Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 22:02

.
Laccaria vinaceorosea Contu
Bull. Féd. Myc. Dauph.-Savoie 38 (148): 36. 1998.

= ‘Laccaria striatula (Peck) Peck ss. str. P.D. Orton’, in Bon, Doc. Mycol. 13 (51): 49. 1983.
= ‘Laccaria bisporigera Ballero & Contu forma’, Micol. Veget. Medit. 11 (2): 149. 1996.

Cappello 0,2–4 cm, poco carnoso, convesso poi spianato e sovente umbonato, margine
per lo più subrevoluto o revoluto, tomentoso-asperulato, notevolmente scanalato-solcato, da fulvo-lampone a rosa carnicino pallido, con evidenti e netti riflessi lilla, a tempo umido
interamente striato per trasparenza. Lamelle larghe e spesse, da adnate a decorrenti, rosa
salmone, taglio quasi sempre più intensamente colorato. Gambo 1,5–8,5 × 0,2–0,5 cm,
cilindrico-clavato o clavato, fibrilloso-striolato, da aranciato a ocra giallastro, verso la base
bianco per il micelio. Carne poco consistente, fragile, da biancastra a rosa chiaro; odore
netto, fruttato, gradevole; sapore mite.

Sporata bianca.

Spore 9–11 μm, globose, raramente subglobose, decorate da aculei conici e
distanziati, lunghi 0,8–1 μm. Basidi 40–55 × 9–11 μm, bisporici o monosporici, clavati, con
fibbie. Cellule marginali banali, filamentose. Rivestimento pileico composto da una cutis di
ife parallele, larghe 5–9 μm, tendenti a rialzarsi verso il centro ed a formare un tricoderma
subpalissadico, pigmento misto, intracellulare nelle ife esterne, intraparietale in quelle
interne. Giunti a fibbia costanti

Habitat: gregaria e cespitosa in luoghi umidi, al margine di rigagnoli e ruscelli, in
montagna, oltre i 1000 metri s.l.m.. Estate. Molto rara.
Distribuzione: fino ad ora conosciuta con certezza solo dalla Sardegna.

OSSERVAZIONI

1. Questa specie sembra corrispondere alla ‘L. striatula ss. str. P.D. Orton’ di BON
(1983), per le colorazioni, i basidi bisporici e le spore di taglia media decorate da aculei
bassi. L. striatula (Peck) Peck, conosciuta dagli USA, si distingue agevolmente, fra l’altro,
per i basidi tetrasporici, le spore più grandi e decorate da aculei molto più lunghi e per il
gambo liscio (MUELLER 1992).
2. Oltre che in Italia, L. vinaceorosea è probabilmente presente anche in Svizzera,
come è stato possibile accertare grazie allo studio di collezioni dell’erbario di C. Lavorato.
3. Sono parecchie le specie che possono prestarsi a confusioni:
– L. affinis, L. laccata, L. proxima si distinguono facilmente per i basidi tetrasporici;
– L. bisporigera Contu & Ballero ha taglia più robusta e portamento più slanciato,
colorazioni prive di riflessi lilla e spore con aculei piramidali decisamente più allungati;
– L. pumila Fayod e L. tortilis (Bolton) Cooke hanno, fra l’altro, spore molto più
grandi, superanti facilmente i 12 μm;
– L. fraterna (Sacc.) Pegler, nota dall’Australasia, ha gambo glabro e spore con aculei
decisamente più lunghi (1,4–1,8 μm sec. MUELLER, 1992: 96 oppure 1,5–2 μm sec.
MUELLER & VELLINGA 1986: 40, in tutti e due i casi dopo studio di materiale autentico);
– L. goossensiae (Beeli) Contu, nota dall’Africa centrale, ha gambo glabro e spore
“subglobose, broadly ellipsoid or broadly amygdaliform” (sec. MUELLER, 1992: 101, studio
di materiale autentico);
– L. lateritia Malençon ha colorazioni molto più cariche in cappello, lamelle e gambo,
odore nullo o non peculiare e spore subglobose o largamente ellissoidali, ad aculei più fitti.

1. This species seems to correspond to BON’S (1983) ‘L. striatula ss. str. P.D. Orton’, by its
colours, 2-spored basidia and medium size spores, with low spines. L. striatula (Peck) Peck, recorded
from the United States, is easily distinguished, for example, by the 4-spored basidia, by spores which
are bigger and with longer spines and by the smooth stipe (MUELLER 1992).
2. L. vinaceorosea has been recorded not only in Italy but probably also in Switzerland, as we
could ascertain upon examination of C. Lavorato’s herbarium.
3. Several species could be confused with this one: L. affinis, L. laccata and L. proxima are
easily distinguished by the 4-spored basidia; L. bisporigera Contu & Ballero is characterized by a
more robust size and more slender habit, colours devoid of any lilac tint and spores with pyramidal,
definitely more elongated spines; L. pumila Fayod and L. tortilis (Bolton) Cooke have much bigger
spores, easily over 12 μm; L. fraterna (Sacc.) Pegler, described from Australasia, has a smooth stipe
and spores with distinctly longer spines (1.4–1.8 μm according to MUELLER, 1992: 96, or 1.5–2 μm
according to MUELLER & VELLINGA 1986: 40, in both cases upon study of authentic material); L.
goossensiae (Beeli) Contu, described from central Africa, has smooth stipe and “subglobose, broadly
ellipsoid or broadly amygdaliform” spores (MUELLER, 1992: 101, study of authentic material); L.
lateritia Malençon has much darker colours in the cap, gills and stipe, unremarkable or absent smell
and subglobose to broadly ellipsoid spores, with denser spines.




Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 18 feb 2010, 09:51





Laccaria bisporigera Contu & Ballero

Doc. Mycol. 22 (88): 25. 1989.

= Laccaria singeri Ballero & Contu, Candollea 44: 122. 1989. (nom. inval., typus non indicato)
non L. singeri Locquin & Sarwal in Sarwal & Locquin, Rend. 108° Congr. Nat. des Soc. Sav., Grenoble,
1983, Sect. des Sciences - Sciences de la Terre 2: 195. 1983.
= Laccaria bisporigera Ballero & Contu, Doc. Mycol. 20 (79): 62. 1990. (nom. inval., typus non indicato)
= Laccaria impolita Vellinga & G.M. Muell., Mycotaxon 37: 387. 1990. (nom. inval., typus non indicato)
= Laccaria ohiensis (Mont.) Singer ss. Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 118. 1967, ss. Bon, Doc. Mycol.
13 (51): 49. 1983, ss. Moser, Guida alla det. dei funghi, 1 (2° ed.): 106. 1986, non ss. Montagne.

Cappello 1–6 cm, mediamente carnoso, convesso poi appianato, depresso al centro,
non umbonato, tipicamente areolato o squamuloso-areolato, specialmente verso il centro,
bruno-fulvo, fulvo-aranciato poi rosa-carnicino ed infine bianco, non striato o solo al
margine e molto leggermente, particolarmente a tempo molto umido. Lamelle larghe,
distanziate, da adnate a subdecorrenti, rosa-carnicine, taglio sovente denticolato. Gambo 3–8 × 0,3–0,8 cm, cilindrico, clavato, raramente attenuato verso la base, da fibrilloso-striolato a finemente squamuloso, rosso-brunastro più cupo rispetto al cappello, verso la base biancoper il micelio.

Carne elastica, fragile, da biancastra a rosa-carnicina; odore e sapore leggeri,
banali.

Sporata: bianca
.
Spore 8–12 μm, globose, decorate da aculei piramidali piuttosto distanziati, lunghi
1,5–2,5 μm. Basidi 40–50 × 9–12 μm, bisporici, sovente monosporici, a sterigmi non
sempre particolarmente vigorosi. Cellule marginali banali, da filamentose a subclavate.
Rivestimento pileico composto da un intreccio di ife cilindriche confusamente erette, larghe
3–8 μm, pigmento vacuolare o intraparietale. Caulocistidi assenti o molto rari, quando
presenti di forma simile a quella dei cistidioli marginali.
Habitat: gregaria, sovente cespitosa, in terreni umidi, sovente a forte componente
sabbiosa. Estate-Autunno. Rara.
Distribuzione: conosciuta dalla Sardegna e dal Piemonte.

OSSERVAZIONI

1. Si tratta di L. ohiensis (Mont.) Singer sensu SINGER (1967: 118 e segg., ed ivi lett.),
BON (1983: 49), MOSER (1986), ecc. ma non nel senso originale di MONTAGNE, taxon che,come accertato da MALENÇON (1966: 186 e segg.) e da MUELLER & VELLINGA (1986: 32), possiede basidi tetrasporici.
2. Il portamento robusto, la superficie pileica difficilmente striata per trasparenza e
spesso screpolata-areolata (o finemente squamulosa), nonché le spore ad aculei piramidali e distanziati, facilmente superanti 1,5 μm di lunghezza, consentono di distinguere questa specie da L. lateritia Malençon, peraltro difficilmente osservabile nello stesso habitat.
Questi stessi caratteri oltre all’assenza di un odore ben distinto e di riflessi lilla oppure
ametistini distinguono L. bisporigera da L. vinaceorosea.
3. L. proxima (Boud.) Pat. ed anche L. macrocystidiata (Migl. & Lavorato) Pázmány
possono essere facilmente confuse perché possiedono taglia parimenti robusta e colorazioni sovente fulvo-aranciate. I basidi bisporici e le spore rotonde ad aculei oltrepassanti 1 μm sono due buoni caratteri differenziali.

1. This species corresponds to L. ohiensis (Mont.) Singer in the sense of SINGER (1967: 118 and
ff.), BON (1983: 49), MOSER (1986), etc. but not in the original concept of MONTAGNE, which, as
MALENÇON (1966: 186 and ff.) and MUELLER & VELLINGA (1986: 32) ascertained, corresponds to a 4-
spored entity.
2. The robust habit, the hardly translucently striate and easily crackled-areolate (or minutely
squamulose) cap surface, the spores with pyramidal and scattered spines, easily longer than 1.5 μm,
allow to separate this species from L. lateritia Malençon, which can be observed in the same habitat.
The same characters, plus the absence of a distinct smell and of lilac or amethystine hues, distinguish
L. bisporigera from L. vinaceorosea.
3. L. proxima (Boud.) Pat. and also L. macrocystidiata (Migl. & Lavorato) Pázmány may easily
be confused with this species, since they have equally robust size and often fawn-orange colours. The
2-spored basidia and the round spores, with spines longer than 1 μm, are two useful discriminating characters.



