La pronuncia dei binomiali latini...

progosk
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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da progosk » 16 set 2021, 12:45

A Gambr,
GAmbr ha scritto:
27 ago 2021, 10:37
anch'io la pronunciavo in modo errato. Bravo Gianca per avercelo fatto notare.
Presumo quindi che pronunciavi ku-ne-ro-mi’-ces? Se così, sarebbe altro esempio di spontanea separazione semantica a salvaguardia delle radici componenti (Kuehner + myces), a dispetto dell’ordotossia classicalista. (Oppure hai altre ipotesi sulla propensione spontanea per la pronuncia piana?)
GAmbr ha scritto:
27 ago 2021, 10:37
Sulla pronuncia alla tedesca invece di Andrea glisso
:mm: D'altronde, i motivi per glissare possono essere tre: 1. nessuno è tenuto a sapere necessariamente la pronuncia d’origine (nel caso tra l'altro: Kühner alla francese prende l'accento tipicamente gallico sull'ultima, cioè kü-ner', la fedeltà assoluta diventa impraticabile...) 2. con un approccio classicalista stretto, la latinizzazione in ogni caso la cancella, imponendo valori vocali e di consonanti latine. 3. con l'approccio classicalista attualmente ortodosso, aderente al latino Ecclesisatico all'Italiana, comunque è prevista l'italianizzazione di vocali e consonanti, per cui...

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da progosk » 16 set 2021, 12:49

Ad Andrea/mefi,
mefi ha scritto:
27 ago 2021, 10:15
Volendo pignoleggiare quel “ue” è la resa grafica per non teutonici della “ü” presente nel cognome, quindi andrebbe pronunciata alla tedesca
Come anche quello di Raffaella, questo è l’approccio “latino botanico pragmatico”: salvare il cognome, più vicino alla pronuncia originale è, più è meritevole (ed onorifico)
mefi ha scritto:
27 ago 2021, 12:46
Al di fuori del mondo accademico forse le regole non valgono, ma il Codice di Nomenclatura è internazionale e vale per tutti.
Da quel che poi ho verificato più in dettaglio (e a smentita di una mia precedente idea), sulla carta le regole di accentuazione valgono uguale in tutte e quattro le scuole ufficiali di pronuncia del latino - curiosamente nel latino botanico vengono invece storicamente infrante in più di un vocabolo, per diversi motivi. Il Codice Internazionale però, parlando solo di “latino”, rimane agnostico su quale regola/pratica imporre, rispetto allea pronuncia di vocali e consonanti innanzitutto, ma anche rispetto ad eccezioni di accentuazione ormai radicate nel “latino botanico” corrente…
mefi ha scritto:
27 ago 2021, 13:13
Quindi le regole di pronuncia del latino non valgono perché anglofoni e teutonici hanno difficoltà a farlo?
Interesting… anzi interestìng perché da italiano non sono tenuto a pronunciare l’inglese correttamente
Non perché qualcuno “ha difficoltà”, ma perché una lingua viva, come lo è il latino botanico, in ultima analisi viene legiferata dalla pratica, non dai manuali. (E: la pronuncia all’italiana sarebbe in-te-res’-ting, semmai, no? ;) )
mefi ha scritto:
27 ago 2021, 13:33
Qui non si parla di pronuncia italica del latino, ma morta o no, è una lingua con le sue regole (che si studiano in Italia come negli USA o altrove). Anzi proprio il fatto che sia morta dovrebbe porla al riparo dall’evoluzione che hanno le lingue con l’uso comune.
Non capisco perché certe regole vengono percepite come “regolette”.
Con “regolette” citavo testualmente Massimo, nessun dispetto inteso. Però, come spero di aver dimostrato, è proprio della pronuncia italica del latino che stavamo dibattendo (visto che nessuno è pronto ad abbracciare la pronuncia Classica restituta). Hai ragione che la filologia ha saputo ricostruire con ottimo grado di certezza quelle che erano nei vari periodi di uso del latino le regole praticate. Però il salto dogmatico a volerle elevare ad assolute per una pratica corrente contemporanea è destinato ad infrangersi contro la realtà di come funzionano le lingue vive. Proprio la resistenza interenazionale ad abbracciare la pronuncia Classica restituta può valere come dimostrazione di ciò. Lo stesso motivo per cui nessuno oggi parla Esperanto o Volapük.

