Commestibilità degli Agaricus sp.
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Commestibilità degli Agaricus sp.
Nel seguente topic: viewtopic.php?f=505&t=36576 relativo ad Agaricus freirei l'autore descrive "carne arrossante-imbrunente" poi, parlando della commestibilità "tossico come tutti gli Xanthodermatei" a questo punto mi sorge un dubbio che stravolge quanto ho imparato i almeno 5 corsi di micologia nei quali mi hanno sempre insegnato che gli Xanthodermatei hanno viraggio al giallo e (soprattutto, semplificando) che tutti gli Agaricus con viraggio al rosso-brunastro possono essere considerati commestibili più o meno apprezzabili.
Debbo tirare le orecchie al mio maestro
Silvio.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Forse il maestro é poco aggiornato, Agaricus freiri é stato istituito nel 2001
A parte gli scherzi si tratta di generalizzazioni buone per i corsi... Come quella delle Russula a sapore mite tutte commestibili...smentita da Russula olivacea...
Ps ricordo che Agaricus bresadolanus e Agaricus lanipes, sospettati di aver provocato avvelenamenti, non fanno parte degli Xanthodermatei ed hanno viraggi rosa e gialli concomitanti
A parte gli scherzi si tratta di generalizzazioni buone per i corsi... Come quella delle Russula a sapore mite tutte commestibili...smentita da Russula olivacea...
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Sarà da ieri in poi il DNA a dettare le regole per le sezioni di tutti i generi........vecchi ma soprattutto nuovi.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Ciao a tutti,
interessante questo quesito posta da Silvio, ma noi "micologi dilettanti" (come mi ritengo) in un futuro ormai presente, dovremo fare i conti con le nuove conoscenze acquisite tramite le indagini biomolecolari e filogenetiche.
Il problema attuale semmai è verificare che queste indagini vengano fatte su campioni "sicuri e macroscopicamente accertati" onde far sì che si possano creare delle banche dati attendibili.
Faccio un esempio: Boletus edulis, Amanita caesarea, Pleurotus ostreatus, ecc, sono specie facilmente determinabili con sicurezza a livello macroscopico; ecco da questi campioni sicuri è possibile effettuare le ricerche filogenetiche che per l'appunto, basandosi su specie accertate, possono dare credibilità ai vari test molecolari.
Il discorso cambia quando si campionano specie di incerta o discussa determinazione, qui la faccenda "si incasina alquanto" e per il momento dovremo fare un atto di fede in attesa che le tecniche di ricerca biomolecolare divengano sempre più efficaci e sicure.
E' un pò come ritornare indietro ai tempi delle prime ricerche effettuate con l'uso del microscopio che allora "sconvolsero" le conoscenze di quel periodo, ma si sà, la scienza fa continui progressi e in particolare la Miciologia (disciplina relativamente nuova) è la prima a farne i conti.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo e vi saluto cordialmente,
Ennio Carassai.
interessante questo quesito posta da Silvio, ma noi "micologi dilettanti" (come mi ritengo) in un futuro ormai presente, dovremo fare i conti con le nuove conoscenze acquisite tramite le indagini biomolecolari e filogenetiche.
Il problema attuale semmai è verificare che queste indagini vengano fatte su campioni "sicuri e macroscopicamente accertati" onde far sì che si possano creare delle banche dati attendibili.
Faccio un esempio: Boletus edulis, Amanita caesarea, Pleurotus ostreatus, ecc, sono specie facilmente determinabili con sicurezza a livello macroscopico; ecco da questi campioni sicuri è possibile effettuare le ricerche filogenetiche che per l'appunto, basandosi su specie accertate, possono dare credibilità ai vari test molecolari.
Il discorso cambia quando si campionano specie di incerta o discussa determinazione, qui la faccenda "si incasina alquanto" e per il momento dovremo fare un atto di fede in attesa che le tecniche di ricerca biomolecolare divengano sempre più efficaci e sicure.
E' un pò come ritornare indietro ai tempi delle prime ricerche effettuate con l'uso del microscopio che allora "sconvolsero" le conoscenze di quel periodo, ma si sà, la scienza fa continui progressi e in particolare la Miciologia (disciplina relativamente nuova) è la prima a farne i conti.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo e vi saluto cordialmente,
Ennio Carassai.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Hai colto nel segno.Ennio Carassai ha scritto:Ciao a tutti,
interessante questo quesito posta da Silvio, ma noi "micologi dilettanti" (come mi ritengo) in un futuro ormai presente, dovremo fare i conti con le nuove conoscenze acquisite tramite le indagini biomolecolari e filogenetiche.
Il problema attuale semmai è verificare che queste indagini vengano fatte su campioni "sicuri e macroscopicamente accertati" onde far sì che si possano creare delle banche dati attendibili.
Faccio un esempio: Boletus edulis, Amanita caesarea, Pleurotus ostreatus, ecc, sono specie facilmente determinabili con sicurezza a livello macroscopico; ecco da questi campioni sicuri è possibile effettuare le ricerche filogenetiche che per l'appunto, basandosi su specie accertate, possono dare credibilità ai vari test molecolari.