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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 18 feb 2010, 09:53




Laccaria lateritia Malençon
Bull. Soc. Mycol. Fr. 82: 189. 1966.

= Laccaria fraterna (Sacc.) Pegler ss. auct. pl. non Cooke & Massee

Cappello 1–4 cm, poco carnoso, convesso poi appianato, depresso al centro, non
umbonato, da finemente squamuloso a squamuloso-areolato, specialmente verso il centro,
bruno-fulvo, rosso-fulvo o fulvo-porpora poi rosa pallido, per tempo umido interamente
striato per trasparenza. Lamelle larghe, distanziate, da sinuato-adnate a subdecorrenti, rosa salmone vivo o rossobrune, taglio concolore. Gambo 2–6 × 0,2–0,4 cm, cilindrico a base leggermente ingrossata, da fibrilloso a fibrilloso-striolato, pruinoso alla sommità, bruno porpora o fulvo-bruno, generalmente più scuro rispetto al cappello, verso la base bianco per il micelio.
Carne fragile, rosso-brunastra più o meno scura; odore e sapore deboli ma
gradevoli.

Sporata: bianca.

Spore 8–10,5 × 6,5–9,5 μm, subglobose o largamente ellissoidali, decorate da aculei
conici piuttosto fitti, alti 0,8–1 mm. Basidi 40–50 × 9–12 mm, bisporici o monosporici,
clavati, con fibbie. Cellule marginali filamentose, cilindriche, banali. Rivestimento pileico
composto da un intreccio di ife cilindriche larghe 3–9 μm, sovente confusamente erette
verso il centro, pigmento intraparietale, sovente incrostante. Giunti a fibbia costanti.
Habitat: gregaria e cespitosa presso Eucalyptus, Acacia, Pinus e Cupressus sp. pl.
Primavera e Autunno. Comune. Distribuzione: conosciuta dall’Italia centrale e meridionaleinsulare.

OSSERVAZIONI

1. Questa specie è molto comune soprattutto nella zona mediterranea, dove fruttifica,
per lo più a stagione avanzata, in terreni aridi e sabbiosi con Eucalyptus, Acacia, Cupressus
e Pinus.
2. L. vinaceorosea Contu ha basidiocarpi con colorazioni rossastre a netti riflessi lilla,
gambo concolore al cappello, non porporino, spore perfettamente sferiche ed habitat
igrofilo in località di montagna.
3. Sebbene sinonimizzata con L. lateritia da numerosi Autori (cfr. MUELLER &
VELLINGA 1986, MUELLER 1992) L. fraterna (Cooke & Massee → Sacc.) Pegler è
differente per le spore ornate da aculei decisamente più allungati (cfr. MUELLER &
VELLINGA, 1986: 40, i quali riportano di aver osservato, nel typus, aculei lunghi “(1,0–)
1,5–2 μm”. Tuttavia BOUGHER & SYME (1998), affermano che lo studio del typus di
Agaricus fraternus Cooke & Massee condotto da T. May ha consentito di accertare che il
relativo materiale non appartiene a Laccaria).
4. Invece la sinonimia fra L. lateritia e L. goossensiae (Beeli) Contu, prospettata da
svariati AA. (SINGER 1967, MUELLER & VELLINGA 1986, MUELLER 1992, ecc.) è del tutto
verosimile ma sarebbe opportuno ridescrivere da materiale fresco la specie centro-africana.
Nell’attesa viene qui preferita la combinazione L. lateritia, anche perché di uso di gran
lunga più comune.

1. This species is very common especially in the Mediterranean area, where it fruits, mostly late
in the year, in arid and sandy soil with Eucalyptus, Acacia, Cupressus and Pinus.
2. L. vinaceorosea Contu has reddish basidiocarps with distinct lilac hues, a stipe with the same
colour of the cap (not purplish), perfectly spherical spores and hygrophilous, mountainous habitat.
3. Despite being synonymized to L. lateritia by several Authors (e.g. MUELLER & VELLINGA
1986, MUELLER 1992) L. fraterna (Cooke & Massee → Sacc.) Pegler differs by the spores with
distinctly longer spines (see MUELLER & VELLINGA, 1986: 40, who claim having observed, in the type
collection, spines “(1.0–) 1.5–2 μm” long). However, BOUGHER & SYME (1998) observe that the T.
May’s type study of Agaricus fraternus Cooke & Massee lead to ascertain that the type collection
does not belong in Laccaria.
4. On the other hand, the synonymy between L. lateritia and L. goossensiae (Beeli) Contu,
suggested by several Authors (SINGER 1967, MUELLER & VELLINGA 1986, MUELLER 1992, etc.) is
likely to be true, but the central African species should be redescribed upon examination of fresh
material. Meanwhile we prefer to adopt the name L. lateritia, which moreover benefits of a much more widespread usage.


