Amanita muscaria

Gianca
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Re: Amanita muscaria

Messaggio da Gianca » 14 mar 2020, 20:04

Queletia mirabilis ha scritto:
14 mar 2020, 19:20
Peppino100 ha scritto:
14 mar 2020, 18:33
Hai scritto bene, ma forse non sai che alcune persone sono decedute per aver consumato funghi commestibili, una persona in provincia di Modena è morta dopo alcuni anni.
???
cosa intendi per commestibili?
che specie erano e che tipo di exitus hanno dato?
forse tanto commestibili non erano
oppure la tossicità non era nota, come è successo in passato per Gyromitra, Paxillus, nebularis ecc.
hai riferimenti biblio?
Si infatti se non erro in provincia di Modena è morto uno per aver mangiato Paxillus involutus, ma perché la sua velenosità non era nota, infatti era una specie data per commestibile mediocre sul Cetto, ora sui testi è dato per velenoso, ma mangiare l'Amanita muscaria adottando tutte le usanze e precauzioni di cui si sente parlare non mi sembra il caso e anche se uno se la cava e visto che la casistica è quasi nulla col tempo potrebbero sorgere problemi ancora sconosciuti, come è successo per altre specie.

-5327 Gianca

Franco Meiattini
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Re: Amanita muscaria

Messaggio da Franco Meiattini » 15 mar 2020, 17:00

Ma non si sta mica morendo di fame perché si mangi anche i funghi non sicuri. A parte il fatto che anche i funghi "sicuri" qualche volta improvvisamente diventano non commestibili: vedi per es. Clitocybe nebularis che io ho sempre mangiato per anni e che ora non raccolgo più, seguendo le raccomandazioni micologiche!

progosk
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Re: Amanita muscaria

Messaggio da progosk » 25 dic 2020, 18:15

Figurando l’A. muscaria da tempo nelle narrazioni dell’origine eterodossa del Natale (vedi qui https://biol421.opened.ca/unknowingly-c ... lebration/), può essere il momento adatto per aggiungere a questa conversazione un contributo disponibile online sull’argomento delle tradizioni a riguardo della specie, a firma di qualcuno che - sulla scia delle ricerche di etnomicologia che prendono spunto dal lavoro dei Wasson negli anni ‘50 - vi si è dedicato in maniera abbastanza approfondita, G. Samorini, che ha pubblicato nel 1999 un piccolo compendio monografico: Amanita Muscaria, Nautilus Edizioni, Torino - acquistabile qui http://nautilus.ecn.org/amanitaa.html, e liberamente consultabile (è volume privo di copyright) qui: https://www.autistici.org/mirrors/www.p ... htm#indice

Personalmente nn annovero i funghi tra i miei psicotropi di scelta, mi limito ai fermentati di graminacee e frutta, birra e vino in primis. Ciò detto, credo che la scienza fa bene ad indagare senza preconcetti in ogni disciplina - e mentre aspetto nuovi esiti sul fronte di Tricholoma equestre, leggerne di più su conoscenza tradizionale anche in Italia riguardo all’”ovolo selvatico” mia sembra solo utile, oltreché dilettevole.
Auguri e serenità per queste feste a tutti voi!

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da progosk » 25 dic 2020, 18:31

(Gli ostacoli culturali allo studio dell’argomento sono state essi stessi oggetto di indagine, vedi qui: https://www.researchgate.net/publicatio ... an_Example .)

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da Queletia mirabilis » 25 dic 2020, 19:09

Sempre interessanti i link che propone Philip.

Considerazioni brevi e strettamente personali:

che senso ha e che sapore può avere un fungo che per essere consumato a tavola viene martoriato in tutti i modi possibili (ore di bollitura, spremiture, salamoie, sott'aceto...). Capisco in tempo di fame ma oggi non lo concepisco. Questo vale anche per altri funghi tipo lattari pepati, russule acri ecc. Fatevi due patate fritte che è meglio.

Per quanto riguarda l'uso psicotropo, volontario e consapevole, della muscaria diciamo che è un mezzo come un altro che il genere umano usa per sballarsi, credendo di alleviare in tal modo i propri problemi esistenziali. Peccato che quando l'effetto finisce sei più incasinato di prima.