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da progosk » 16 set 2021, 12:54

A Queletia/Massimo
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 10:26
In realtà ci sono delle ben precise regole di pronuncia che sono quelle per la lingua latina (credo tardo medievale).
Non ho approfondito oltremodo, ma vi sono quelle stesse regole già del latino Classico
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 10:28
la pronuncia deve essere chiueneròmices
e
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 11:09
Robert Kühner fu un micologo francese.

Il genere a lui dedicato è Kuehneromyces e non Kühneromyces, perché non è permesso, a norma di codice, usare simboli fonetici quali dieresi, tilde, cedilla ed altro nei binomi fungini.

La pronuncia quindi di K-u-e-hneromyces diventa ch-iu-e-neròmices, con la “u” francese pronunciata con le labbra a “culo di gallina” come solo i francesi sanno e possono fare. Meno si fa sentire quella “i” e meglio è.

Pronunciare c-u-e-neròmices credo sia altrettanto esatto (o forse di più), anche se meno rispettoso della pronuncia del nome originario.

E comunque se si vuol pronunciarlo cu-neròmices, allora non andrebbe pronunciato con la "u" alla italiana, ma con la pronuncia francese.

Ad ogni modo la prima “e” è necessaria in quanto presente nel nome del genere.
Come vedi, l’approccio classicalista si scontra con i neologismi artificiali di derivazione forestiera; in realtà la regola Classica restituta imporrebbe leggere cu-e-ne-ro’-mi-kes (il “iu” per imitare la vocale francese d’origine a quel punto non sussiste); cosa vale invece per la regola del latino Ecclesistico all’Italiana rispetto all’imitazione di un fonema straniero nella radice d’origine… non mi sembra legiferabile in maniera conclusiva.
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 12:59
l'istinto fa propendere pure me per saccaromìces
Come succede anche a Gambr... chiediamocene il perché, senza pregiudizi.
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 14:01
E' pur vero che il codice non dice come pronunciare i binomi con la giusta accentazione, però impone il latino come lingua di riferimento (e in subordine il greco). A questo punto i lavori di micologi/linguisti italiani (non mi risulta di tali lavori in lingua straniera) fanno giurisprudenza.
Non mancano lavori sul tema in tutte le lingue del mondo, ma come per ogni giurisprudenza, basta intendersi sull’areale su cui si intenda valgano le sue leggi. Se la micologia italiana sceglie un’adesione stretta ad un approccio classicalista per legiferare sulla pronuncia, aderendo al latino Ecclesiastico all’Italiana, lo fa ignorando le motivazioni delle pratiche ritenute difformi, e illudendosi, come già molti altri prescrittivisti in passato, sull’efficacia dei propri editti.
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 14:01
L'importante è che ci siano delle regole. E tali regole potevano anche non seguire un nesso logico come le regole grammaticali. Per esempio poteva essere adottata la linea "gli accenti tutti sulla seconda vocale". In tal modo un binomio fungino può essere pronunciato da chiunque, in tutto il mondo, nella stessa maniera.
In realtà tutte le legislazioni sanno di governare in senso relativo, mai assoluto. Per cui si, le regole ci sono e ci vogliono. L’importante, secondo me, è chiarirsi circa la loro portanza, e le pronunce ISPRA, aderendo al latino Ecclesiastico Italiano, sono di portata italiana, quantomeno per quanto riguarda vocali e consonanti. Renderle esattamente valevoli al livello internazionale richiederebbe imporre per tutti vocali e consonanti della pronuncia Classica restituta.
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 14:01
Ti assicuro che ho sentito micologi esteri definire un fungo con la giusta accentazione: ...ìdes, edùlis ecc.
Non ho alcun dubbio, e lo applaudo pure (e se erano francesi doppiamente :hahaha: :-D ): infatti ci sono molti vocaboli del latino botanico in cui l’accentuazione è relativamente meno invasiva. È solo quando comincia ad impedire il comprendersi spontaneo che vedo sorgere casi che meritano l’eccezione pragmatica al classicalismo ortodosso. E i nomi onorifici sono uno di quei casi, a vedere quanto inchiostro e riflessione hanno attirato dagli autori in materia nel tempo.
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 14:01
non ha senso dire fallòides quando la comunità scientifica è concorde a falloìdes. Anzi, qualcuno ti guarda anche con un senso di compassione...
Il consenso è un meccanismo importantissimo nella scienza, chiaro. Proprio per questo mi intriga l’uso spontaneo, diffusissimo proprio tra micologi in tante nazioni, del difforme -mi’-ces...
Queletia mirabilis ha scritto:
27 ago 2021, 14:23
A chi continua ad essere scettico sulla necessità di usare la giusta accentazione, chiedo se giocano a brìscola o a briscòla, a tòmbola o a tombòla? Se giocano a biliardo tirano una garùffa o una gàruffa, se il giornale lo comprano all'edìcola o all'edicòla e via con migliaia di esempi.
Perché non dovrebbe essere così anche in micologia?
Anche per altri vocaboli italiani rimangono delle alternative di scelta, ognuna con un suo perché. La mia tendenza al relativismo pragmatico non è certo una posizione assolutista.

