Funghi e radioattività.

Alessio1973
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Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 00:42

ora sul momento non posso fornire dati precisi: provvedrò nei prossimi giorni (impegni permettendo). Un amico del gruppo micologico livornese, ex dipendente del CISAM, ovvero il Centro Interforze Studi Applicazioni Militari, studia da anni il problema: penso sia uno dei pochi che coniugando lavoro (misrazione della radioattività) e passione (i funghi), ha raccolto dati sul problema quando ancora non era un problema ! Questo gli ha permesso di fare confronti tra la situazione pre- e post-Cernobyl, lo spartiacque dell'interesse generale verso le questioni dell'inquinamento da radionuclidi. Pochi lo sanno o non ricordano, ma i funghi, che captano i radionuclidi ovviamente in modo differente a seconda della loro ecologia, erano ricchi di queste molecole (per utilizzare un temine 'popolare') ià prima dell'esplosione della centrale ucraina a causa della ricaduta a terra delle polveri degli eseprimenti nucleari nell'atmosfera...a presto ! -5327

Vincenzo Migliozzi
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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 06 dic 2010, 09:34

Alessio1973 ha scritto:rinaldo ora sul momento non ti posso fornire dati precisi: provvedrò nei prossimi giorni (impegni permettendo). Un amico del gruppo micologico livornese, ex dipendente del CISAM, ovvero il Centro Interforze Studi Applicazioni Militari, studia da anni il problema: penso sia uno dei pochi che coniugando lavoro (misrazione della radioattività) e passione (i funghi), ha raccolto dati sul problema quando ancora non era un problema ! Questo gli ha permesso di fare confronti tra la situazione pre- e post-Cernobyl, lo spartiacque dell'interesse generale verso le questioni dell'inquinamento da radionuclidi. Pochi lo sanno o non ricordano, ma i funghi, che captano i radionuclidi ovviamente in modo differente a seconda della loro ecologia, erano ricchi di queste molecole (per utilizzare un temine 'popolare') ià prima dell'esplosione della centrale ucraina a causa della ricaduta a terra delle polveri degli eseprimenti nucleari nell'atmosfera...a presto ! -5327

E' la prima volta che sento di un lavoro veramente interessante svolto da un Ente ( il CISAM ) che doveva essere sciolto trenta anni orsono.

Meno male...........che , a sei anni dal mio pensionamento , ne sento parlare bene.

-1987 -1987 Alessio che me lo ha fatto sapere. -6565

Aspetto di leggere del lavoro e COMPLIMENTI alla persona che è riuscito a coniugare due interessi totalmente diversi ( lavoro ed hobby !! ).


Lo conosco ?

Ciao da Enzo. -5327

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 10:15

Enzo il tizio si chiama (penso che non ci sia alcun problema a farne il nome...) giampaolo gremigni: ha pubblicato molto sul tema e tutti gli anni, nel corso del gruppo micologico livornese, fa pure una lezione specifica. Lo dovrei vedre proprio oggi, quindi stasera riprendiamo il discorso.
Comunque, per chi non lo sapesse, il CISAM (ex CRESAM, ex CARMEN) si trova a San Piero a Grado, una frazione a ovest di Pisa, nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, a tre chilometri da una cattedrale romanica di rara bellezza (che celebra appunto il presunto punto dello sbarco del santo in Italia...) e a due dalla famiverata base di Camp Darby, la più grossa base logistica delle truppe statunitensi nel Mediterraneo occidentale (gentile concessione dell'Italia all'alleato in cambio degli aiuti del piano Marshall). Inizialmente aveva sede presso l'Accademia Navale di Livorno.
Quella del Cisam è una zona verde, molto bella e ricca di funghi (per restare in tema), delimitata da un reticolato invalicabile. All'interno si trova un reattore nucleare, chiamato in codice Rts-1, di potenza limitata (5 megawatt termici, contro i 3 mila megawatt di un reattore di media potenza): doveva servire per esperimenti destinati a realizzare un propulsore nucleare per il primo sottomarino atomico italiano. Il provetto è stato poi soprresso e le autorità militari hanno spento il reattore, ora sotto controllo 24 ore su 24 da parte di una serie di ditte specializzate.
-5327

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 10:28

...e che rottura di OO quando, camminando nei boschi di quella zona, molto belli (del tutto simili a quelli della vicina Tenuta di San Rossore) incontri quelle insopportabili reti metalliche con il filo spinato sopra...soprattutto quando, come è accedatuto al mio amico giovanni, pochi passi oltre la rete ci sono tre porcini ! -6662

PS: ho spostato l'argomento nella pagina delle discussioni, come suggerito da Nicola

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:04

Allora...la letteratura che interessa il rapporto tra funghi e inquinamento da sostanze radiattive, come si può immaginare, è ricchissima. Non essendomi mai interessato troppo all'argomento non sono in grado di fornire un quadro completo e aggiornato; tuttavia, come detto, in precedenza, posso provare a gettare - diciamo così - le basi per una discussione fornendo alcuni dati tratti da una pubblicazione (sinceramente datata) di un amico. Questi si chiama Giampalo Gremigni e la pubblicazione, edita come supplemento ai quaderni del Museo di Storia Naturale di Livorno, "Radionuclidi nei funghi e nel terreno prelevati nel parco naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e nelle colline livornesi a seguito dell'incidente di Chernobyl".