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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 18 feb 2010, 10:10




Laccaria pumila Fayod
Ann. Acc. Agr. Torino 35: 91. 1983.

≡ Laccaria laccata var. pumila (Fayod) J. Favre, Erg. Wiss. Unt. Schw. Nat. Park 33: 51. 1955. (nom. inval.,basionimo non citato)
Clitocybe pumila (Fayod) Sacc., Syll. Fung. 17: 13. 1905.
= Laccaria altaica Singer ex Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 104. 1967.
= Laccaria striatula (Peck) Peck ss. P.D. Orton, Trans. Brit. Mycol. Soc. 43: 280. 1960 p.p., non ss. Peck.

Cappello 0,5–2,5 cm, poco carnoso, a lungo convesso-campanulato poi allargato e,
talora, depresso al centro, non umbonato, margine crenulato-solcato, da subliscio a
finemente fibrilloso, talora squamuloso-areolato verso il centro, aranciato, brunastro o
rosso-bruno poi alutaceo pallido, a tempo umido interamente striato per trasparenza.
Lamelle larghe, distanziate, da sinuato-adnate a subdecorrenti, rosa-salmone carico o rossobruno.
Gambo 2–6 × 0,2–0,5 cm, abbastanza corto, cilindrico o cilindro-clavato, da
subliscio a leggermente fibrilloso, concolore al cappello, verso la base da biancastro a rosavinoso.
Carne poco consistente, fragile, rosa-brunastro chiaro; odore e sapore poco marcati.

Sporata: bianca.

Spore 9,5–15 × 8–12 μm, largamente ellissoidali, decorate da aculei conici piuttosto
fitti, lungho 0,6–0,8 μm. Basidi 40–50 × 8,5–12 μm, bisporici o monosporici, clavati, con
fibbie. Cellule marginali filamentose o subclavate, banali. Rivestimento pileico formato da
un acutis di ife cilindriche parallele, larghe 5–12 μm, pigmento intracellulare o finemente
intraparietale. Giunti a fibbia costanti.
Habitat: gregaria e cespitosa in luoghi molto umidi, al margine di corsi d’acqua,
soprattutto in località di alta montagna. Primavera-autunno. Abbastanza rara. Distribuzione: conosciuta dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Sardegna ma verosimilmente presente anche altrove.

OSSERVAZIONI

1. SINGER (1967) e TRIMBACH (1978) hanno dettagliatamente descritto questa specie
sotto l’epiteto, non prioritario, “Laccaria altaica Singer ex Singer”.
2. Non è certo che L. nana Massee, osservata solo nei Giardini Botanici Reali di Kew
(MASSEE 1913) sia un sinonimo: DENNIS (1946: 196), dopo averne rivisto il typus descrive le spore come “spherical, 9–12 μ across, bearing spines 2 μ long”. Sembra, quindi, che L. nana Massee sia una buona specie che necessita di essere riscoperta e ridescritta (vedi, più in dettaglio, infra).
3. Senza un esame microscopico della morfologia basidiale è facile confondere questa
specie con L. montana Singer, L. proximella Singer e con forme nane di L. laccata e di L.
affinis: tutte queste specie, tuttavia, possiedono sempre basidi tetrasporici.

1. SINGER (1967) and TRIMBACH (1978) described this species in detail under the later epithet
“Laccaria altaica Singer ex Singer”.
2. It is not certain that L. nana Massee, observed only at the Kew Royal Botanic Garden
(MASSEE 1913), is a synonym: DENNIS (1946: 196), upon reviewing its type, describes the spores as
“spherical, 9–12 μ across, bearing spines 2 μ long”. It seems, thus, that L. nana Massee is a distinct
species in need of being newly collected and described (more extensive notes are given below).
3. In the absence of a microscopic examination of the morphology of the basidia this species is
easily confused with L. montana Singer, L. proximella Singer and with dwarfish forms of L. laccata
and L. affinis: all these species, however, have constantly 4-spored basidia.




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Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 18 feb 2010, 10:27



Laccaria tortilis (Bolt.) Cooke
Grevillea 12: 70. 1884.

≡ Agaricus tortilis Bolton, Hist. Fung. Halifax 1: 41, tav. 41, fig. A. 1788.
Omphalia tortilis (Bolton) Gray, Nat. Arr. Br. Pl. 1: 613. 1821.
Clitocybe tortilis (Bolton) Sacc., Syll. Fung. 5: 198. 1887.
Collybia tortilis (Bolton) Quél., Fl. Mycol.: 237. 1888.
Clitocybe laccata var. tortilis (Bolton) Barla, Fl. Mycol.: 64. 1892.
= Agaricus (Clitocybe) laccatus var. perpusillus Rabenh. & al., Fungi Europ. Exsicc. 5: 503. 1862.

Cappello 0,5–1,5 cm, pochissimo carnoso, convesso poi, molto presto, irregolarmente
appianato e depresso al centro, non umbonato, margine notevolmente frastagliato-lobato e sovente revoluto, glabro, liscio, da rossastro a rosa-salmone pallido, a tempo umido
interamente striato per trasparenza. Lamelle relativamente larghe e spesse, subdecorrenti o decorrenti, rosa-carnicine pallide. Gambo 1–2 × 0,1–0,2 cm, cilindrico, glabro e liscio,
concolore al cappello, verso la base bianco per il micelio. Carne esigua, fragile, rosa chiaro; odore e sapore leggeri, poco caratteristici.