Il discorso cambia quando si campionano specie di incerta o discussa determinazione, qui la faccenda "si incasina alquanto" e per il momento dovremo fare un atto di fede in attesa che le tecniche di ricerca biomolecolare divengano sempre più efficaci e sicure.
E' un pò come ritornare indietro ai tempi delle prime ricerche effettuate con l'uso del microscopio che allora "sconvolsero" le conoscenze di quel periodo, ma si sà, la scienza fa continui progressi e in particolare la Miciologia (disciplina relativamente nuova) è la prima a farne i conti.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo e vi saluto cordialmente,
Ennio Carassai.
L'importante è partire con il piede giusto .........iniziando dai Typus.
Ciao.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Io ho cominciato a fare corsi nel 2008.mefi ha scritto:Forse il maestro é poco aggiornato, Agaricus freiri é stato istituito nel 2001
A parte gli scherzi si tratta di generalizzazioni buone per i corsi... Come quella delle Russula a sapore mite tutte commestibili...smentita da Russula olivacea...
Ps ricordo che Agaricus bresadolanus e Agaricus lanipes, sospettati di aver provocato avvelenamenti, non fanno parte degli Xanthodermatei ed hanno viraggi rosa e gialli concomitanti
Per quanto riguarda R. olivacea mi sembra che abbia dato disturbi a seguito di una probabile cottura insufficiente (io l'ho consumata una volta, ben cotta, e non ho avuto nessun disturbo).
Silvio.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
personalmente frequentando molto spesso le faggete dei Sibillini e dell'Abruzzo, ho avuto occasione di mangiarla parecchie volte, buon fungo se cotto adeguatamente (min. 25-30 min da quando inizia a bollire in padella).ardi1949 ha scritto:mefi ha scritto:Forse il maestro é poco aggiornato, Agaricus freiri é stato istituito nel 2001
Per quanto riguarda R. olivacea mi sembra che abbia dato disturbi a seguito di una probabile cottura insufficiente (io l'ho consumata una volta, ben cotta, e non ho avuto nessun disturbo).
Silvio.
Nello stesso modo ho costatato diverse volte, come chi l'ha consumata cotta alla brace o cotta velocemente, abbia avuto problemi gastro-intestinali anche violenti (dolori, diarrea) ma risolti sempre benignamente entro 24/36 ore.
Comunque in questo caso (Russula olivacea) è sempre bene ricordare la sua tossicità se non cotta adeguatamente.
ciao a tuti,
Ennio.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Ciao Ennio
una immagine davvero molto bella di Russula olivacea !
Spero di poterti reincontrare presto al Castelluccio !!
Un salutone
Enzo.
una immagine davvero molto bella di Russula olivacea !
Spero di poterti reincontrare presto al Castelluccio !!
Un salutone
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
Ciao Pino,pinoconserva ha scritto:Sezione XANTHODERMATEI (Superfici ± ingiallenti per sfregamento, raramente arrossanti. Odore di fenolo o iodoformio. Carne alla base del gambo virante al giallo cromo se scalfita, raramente arrossante. RS-)
ci sono invece , a carne arrossante, A. lanipes e A.benesi, in alcuni testi ritenuti tossici con sindr gastroenetrica incostante;
domanda: la causa può essere l'assorbimento di metalli, essendo specie prive di odore fenolico?
A. lanipes è a tossicità incostante, quindi non è prudente consumarlo, mentre A. benesii = A. squamulifer è un buon fungo edule anche se arrossa più vistosamente del lanipes..
Per quanto concerne la tossicità incostante di alcune specie di Agaricus ritenuti commestibili, essa è dovuta alla captazione e concentrazione da parte delle ife del micelio delle sostanze tossiche eventualmente presenti nel terreno di crescita precipitate con le piogge acide, anche l'Agaricus urinascens che cresce in alta montagna ha dato alle volte qualche lieve disturbo (un po' di nausea, leggeri dolori intestinali, mal di testa, ecc.) tutti di breve durata e senza strascici in individui forse predisposti.
un salutone,
Ennio.
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Re: Commestibilità degli Agaricus sp.
[/quote]
Ennio grazie per le spiegazioni; immagino che talvolta, nella fretta, tra gli agaricus ci finisca qualche lepiota di piccola taglia; per questo io non consumo agaricus se non profumati e annusati uno per uno![/quote]
Ciao Pino,
bisogna sempre ricordarsi che gli Agaricus hanno lamelle rosate e poi marrone scuro (soprattutto quelli appartenenti alla Sezione Agaricus), mentre le piccole Lepiota tossiche le hanno bianche o crema-biancastre e odore di scleroderma o di caucciù.
Ennio.
Ennio grazie per le spiegazioni; immagino che talvolta, nella fretta, tra gli agaricus ci finisca qualche lepiota di piccola taglia; per questo io non consumo agaricus se non profumati e annusati uno per uno![/quote]
Ciao Pino,
bisogna sempre ricordarsi che gli Agaricus hanno lamelle rosate e poi marrone scuro (soprattutto quelli appartenenti alla Sezione Agaricus), mentre le piccole Lepiota tossiche le hanno bianche o crema-biancastre e odore di scleroderma o di caucciù.
Ennio.