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:18

Iniziamo con una mia introduzione al problema, per poi proseguire con i dati sperimentali. Come detto, lo spartiacque per questo tipo di studio, è rappresentato dall'incidente di Chernobyl. L'esplosione della centrale sovietica, ora in territorio ucraino, ha infatti interessato, a causa della colonna termica indotta dall'incendio e dai grossolani primi tentativi di contenerlo, diverse regioni dell'emisfero settentrionale e per la diffusione avuta della notizia sui mezzi di comunicazione. In precedenza un'altra nube radiattiva, quella conseguente l'incidente alla centrale di Windscale (Inghilterra) del 7 ottobre 1957, aveva attraversato l'Europa, mentre gli Stati Uniti avevano vissuto l'incidente di Three Mile Island (28 marzo 1979): sfido però chiunque a ricordarli, eppure sono stati piuttosto garvi [entrambi sono stati valutati di grado 5 nella scala INES- International Nuclear and radiological Event Scale; questa scala è divisa in due parti: gli incidenti (dal 7º al 4º livello) e i guasti (dal 3° al 1°): il livello 0° è catalogato come una deviazione; poiché si tratta di una scala logaritmica il passaggio da un livello all'altro significa un aumento di danni di circa dieci volte....per capire la disgrazia di Chernobyl basti pensare che è stato valutato un incidente di grado 7...]

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:26

Il problema, oltre che i danni propri dell'incidente, è il fallout o ricaduta radioattiva: ovvero la ricaduta sotto forma di cenere e pulviscolo del materiale più o meno radioattivo coinvolto nell'esplosione,da questa lanciato in aria fino al limite della troposfera (circa 12 km di quota).Il fallout si divide in primario e secondario. Il primo inizia netro pochi istanti dall'incidete ed interessa la zona dlel'incidente: solitamente comprende le polveri più pesanti e radioattivi; il secondo inizia a ricadere da una a due ore dopo: è costituito dai materiali più leggeri, ma non per questo meno pericolosi, trasportati dal vento lontano dal luogo dell'incidente. La coda del fallout secondario può allungarsi per decine di chilometri nelle esplosioni più potenti: la sua forma e la sua lunghezza sono funzione dell'andamento dei venti negli strati superiori dell'atmosfera. In genere il materiale radioattivo continua a cadere per un tempo che va da sei a trenta ore.

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:34

Come accennavo nella prima risposta a rinaldo occorre tenere presente che prima della moratorio degli esperimenti nucleari nell'atmosfera [Trattato sulla messa al bando dei Test nucleari sottomarini, nell'atmosfera e nello Spazio esterno - firmato da USA, Gran Bretagna e URSS nel 1963, dalla Francia nel 1974 e dalla Cina nel 1980] questi esperimenti hanno prodotto un fallout non trascurabile.
Nell'ambito più ampio della radioprotezione, la radioattività ambientale si pone appunto quale scopo la determinazione qualitativa e quantitativa delle sostanze radioattive (radionuclidi) presenti nelle varie matrici con particolare riguardo a quelle che interessano la catena alimentare dell'uomo.

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:47

Tra i radinuclidi più pericolosi presenti nel fallout ricordo lo iodio 131 (molecola artificiale prodotta dalla fissione di uranio e plutonio), lo stronzio 90 ed il cesio 137.
Questi elementi vengono assorbiti dagli esseri viventi perché simili agli elementi macro- e micronutritivi. Lo iodio radiattivo di sostituisce allo iodio contenuto negli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea; lo stronzio è pericoloso perché tende a sostituirsi al calcio delle ossa e quindi a permanervi per lungo tempo, provocando tramite la sua radioattività l'insorgere di forme tumorali; il cesio sostituisce il potassio, presente praticamente in ogni parte del nostro organismo.
In conseguenza del fallaout questi elementi vengono a contaminare il terreno, in misura e condizioni diverse a seconda del terreno stesso. Solitamente il tempo di vita di questi elementi e varie caratteristiche che ora non stiamo ad analizzare, fanno si che la loro concentrazione sia massima nei primissimi strati di terreno: quindi nell'humus.
Questo ci permette di fare una prima considerazione sui funghi: è evidente che i funghi saprofiti, con miceli più superficiali, tenderanno ad accumulare quantitativi di radionuclidi più elevate rispetto ai funghi simbionti.

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Re: Funghi e radioattività.

Messaggio da Alessio1973 » 06 dic 2010, 23:48

O meglio e in modo meno generalizzato: i funghi con miceli superficiali sono più contaminati di quelli con miceli profondi. Ed ora passiamo ai dati, con i limiti detti. Per evitare lunghe presentazioni di dati, mi limito a riproporre la tabella 3 del lavoro che ho scelto come riferimento: in questa tabella, per ogni specie o raggruppamento considerato, sono presentati i dati pre-Chernobyl (1978-1984), post-Chernobyl (1986-1990) e la media.

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