Amanita dryophila e Peziza flavida

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Amanita dryophila e Peziza flavida

Messaggio da cld.orla » 15 set 2011, 21:37

Ciao a tutti. Vi metto a disposizione due mie raccolte interessanti di Amanita dryophila e una di Peziza flavida trovate nel cortile di casa mia in collina poco più di un anno fa e che ho pubblicate su di una rivista un anno fa. Purtroppo non riesco ad inserire le descrizioni del testo che è in file Word . Vincenzo AIUTO! come si fa?
nella foto 3 :elementi del velo generale. nella foto 2 filo lamellare. foto 3 A. dryophila. seguono altre foto saluti da claudio
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Re: Amanita dryophila e Peziza flavida

Messaggio da cld.orla » 15 set 2011, 21:41

altre foto di micro
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Re: Amanita dryophila e Peziza flavida

Messaggio da cld.orla » 15 set 2011, 21:45

ho fatto casino con l'ordine delle foto comunque spero che si capisca la differenza tra le spore di Amanita e quelle contenute negli aschi di Peziza.
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Re: Amanita dryophila e Peziza flavida

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 15 set 2011, 21:49

Semplicemente facendo il copia-incolla......fra un minuto, però. -5327 -5327

Pronto.............via ! -2107
Ciao da Enzo. -5327

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Re: Amanita dryophila e Peziza flavida

Messaggio da cld.orla » 19 set 2011, 19:16

Amanita dryophila e Peziza flavida, due interessanti specie ritrovate a Spianzagna (RE)

Claudio Orlandini
Via Parigi, 39/B - 41012 Carpi (MO)
e-mail: claudio.orlandini@fastwebnet.it

Riassunto
Vengono riportati i ritrovamenti di Amanita dryophila Consiglio & Contu e Peziza flavida (W. Phillips) M.M. Moser ex D.C. Pant, con descrizioni, fotografie in habitat e micrografie dei principali caratteri microscopici.

Introduzione
Spianzagna è una località in comune di Baiso in provincia di Reggio Emilia, situata sulle prime colline, nella quale trascorro tutti i fine settimana. Situata a una altezza di 390 m s.l.m., è circondata da campi coltivati a erba e da boschetti di querce con presenza di pini e carpini. Il terreno calcareo e arido, l’esposizione assolata e scoscesa, rendono questo ambiente quasi un calanco, non molto favorevole alla crescita di specie fungine a eccezione dei periodi particolarmente piovosi, come la primavera di quest’anno o qualche breve momento verso l’autunno inoltrato. Nonostante ciò qualche incontro con specie interessanti avviene, per lo più in modo casuale, visto il poco tempo che dedico alla ricerca in campo o forse grazie alla passione che porta a osservare in modo minuzioso anche un pezzetto di legno come è avvenuto per Peziza flavida trovata mentre toglievo rami da una catasta di legna umida che volevo mettere ad asciugare per il camino. Il ritrovamento di Amanita dryophila è stato fatto da un amico mentre addestrava un cagnolino a tartufi nell’immediata vicinanza dell’area cortiliva.

Materiali e metodi
L’analisi microscopica su Peziza flavida è stata eseguita sul fresco, mentre per Amanita dryophila è stata effettuata su campioni essiccati, fatti rinvenire con acqua o KOH 3% e, dopo lavaggio con acqua, colorati con rosso Congo anionico e lavati brevemente una seconda volta con acqua. Come liquido di montaggio dei campioni colorati con rosso Congo è stato utilizzato il tampone alla glicerina L4. Il reattivo di Melzer è stato utilizzato per la prova dell’amiloidia sulle spore di A. dryophila e sugli aschi di P. flavida oltre che per il relativo montaggio dei vetrini. È stato utilizzato un microscopio Zeiss Scope A1, dotato di ottiche N-Acroplan, sia in campo chiaro che in contrasto di fase. Per le micrografie è stata utilizzata una macchina fotografica Canon G9. Le misurazioni sono state effettuate manualmente, con scala graduata e tarata, utilizzando due gruppi di 32 spore in vista laterale e frontale: per ognuno degli altri elementi sono state fatte 5 misurazioni.

Amanita dryophila Consiglio & Contu 1999, Persoonia 17 (2): 287-289

Genere Amanita Pers.; Sottogenere Amanita, Sezione Vaginatae (Fr.) Quél.; Sottosezione Ovigerae (Singer) Contu; Serie Biovigera Contu.

