessio, tramite il suo protologo [Fungi Europaei 2 (Boletus Dill. ex L.): 231-234]:
pori in periferia di un giallo-ocra tenue, verso la zona centrale a colore d'un giallo più vivo e più carico e con riflesso sin sulla tinta aurora o arancione molto debole.
Probabile quindi che la comparsa dei toni arancio-rossastri sui pori possa dipendere dall'età (almeno per quegli esemplari che nascono a pori ben gialli), ma anche da altri fattori edafici non facilmente discernibili.
Ancora: gli esemplari che hai detto di avere raccolto con i pori ancora gialli seppur maturi, come si fa a sapere se lasciandoli sul posto avrebbero magari sviluppato la colorazione arancio-rossastra?

Mi interesso molto di boleti e devo dire che non ho mai trovato in letteratura descrizioni di forme di questa specie che non sia quella tipica.
Detto questo ti riporto quanto citato in "boletales.com":
Pores variable, usually yellow, often changing to orange or orange red with age, sometimes orange to orange red in young fruitbodies and then becoming paler with age, blueing when bruised.
Sembra quindi che i pori possono essere gialli nel giovane fino a diventare aranciato, aranciato-rossastri negli esemplari maturi, oppure addirittura già aranciati nei primordi per poi diventare più chiari con l'età.
Direi anche di far parlare l'autore della specie, C.L. Alessio, tramite il suo protologo [Fungi Europaei 2 (Boletus Dill. ex L.): 231-234]:
pori in periferia di un giallo-ocra tenue, verso la zona centrale a colore d'un giallo più vivo e più carico e con riflesso sin sulla tinta aurora o arancione molto debole.
Probabile quindi che la comparsa dei toni arancio-rossastri sui pori possa dipendere dall'età (almeno per quegli esemplari che nascono a pori ben gialli), ma anche da altri fattori edafici non facilmente discernibili.
Ancora: gli esemplari che hai detto di avere raccolto con i pori ancora gialli seppur maturi, come si fa a sapere se lasciandoli sul posto avrebbero magari sviluppato la colorazione arancio-rossastra?

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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Aggiungo un estratto da una descrizione di Giampaolo Simonini [Micologia e Vegetazione Mediterranea 14(2): 131-133, 1999] del Boletus pulchrotinctus:
"pori... di colore giallo o più raramente sfumati di rosa, aurora, o addirittura rosso (specialmente nelle fruttificazioni tardive)...".
e ancora:
"In questa entità stupisce la variabilità della colorazione dei pori... che spaziano da un aspetto a colorazione gialla simulante i boleti della sezione Appendiculati, ad aspetti a colorazione aranciata o rossa che fanno pensare a qualcosa di vicino a B. satanas o B. legaliae".
Come si vede anche qui, Giampaolo non menziona minimamente forme da ufficializzare a seconda del colore dei pori, facendo anzi notare che le colorazioni sul rosso sono tipiche delle fruttificazioni più in là nella stagione micologica (fattore edafico).
"pori... di colore giallo o più raramente sfumati di rosa, aurora, o addirittura rosso (specialmente nelle fruttificazioni tardive)...".
e ancora:
"In questa entità stupisce la variabilità della colorazione dei pori... che spaziano da un aspetto a colorazione gialla simulante i boleti della sezione Appendiculati, ad aspetti a colorazione aranciata o rossa che fanno pensare a qualcosa di vicino a B. satanas o B. legaliae".
Come si vede anche qui, Giampaolo non menziona minimamente forme da ufficializzare a seconda del colore dei pori, facendo anzi notare che le colorazioni sul rosso sono tipiche delle fruttificazioni più in là nella stagione micologica (fattore edafico).
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Re: Rubroboletus pulchrotinctus: due forme?
Massimo ti ringrazio tanto per la tua pazienza.
In un certo senso mi fa piacere che voci esperte come Alessio e Simonini nei loro scritti confermino, almeno parzialmente, le mie osservazioni.
Come dici bene tu, chissà se quello a pori nettamente gialli con il tempo non possa volgere ad arancio? Bisognerebbe seguire i funghi per tutta la loro vita, e questo non credo l'abbia mai fatto nessuno!
Comunque grazie e
In un certo senso mi fa piacere che voci esperte come Alessio e Simonini nei loro scritti confermino, almeno parzialmente, le mie osservazioni.
Come dici bene tu, chissà se quello a pori nettamente gialli con il tempo non possa volgere ad arancio? Bisognerebbe seguire i funghi per tutta la loro vita, e questo non credo l'abbia mai fatto nessuno!
Comunque grazie e