Sporata: bianca.

Spore 10–15(18) μm, globose, decorate da aculei conici piuttosto fitti, lunghi 1,5–3
μm. Basidi 45–60 × 9–12 μm, monosporici o bisporici, con fibbie. Cellule marginali
cilindriche o subclavate, banali. Rivestimento pileico composto da una cutis di ife
cilindriche parallele, larghe 5–12 μm, pigmento leggero, intraparietale. Giunti a fibbia
costanti.
Habitat: gregaria, molto spesso cespitosa, in terreni molto umidi, sovente al margine
di corsi d’acqua. Primavera-inverno. Non rara.
Distribuzione: conosciuta da tutto il territorio nazionale.

OSSERVAZIONI

1. È forse la più piccola specie di Laccaria reperibile in Europa. Si riconosce molto
facilmente, oltre che per la taglia, per l’aspetto molto tormentato degli esemplari e per la
tendenza degli stessi a crescere cespitosi.
2. SINGER (1986), seguito da diversi AA. (fra i quali il sottoscritto, almeno fino a non
moltissimo tempo addietro) ha applicato a questa specie il nome Laccaria echinospora
(Speg.) Singer, assumendo che Bolton abbia descritto, come L. tortilis, delle piccole forme
di L. laccata oppure di L. tetraspora. Questa tesi è stata, tuttavia, smentita da MUELLER,
1987: 306 e segg, 1997: 206) che ha designato un neotypus per l’entità boltoniana
utilizzando campioni “from an area similar to Bolton’s original site” provenienti dalla
Scozia.
3. Peraltro, stanti le pessime condizioni del typus di Agaricus (Clitocybe)
echinosporus Speg. in An. Soc. Cient. Arg. 10: 123, 1880 (MUELLER 1992) non è neppure possibile affermare con sicurezza se questo taxon sia un sinonimo di L. tortilis, considerato anche che, nella descrizione originale (loc. cit.) C. Spegazzini parla di un fungo “nunquam coespitosus” caratterizzato, fra l’altro, da cistidi più grandi dei basidi, i quali, a loro volta,
sono descritti come “55–60 × 10 micr.” (!).
4. Laccaria tortilis ss. CLEMENÇON (1984), caratterizzata da spore di taglia parimenti
grande, si differenzia dall’entità sopra descritta per l’ornamentazione sporale alta solo fino a 1,5 μm e forse rappresenta una specie a se stante ancora non descritta. Raccolte simili sono state effettuate in Kamchatka da Kalamees il quale, per l’appunto, cita un’entità assimilabile a L. tortilis ma con spore “11–12.5 μm in diameter, globose, strongly echinulate, spines 1.3 (–1.6) μm long.” (cfr. KALAMEES & VAASMA 1993).

1. This is perhaps the smallest Laccaria species occurring in Europe. It can be very easily
recognized not only for the small size but also for the very irregularly shaped basidiomata, often
growing in tufts.
2. SINGER (1986), followed by several Authors (and us, at least until recently) applied the name
Laccaria echinospora (Speg.) Singer to this species, assuming that Bolton had described, as L.
tortilis, small forms of either L. laccata or L. tetraspora. The latter thesis has been, however,
contradicted by MUELLER, 1987: 306 and ff., 1997: 206) who designated a neotype for Bolton’s
fungus using Scottish specimens “from an area similar to Bolton’s original site”.
3. Nevertheless, the type of Agaricus (Clitocybe) echinosporus Speg. being in very poor
conditions (MUELLER 1992) it is not even possible to affirm with certainty whether or not this taxon is
a synonym of L. tortilis, taking also in consideration that, in the original description C. Spegazzini
describes a fungus “nunquam coespitosus” characterized, for example, by cystidia bigger than the
basidia, which, on turn, are described as measuring “55–60 × 10 micr.” (!).
4. Laccaria tortilis ss. CLEMENÇON (1984), characterized by equally big spores, differs from the
above described taxon by the spore ornamentation reaching only 1.5 μm and may perhaps represent
an independent, still unnamed species. Such collections have been made in Kamchatka by Kalamees
who cites a taxon coming close to L. tortilis but with spores “11–12.5 μm in diameter, globose,
strongly echinulate, spines 1.3 (–1.6) μm long.” (compare KALAMEES & VAASMA 1993).


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Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 13:02




Laccaria trichodermophora G.M. Muell.
Mycotaxon 20: 112. 1984.

= Laccaria farinacea (Huds.) Singer, Beih. Sydowia 7: 8. 1973, ss. Singer, non Hudson (= L. laccata).