Descrizione della raccolta
Cappello: 5-12 cm, all’inizio convesso, poi piano-convesso, non completamente disteso nemmeno da maturo, con evidenti avvallamenti e gobbette irregolari, umbone non evidente, presenza di residui di velo generale a placche, anche importanti, di colore biancastro, friabili e facilmente asportabili, di colore brunastro-ocraceo con sfumature giallastro-bronzate, con aspetto lubrificato. Il bordo è striato per oltre 1 cm.
Lamelle: libere al gambo, piuttosto fitte, con lamellule che arrivano oltre la metà del diametro del cappello, un po’ grasse, con filo leggermente crenulato, bianche, senza macchie.
Gambo: 5-9,5 × 0,5-2,5 cm, cilindrico, leggermente dilatato alla base, infisso nel terreno per un terzo della lunghezza, corrugato, bianco, con screziature appena accennate ancora candide.
Volva: friabile, ridotta a brandelli, bianca o biancastra con sfumature ocra soprattutto alla base.
Carne: soda ma non tenace, si sbriciola con una certa facilità alla pressione, bianca, leggermente ocracea alla base del gambo, senza odori significativi, sapore dolciastro.
Habitat: il ritrovamento è avvenuto a primavera inoltrata, il 22-05-2010 in località Spianzagna (RE) GPS 32T0628601 – 4931874, alt. 389, su terreno nudo, due metri oltre il bordo del bosco costituito da querce e carpini. Erano presenti sette esemplari in diversi stadi di sviluppo. Legit Andrea Gatti.

Microscopia
Spore: ellissoidali, 10,4-12,5 x 7,6-8,9 µm, Qm 1,38, Vm 417 µm3 , lisce, ialine in acqua, con un apicolo pronunciato e vistoso.
Basidi: 40-55 x 12-14 µm, tetrasporici, clavati. Lo strato subimeniale è costituito da ife intrecciate larghe 2-4 µm con elementi allungati; alcune presentano qualche rigonfiamento. Le cellule marginali sono di vari tipi, alcune rotondeggianti con elementi sferici o piriformi di 20-45 × 18-35 µm, altre allungate, claviformi o cilindracee di 40-58 × 12-20 µm; sono collegate alle cellule subimeniali tramite una ifa sottile, 2-3 µm, o da una catenella di 3-4 cellule allargate progressivamente a partire dal basso.
Pileipellis: formata da una ixocutis di ife confusamente intrecciate con elementi sollevati, di dimensioni variabili, larghe 2-6 µm, immerse in uno strato di gel, con alcune zone di transizione verso un ixotrichoderma; alcune ife sono dilatate.
Subcutis: costituita da ife più grandi fino a 8 µm, con parete sottile, anch’esse con elementi allungati e alcuni rigonfi. Il velo generale è di tipo misto e comprende ife filamentose mescolate a ife globose, confusamente intrecciate. Queste ultime sono più numerose nella parte interna del velo mentre risultano più rarefatte verso l’esterno.
I giunti a fibbia non sono stati osservati in nessuna delle parti esaminate.

Osservazioni
Per la determinazione di questa specie è stata seguita la chiave di CONTU (2000b) secondo la quale, per le spore allungate con un Q compreso tra 1,2 e 1,5, Amanita dryophila appartiene alla Sottosezione Ovigerae (Singer) Contu, mentre per la volva friabile viene inclusa nella Serie Biovigera Contu. L’assenza dei giunti a fibbia alla base dei basidi separa questa specie dalla vicina Amanita oblongispora Tulloss & Contu, molto simile e con la stessa ecologia. Nella stessa Serie abbiamo anche Amanita biovigera Singer con la volva con tonalità grigiastre e legata a conifere, e Amanita pini Neville & Poumarat, specie di recente descrizione pure associata a conifere, soprattutto Pinus sylvestris. Altra entità confondibile è Amanita simulans Contu, che differisce per le tonalità più grigiastre, l’ecologia differente (sembra legata principalmente a Populus) e per le spore subglobose.
Lo studio di questa raccolta non ha posto problemi per il suo inserimento nella Sottosezione Ovigerae ma per la determinazione della specie mi hanno inizialmente tratto in inganno le dimensioni sporali, più vicine a quelle di Amanita oblongispora. Questo fatto mi ha portato a una ricerca accurata dei giunti a fibbia di cui quest’ultima è dotata e che poi non ho trovato, nonostante i moltissimi vetrini fatti. A questo punto è subentrata la convinzione che si potesse trattare di Amanita dryophila. A rafforzare questa convinzione ha contribuito il lavoro di NEVILLE & POUMARAT (2009) che per alcune Amanita di questo gruppo documenta dimensioni sporali su raccolte della stessa specie, molto variabili, che si discostano anche di 4 decimi dal Qm. Anche nella raccolta studiata viene confermata questa situazione con la presenza nello stesso basidioma di spore molto variabili tra loro, da subglobose a ellissoidali molto allungate. La mia raccolta, messa a confronto con la descrizione del typus (CONSIGLIO & CONTU, 1999), presenta qualche differenza in alcuni caratteri macroscopici come la taglia meno slanciata e più tozza, forse dovuta alle condizioni ambientali di crescita primaverile con umidità abbondante e temperature molto elevate presenti al momento del ritrovamento. Lo sviluppo di alcuni basidiomi non ancora ultimato ha influenzato, a mio parere, sia la colorazione del cappello, che nella mia raccolta risulta con tonalità meno brunastre e con riflessi bronzeo-olivastri rispetto a quelle della fotografia a colori della raccolta tipo, sia quella del gambo, interamente bianco, dove non sono ancora visibili le bande nocciola-arancioni descritte nel typus. Lo stesso CONTU (2000a) nella chiave per la determinazione delle Amanita trovate in Sardegna, per Amanita dryophila ammette la colorazione del gambo completamente bianca, dicendo: “da bianco a screziato da bande concolori” così come gli autori della specie che nella descrizione originale parlano di “Stipes … cylindraceus, albus, aurantio vel avellaneo colore variegatus, exannulatus”. Queste considerazioni, a mio avviso, sono sufficienti per ritenere la raccolta studiata rientrante nella variabilità accettata per la specie. La crescita avvenuta a pochi metri da casa potrebbe favorire il ritrovamento di altre raccolte che saranno sicuramente utili per effettuare ulteriori controlli. Gli exsiccata sono conservati nell’erbario dell’autore con il n° 2010010.