-5327

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da progosk » 25 dic 2020, 19:31

Queletia mirabilis ha scritto:
25 dic 2020, 19:09
che senso ha e che sapore può avere un fungo che per essere consumato a tavola viene martoriato in tutti i modi possibili (ore di bollitura, spremiture, salamoie, sott'aceto...). Capisco in tempo di fame ma oggi non lo concepisco. Questo vale anche per altri funghi
La tendenza ad apprezzare il fungo più possibilmente in stato “au naturel” corrisponde anche al mio approccio, per cui, per esempio, Armillaria mellea mi attrae poco, sapendo di doverla bollire a lungo, per poi avere sotto i denti un fungo di cui... cosa resta? Ciò detto, in realtà per A. muscaria, essendo le tossine state dimostrate idrosolubili, il “metodo” che emerge dall’analisi della letteratura non è particolarmente invasivo (eliminazione di cuticola e doppia bollitura per 5 min), e il risultato pare davvero apprezzabile per sue qualità una volta trattato.

Ripeto: non provo speciale attrazione, e rimane che nulla di quanto appare in questo Forum debba essere preso come raccomandazione al consumo di una specie, tuttavia è curiosa la sorte “speciale”, contraddittoria che è stata riservata nel tempo a questo fungo. Faremmo bene a parlarne senza blindature/preconcetti - tutto qui.

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da Gualberto » 25 dic 2020, 23:20

Il problema lo ravviso nel fatto che si voglia a tutti i costi fare uso di funghi da sballo quando conosciamo bene quello che succede con certe sostanze, evidentemente c'è chi non può farne a meno e quindi, come già suggerito da qualcuno, andrà a finire ai servizi sociali(e io pago!). Ricordo inoltre che nella storia si sono registrati casi di suicidi di massa sotto effetto di acido lisergico, mescalina etc...etc..; però c'è chi ancora dice che dette sostanze non sono pericolose; d'altronde ognuno è libero nel fare le proprie scelte, però non si venga a chiedere consigli, ne cercare di convincerci sulla presunta innocuità di certi funghi, personalmente sono nettamente contrario a qualsiasi tipo di droga iniziando dall'alcool per finire a tutto quello che finisce in "ina"; un salutone, Gualberto

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da progosk » 26 dic 2020, 01:59

Mi associo al tuo appello contro ogni abuso di sostanze psicotrope, qualsiasi sia il loro principio attivo, ma spero di non offendere le tue sensibilità a riservare per le stesse (nel mio caso soltanto per quanto riguarda i fermentati alcolici di qualità) l’eventualità di un loro uso coscienzioso/corretto/guidato dalla prudenza.

In ogni caso, questa conversazione su A. muscaria partiva da una richiesta di parere solo sulla commestibilità in linea di principio, e siccome nel campo della conoscenza dei funghi la parola di chi ha accumulato la saggezza/esperienza sul campo vale tanto, trovo sia opportuno che anche i moniti di prudenza - di cui nel mondo variopinto dei funghi giustamente non mancano - si basino su dati concreti, su documentazione ben vagliata, piuttosto che su tradizioni magari da riesaminare.

Non vi sembra insolito che un’esame oggettivo di una specie fungina così rapidamente muta a diventare una strana contesa etica? Non so, sarà questione di contesto culturale, ma a mio vedere, che la muscaria abbia saputo (e tutt’oggi sappia) scatenare reazioni così forti... mi sorprende, e mi invoglia ad indagare sui perché.

Ad ogni conto: apprezzo molto l’enorme mole di conoscenza che viene così generosamente condivisa in questo Forum. A tratti ci si sente seduti in mezzo ai savi del bosco. In una cerchia così, la saggezza troverà sempre consenso e validazione per merito intrinseco.