Cappello 2–8 cm, mediamente carnoso, convesso poi spianato e sovente depresso al
centro, talvolta ottusamente umbonato, da finemente squamuloso a squamuloso-areolato,
fulvo, rosso-bruno o bruno-aranciato poi ocra-alutaceo chiaro, margine striato solo a tempo
molto umido ed anche allora molto leggermente. Lamelle relativamente larghe e spesse,
mediamente fitte, rosa-carnicine o rosa salmone. Gambo 5–12 × 0,5–1,5 cm, cilindrico o
subclavato, fibrilloso-striolato, concolore al cappello, verso la base viola-ametistino per il
micelio. Carne abbastanza consistente, rossastra o rosa-salmone carica; odore e sapore
leggeri, talora un poco rafanoidi.

Sporata bianca.

Spore: 7–8,5 × 6–8 μm, da subglobose a largamente ellissoidali, decorate da aculei
conici, abbastanza distanziati, lunghi 0,8–1 μm. Basidi 40–60 × 9–12 μm, tetrasporici,
clavati, con fibbie. Cellule marginali da filamentose a subclavate, banali. Rivestimento
pileico composto da un intreccio di ife cilindriche o subclavate, larghe 5–12 μm,
confusamente erette verso il centro dove formano spesso una palizzata, pigmento
intraparietale. Giunti a fibbia costanti.

Habitat: gregaria, talvolta subcespitosa, in boschi di conifere di montagna (Pinus sp.
pl.), sovente anche nelle garighe della zona mediterranea, più raramente nei boschi di
latifoglie miste. Autunno. Poco comune.
Distribuzione: conosciuta da tutto il territorio nazionale, probabilmente spesso confusa con L. bicolor.

OSSERVAZIONI

1. Si tratta della Laccaria farinacea di svariati autori (SINGER & MOSER 1965, SINGER
1973, MUELLER & SUNDBERG 1981, CLEMENÇON 1984, PÁZMÁNY 1994, ecc.), sebbene
l’epiteto originale di HUDSON sia viziato da illegittimità per essere superfluo (mero cambio
di nome del prioritario Agaricus laccatus) e, per di più, riferito ad un’entità a micelio non
viola.
2. È sovente molto difficile (se non addirittura impossibile) distinguere con certezza L.
trichodermophora da L. bicolor, tanto più che anche quest’ultima può avere il rivestimento
pileico subtricodermico. Secondo la mia esperienza le tinte violacee sono decisamente più
persistenti nelle lamelle ed alla base del gambo di L. bicolor mentre in L. trichodermophora
queste sono visibili solo nel basidiocarpo in ottime condizioni di freschezza, essendo
piuttosto fugaci e tendenti a scomparire presto con l’età. Inoltre, sebbene non rappresenti
una costante assoluta, i basidiocarpi di L. trichodermophora sono mediamente più robusti e
slanciati rispetto a quelli della sua simile.
3. Può, altresì, essere difficoltosa la distinzione fra esemplari asciutti, aventi perso non
solo le tinte violacee ma anche la colorazione fulva iniziale per divenire interamente rosacarnicini,
appartenenti a questa specie da aspetti fenotipici di specie vicine aventi habitus
simile, come L. affinis. In questo caso la spora piccola, non eccedente i 9 μm in larghezza,
può rappresentare un buon carattere.
4. L. avachaensis Kalamees (in KALAMEES & VAASMA 1993), rinvenuta in Kamchatka
su terreno vulcanico, differisce per le spore maggiori, indicate come “(7–) 8,5–10,2 (–12,8)
× (7–) 8,5–10,2 (–11,6) μm” nel protologo, provviste di aculei lunghi 0,3–0,5 μm, quindi
molto più corti e per le ife del rivestimento pileico con pigmento incrostante.

1. This species corresponds to Laccaria farinacea in the interpretation of several authors
(SINGER & MOSER 1965, SINGER 1973, MUELLER & SUNDBERG 1981, CLEMENÇON 1984, PÁZMÁNY
1994, etc.); Hudson’s epithet is however illegitimate, since it is a superfluous name (introduced as a
substitute name for the earlier Agaricus laccatus); moreover, it was originally referred to a fungus
without lilac mycelium.
2. It is often very difficult (if not impossible at all) to differentiate clearly L. trichodermophora
from L. bicolor, considering that also the latter can have a subtrichodermic cap cuticle. According to
our experience, the violet tinges are definitely more persistent in the gills and at the base of the stipe
of L. bicolor, while in L. trichodermophora they are visible only in very fresh basidiomata, since they
are very fugacious and quickly fading out with age. Moreover the basidiocarps of L.
trichodermophora are on the average (but not constantly) more robust and more slender than those of
the other species.
3. It could also be difficult the separation between dry specimens in which not only the violet
colours, but also the initial fawn colours have faded to paler pinkish tinges, and similar collections of
other species with the same habit, e.g. L. affinis. In this case the small spores, not wider than 9 μm,
may represent a good character.
4. L. avachaensis Kalamees (in KALAMEES & VAASMA 1993), described from Kamchatka on
volcanic soil, differs by the bigger spores, described as measuring “(7–) 8.5–10.2 (–12.8) × (7–) 8.5–
10.2 (–11.6) μm” in the protologue, with spines 0.3–0.5 μm long, hence distinctly shorter, and by the
hyphae in the pileus covering with encrusting pigment.


Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 13:06




Laccaria bicolor (Maire) P.D. Orton
Trans. Brit. Mycol. Soc. 43: 177. 1960.