Peziza flavida (W. Phillips) M.M. Moser ex D.C. Pant 1993, J. Mycopathol. Res. 31 (1): 22

Descrizione della raccolta

Ascomi: coppette di forma irregolare e variabile, alcune brevemente stipitate, altre subsessili di 1,5-3,8 cm.
Apotecio: da subgloboso negli esemplari molto giovani a debolmente cupolato con l’età, di colore giallo carpofori negli ascomi che hanno preso luce, giallo-ocracei in quelli più nascosti, liscio all’esterno. Gli esemplari che sono provvisti di un breve stipite presentano alcune brevi costolature di collegamento tra il piede e l’apotecio. La parte interna della coppetta è liscia e più chiara rispetto all’excipulum e ha tonalità crema o bianco-ocracea. L’orlo si presenta in svariati modi: ondulato, rivolto all’interno e addirittura rigirato all’esterno in alcuni esemplari, regolare e diritto in altri, intero o appena dentellato, anche brevemente fessurato in esemplari più maturi, con colorazione che assume tonalità più scure, verso il brunastro, con la maturazione.
Carne: spessa 1-2 mm, consistente ma fragile, untuosa al tatto, con odore e sapore gradevole un po’ fruttato e acidulo.
Habitat: all’interno di una catasta di legna umida, su rami senza corteccia di latifoglie miste non più riconoscibili, a causa dell’avanzato deterioramento del legno. Erano presenti molti esemplari (circa 20) in diversi stadi di sviluppo. Data raccolta 20 Aprile 2009.
Microscopia
Spore: oblunghe, 13,5-14,9 × 7,7-8,7 µm, lisce, con parete sottile, senza guttule.
Aschi: 330-365 × 18-20 µm, amiloidi, monotunicati, opercolati, contenenti otto spore monoseriate. Parafisi: numerose, 330-365 × 4,5-7 µm ad apice clavato e arrotondato.

Osservazioni
Tra le Peziza dalle colorazioni gialle, P. flavida è facilmente separabile da altre simili grazie alla crescita su legno e alla tipologia delle spore lisce e senza guttule (MEDARDI, 2006) Infatti, P. buxea Quél., P. boudieri (Cooke) Donadini, P. subcitrina (Bres.) Romagn. ex Korf sono terricole. È interessante mettere in evidenza il ritrovamento primaverile, mentre in letteratura la specie studiata viene descritta a crescita autunnale (CONSIGLIO & PAPETTI, 2001).

Ringraziamenti
Si ringraziano Giovanni Consiglio per la revisione del lavoro, Ledo Setti per l’aiuto nella ricerca di letteratura, Franca Franceschetti per il contributo apportato.

Bibliografia
Breitenbach J. & F. Kränzlin - 1995: Champignons de Suisse. Tome 4. Champignons à lames. 2ème partie. Mykologia. Lucerne.
Consiglio G. - 2000: Contributo alla conoscenza dei Macromiceti dell’Emilia Romagna. XXI. Genere Amanita. BGMB 43 (2): 211-232.
Consiglio G. & M. Contu - 1999: Amanita dryophila (Amanitaceae) spec. nov. and the species of the section Vaginatae with a semifriable universal veil and ellipsoid spores. Persoonia 17 (2): 287-290.
Consiglio G. & C. Papetti - 2001: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia. Volume 2. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Vicenza.
Contu M. - 2000a: Saggio di una chiave per la determinazione delle specie del genere Amanita osservate in Sardegna. BGMB 43 (2): 67-86.
Contu M. - 2000b: Chiave per la determinazione delle specie europee del genere Amanita, sez. Vaginatae. BGMB 43 (2): 233-240.
Medardi G. - 2006: Atlante fotografico degli Ascomiceti d’Italia. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Vicenza.
Neville P. & S. Poumarat - 2009: Quelques espèces nouvelles ou mal délimitées d’Amanita de la sous-section Vaginatinae. Fungi non delineati. Pars LI-LII. 1er complemént à AMANITAE, Fungi Europaei 9. Edizioni Candusso. Alassio.

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