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da Queletia mirabilis » 26 dic 2020, 10:05

Ciao Philip,

limitandoci al lato culinario della muscaria, e tralasciando l'uso "da sballo" della stessa, quello che mi chiedo è se sia necessario mangiare un fungo che sicuramente provoca o può provocare degli effetti negativi sull'organismo. Perché il discorso è che la muscaria non si limita a far avere "visioni oniriche" o altro al consumatore, ma sicuramente altera anche la funzionalità cardio-circolatoria, cerebrale e chissà che altro, con conseguenze difficilmente quantificabili specialmente a lungo termine.
Poi che certi processi di cottura (e continuo a domandarmi se ne vale la pena) attenuino o eliminino certi effetti è un altro discorso. Il rischio esiste comunque, vuoi per errori di esecuzione di tali processi, vuoi per aver raccolto esemplari che per qualche motivo possono contenere più sostanza psicotropa, vuoi per soggetti umani più sensibili di altri a tali sostanze ecc.
Continuo a chiedermi: "Ne vale la pena?"
E poi supponiamo che con qualche alchimia culinaria si possa rendere commestibile la phalloides, ma senza una base di sicurezza al 100%, anche qui ne varrebbe la pena di tentare di consumarla?
Il mio consiglio sono sempre le patate fritte come alternativa.
Il tutto pour parler e senza essere inficiato da basi perbenistiche, ma soltanto salutistiche.

Grazie della piacevole chiacchierata. -6691

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Re: Amanita muscaria

Messaggio da progosk » 26 dic 2020, 10:56

A istinto mi pongo lo stesso quesito quando mi avvicino ai funghi come potenziale commestibile. Ad esempio, mi incuriosisce quel che leggo su vari modi di consumo di Fistulina epatica: chi consiglia crudo in piccole dosi, chi invece lo mette sotto sale, poi lo infarina e lo mette in forno con spezie e pomodoretto. Non ho avuto occasione di incontrarla, ma nel frattempo mi documento sulle varie ricette che le persone con più esperienza hanno elaborato.

E nel farlo, mi vien da pensare alle olive messe sotto ranno, alle castagne messe a spurgare, alle melanzane pressate sotto sale, ecc. ecc. Tutte pratiche alle quali non viene appeso particolare associazione di inutile alchimia, fanno semplicemente parte del bagaglio di tecniche culturali tramite le quali ci relazioniamo col mondo.

E poi penso a mia mamma che da qualche anno ha il dispiacere che nel suo consumare funghi ce n’è uno che, dopo anni di occasionale godimento, in seguito a due occasioni in cui le provocò immediata, significativa reazione gastroenterica, non toccherà mai più: l’ovolo quello buono, la caesarea. Reazione forse allergica, ci diciamo, ma non è che sapremo mai esattamente cosa le sia scattato al consumo di quella che anche nella sua esperienza era sempre stato una specie succulenta. Reazione di prudenza che ora vale per lei come divieto assoluto, e a me porta un ulteriore nota di attenzione a non confondere quella specie quando l’incontro nel bosco. Ma... eleveremmo l’annedoto mio a monito per tutti sul potenziale pericolo a consumare A. caesarea? Quale mole di documentata casistica soddisfarebbe il criterio razionale che esigiamo, per farne scienza?

Penso sia innegabile che qualcosa ha influito in maniera singolare sulla “sfortuna” critica di muscaria. E non sarebbe nulla di troppo sorprendente: fasi di “panico sociale” nei confronti di una determinata specie/sostanza sono state ben documentate nella storia umana.

Vero che tendenzialmente noi parliamo dei funghi, li viviamo, come raro, e dunque secondario, oggetto di consumo. Guardacaso erano studi sul potenziale di nutrimento primario, per combattere la fame, che hanno portato a indagini per capire meglio le intrinseche qualità dei funghi in genere. Penso che chiarire quanto il nostro punto di vista, anche quando scegliamo su cosa puntare le nostre indagini scientifiche, è sempre necessariamente informato/condizionato da un contesto cultural-vitale, sia solo un’utile filtro, per evitare abbagli.

Per tornare all’aneddotico: 1. ci sono significativi indagatori in micologia (nello specifico un fu presidente della New York Mycological Society) che iniziarono le loro indagini sui funghi letteralmente per fame (negli anni ‘30), storia su cui forse avrò occasione di tornare; 2. il mio interesse momentaneo ad A. muscaria è partito da una conversazione con la badante di mia suocera, georgiana (e laureata in matematica): alla domanda quali fossero i funghi prediletti dalle sue parti, mi ha risposto spontanea, entusiasta: quelli rossi, con i punti bianchi, buonissimi, bellissimi. Testuali parole... :-o

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