≡ Laccaria laccata var. bicolor Maire, Publ. Inst. Bot. Barcelona 3: 84. 1937.
Laccaria proxima var. bicolor (Maire) Kühner & Romagn., Fl. Anal.: 131. 1953. (nom. inval., basionimo non citato)

Cappello 2–8 cm, convesso poi spianato e talora ottusamente e bassamente umbonato,
da finemente squamuloso a squamuloso-areolato, bruno fulvo, aranciato-rossastro poi
alutaceo-ocra chiaro, margine non striato se non a tempo molto umido. Lamelle
relativamente larghe e spesse, distanziate, da lilla-ametistine a violacee piuttosto cariche.
Gambo 4–12 × 0,5–1,5 cm, cilindrico o subclavato, notevolmente fibrilloso-striolato,
concolore al cappello, verso la base viola-ametistino carico per il micelio. Carne abbastanza
fragile, rosa salmone carica; odore e sapore leggeri, poco caratteristici.
Sporata: bianca.

Spore 7–9 × 6–7,5 μm, da subglobose a largamente ellissoidi, decorate da aculei
conici, abbastanza distanziati, lunghi 0,5–0,8 μm. Basidi 35–50 × 8–11 μm, tetrasporici,
clavati, con fibbie. Cellule marginali da subclavate a vescicolose, larghe 5–9 mm, talora
rare. Rivestimento pileico composto da una cutis di ife cilindriche subparallele, larghe 4–10
μm, sovente confusamente erette verso il centro, pigmento intraparietale. Giunti a fibbia
costanti.
Habitat: gregaria, sovente cespitosa, in boschi di conifere, di latifoglie e misti,
preferenzialmente in montagna. Autunno. Poco comune ma non rara. Distribuzione:
conosciuta da tutto il territorio nazionale.

OSSERVAZIONI

1. È probabile che si tratti di una specie collettiva i cui limiti devono ancora essere
chiariti (cfr. MUELLER & GARDES, 1991). Per quanto concerne la separazione rispetto a L. trichodermophora v. supra le note a proposito di questa specie.
2. La colorazione viola carica sia delle lamelle che, soprattutto, del micelio distingue
facilmente questa specie dai taxa dei complessi laccata e affinis.
3. Alcuni AA (a partire da KÜHNER & ROMAGNESI, 1953) hanno considerato bicolor
una semplice varietà di L. proxima (Boud.) Pat. la quale, tuttavia, possiede spore molto più
grandi e decisamente più allungate, ben diverse da quelle subglobose della nostra specie.
4. L. bullulifera Singer, nota dal Messico, differisce principalmente per le cellule
marginali vescicolose e le lamelle carnicine ed è, pertanto, più prossima a L.
trichodermophora (SINGER & MOSER 1965: 149, nota a pie’ di pagina).
5. L. violaceobasis Fernandez-Sasia & Contu, rinvenuta presso Sphagnum in Spagna,
differisce per le spore maggiori, facilmente superanti i 10 μm in lunghezza, i basidi
bisporici e le ife del rivestimento pileico con pigmento anche incrostante (FERNANDEZ
SASIA & CONTU, 2003).

1. L. bicolor is probably a collective species whose limits have not been yet clearly defined (see
MUELLER & GARDES, 1991). Concerning its distinction from L. trichodermophora see the notes about
this species.
2. The distinct violet tinge of the gills and, more notably, of the basal mycelium, allow an easy
distinction of this species from the L. laccata and L. affinis species complexes.
3. Some authors (following KÜHNER & ROMAGNESI, 1953) regarded L. bicolor as a variety of L.
proxima (Boud.) Pat. which, however, has much bigger and more elongate spores, well different from
the subglobose spores of the present species.
4. L. bullulifera Singer, known from Mexico, differs chiefly by the vesiculose marginal cells
and by the pinkish gills, being thus closer to L. trichodermophora (SINGER & MOSER 1965: 149,
footnote).
5. L. violaceobasis Fernandez-Sasia & Contu, collected among Sphagnum in Spain, differs by the bigger spores, often longer than 10 μm, the 2-spored basidia and the hyphae of the cap cuticle with incrusting pigment (FERNANDEZ SASIA & CONTU, 2003).




Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 21:55




Laccaria decipiens Contu
Micol. Veget. Medit. 11 (2): 146. 1996.

= Laccaria amethystea var. vinosostriata Ballero & Contu, Rend. Sem. Fac. Sc. Univ. Cagliari 59 (1): 117.
1989.
Laccaria hudsonii var. vinosostriata (Ballero & Contu) Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrob. Cluj-Napoca 24-25:
7. 1995.

Cappello 1–4 cm, poco carnoso, emisferico-convesso poi allargato e sovente depresso
al centro, glabro, liscio, bruno-alutaceo pallido poi ocra-alutaceo chiaro con netti riflessi o
sfumature rosa-vinose chiare al margine, per tempo umido interamente striato per
trasparenza. Lamelle larghe, abbastanza distanziate, adnate o adnato-decorrenti per un
dente, da ametistino-lilacine a rosa-lilacine, sempre piuttosto pallide. Gambo 4,5–8 × 0,3–
0,6 cm, cilindrico, da fibrilloso a fibrilloso-striolato, concolore al cappello, verso la base
lilacino o viola-lilacino pallido per il micelio. Carne poco consistente, fragile, ocra-alutacea
sporca; odore e sapore deboli, talora leggermente rafanoidi.
Sporata bianca.