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da Queletia mirabilis » 16 set 2021, 15:06

progosk ha scritto:
16 set 2021, 12:54
A Queletia/Massimo
Ti ringrazio di queste puntualizzazioni. Tutto sommato mi hai aperto uno scenario -interessante- che non avevo mai approfondito.
Resta il fatto che alle riunioni del Comitato Scientifico AMB degli anni '90-'00 chi sbagliava accento veniva puntualmente corretto da Giovanni Consiglio o da Francesco Bellù, per cui era vivamente consigliato di usare la pronuncia "canonica", exceptiones non permisit

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da GAmbr » 16 ott 2021, 17:51

Ecco, ora qualcuno mi aiuta a capire la pronuncia corretta di quest genere? Hohenbuehelia xfxth

Graaaazieeee

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da Queletia mirabilis » 16 ott 2021, 17:55

oenbuèlia

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da progosk » 16 ott 2021, 23:30

Queletia mirabilis ha scritto:
16 ott 2021, 17:55
oenbuèlia
perché elideresti la h iniziale? (E anche le altre due h.. perché sparirebbero nella pronuncia “canonica”?)

GAmbr ha scritto:
16 ott 2021, 17:51
la pronuncia corretta di quest genere? Hohenbuehelia
La versione pragmatica invece sarebbe (scritto all’italiana): hòenbùlia; volendo pignoleggiare, la u andrebbe detta “alla francese”, con l’umlaut “ü”. (In questa versione la seconda e terza h spariscono perché nel cognome originale tedesco hanno solo funzione allungante delle rispettive vocali che le precedono, non sono un consonante aspirato: sarebbe Hòenbül.)

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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da Queletia mirabilis » 17 ott 2021, 08:03

non ho mai approfondito la questione
posso solo dirti che tutti, ma proprio tutti, la pronunciano oenbuèlia (anche se questo non vuol dire necessariamente che sia la pronuncia esatta)

progosk
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Re: La pronuncia dei binomiali latini...

Messaggio da progosk » 17 ott 2021, 08:42

Queletia mirabilis ha scritto:
17 ott 2021, 08:03
tutti, ma proprio tutti, la pronunciano oenbuèlia (anche se questo non vuol dire necessariamente che sia la pronuncia esatta)
ah, ok, interessante sapere che anche qui si è diffusa quindi una approssimazione che italianizza a dispetto di ciò che imporrebbe qualsiasi pronuncia latina stretta, silenziando in maniera arbitraria le prime due h, rispettando invece (arbitrariamente, e di fatti errando, rispetto al cognome onorato) la terza, tale da dare risalto -addirittura con l’accento - ad una e che la regola latina “canonica” credo vorrebbe paritetica alle altre due, e che nel cognome di riferimento invece è solo tecnica, e dunque glissata.

Vedi come un approccio pragmatico agli epiteti onorifici aiuta a trovare almeno una logica (approssimare l’originale pronuncia del cognome, il meglio che si possa), anche potenzialmente internazionalizzabile, a fronte di prescrizioni che generano più confusione di quante ne risolvono?

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