Spore 8–9,5 μm, globose, decorate da aculei relativamente distanziati, conici, lunghi
0,8–1,3 mm. Basidi 30–50 × 9–12 μm, tetrasporici, clavati, con fibbie. Cellule marginali
filamentose o subclavate, rari elementi basidioloidi larghi fino a 12 μm. Rivestimento
pileico formato da una cutis di ife cilindro-clavate, larghe 5–12 μm, da subparallele a
leggermente rialzate verso il disco, pigmento prevalentemente intracellulare. Giunti a fibbia
costanti.
Habitat: gregaria, non cespitosa, in boschi umidi e muscosi con Larix decidua.
Autunno. Piuttosto rara.
Distribuzione: fino ad ora conosciuta solo dall’Abruzzo.

OSSERVAZIONI

1. La fotografia a colori facente parte del protologo (CONTU, 1996) è tutt’altro che
rappresentativa onde il lettore è pregato di rifarsi a quella riportata in questa sede, che
raffigura esemplari tipici sotto tutti i punti di vista.
2. Questa specie si differenzia da forme decolorate di L. amethystina per il cappello
beige-brunastro, fittamente striato per trasparenza, e per l’assenza di cheilocistidi. L.
transsilvanica Pàzmàny differisce per le colorazioni più viola-ametistine e l’habitat presso
Quercus.
3. L. vinaceoavellanea Hongo, conosciuta dal Giappone, pur presentando cappello con
colorazioni bruno-nocciola, differisce bene per il micelio basale bianco (HONGO, 1971).

1. The colour photograph published in the protologue (CONTU, 1996) is far from representative;
the reader should then refer to the one published here, which depicts specimens very typical in all
respects.
2. This species differs from discoloured specimens of L. amethystina by the beige brownish cap,
densely translucently striate, and by the absence of cheilocystidia. L. transsilvanica Pàzmàny differs
by the more amethystine violet colours and its association with Quercus.
3. L. vinaceoavellanea Hongo, known from Japan, also presents a cap with hazel brown
colours, but is well distinct by the white basal mycelium (HONGO, 1971).


Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 21:58





Laccaria violaceonigra G. Stev.
Kew Bull. 19: 4. 1964. (come ‘Laccaria violaceoniger’)

Cappello 1–4 cm, relativamente carnoso, convesso poi allargato, non o poco depresso
al centro, non umbonato, tipicamente decorato da squamette bruno-nerastre ben risaltanti
sullo sfondo lilla-ametistino carico, non striato, neppure a tempo molto umido. Lamelle
larghe, spesse, distanziate, adnate o sinuato-adnate, da lilla chiaro a rosa-carnicine, taglio
leggermente più scuro. Gambo 3–8 × 0,3–0,8 cm, cilindrico o subclavato, fibrillosostriolato,
da lilla-carnicino a brunastro-carnicino, verso la base viola chiaro per il micelio.
Carne elastica, consistente, brunastro-carnicina sporca; odore e sapore leggeri, poco
caratteristici.
Sporata: bianca

Spore 8–10 μm, globose, decorate da aculei conici e fitti, lunghi 0,8–1,5 μm. Basidi
30–45 × 8–11 μm, tetrasporici, clavati. Cellule marginali banali, da filamentose a
subclavate. Rivestimento pileico composto da un intreccio di ife cilindriche confusamente
erette, larghe 6–14 μm, pigmento vacuolare ed intraparietale.

Habitat: originaria dell’Australasia (STEVENSON, 1964, MCNABB, 1972, ecc.), dove
vegeta in boschi di Nothofagus sp. pl., in Italia rinvenuta presso Pseudotsuga menziesii in
Calabria. Autunno.
Distribuzione: fino ad ora nota solo dalla Calabria.

OSSERVAZIONI

1. Si tratta di un’entità originaria dell’Australasia (Australia, Nuova Zelanda),
osservata per la prima volta in Italia da C. Lavorato in Calabria.
2. La superficie pileica ornata da squamule nerastre, i colori violacei meno vivi,
piuttosto bruno-bistro nel cappello, e l’assenza di cheilocistidi distinguono questa specie da
L. amethystina.
3. Su scala mondiale sono state descritte diverse specie a colorazioni scure, in
particolare:
– L. olivaceogrisea Vellinga (1986), conosciuta dall’India, è caratterizzata da
colorazioni da grigio-olivastre a bruno-olivastre più o meno cariche, talvolta sfumate di
viola anche nelle lamelle, micelio basale bianco, spore subglobose e ife del rivestimento
pileico con pigmento diveniente bruno-verdastro in NH4OH;
– L. murina Imai (1938), conosciuta dal Giappone, ha cappello, gambo e lamelle da
nerastre a grigie, micelio basale bianco e spore globose;
– L. nigra Hongo (1959), parimenti nota dal Giappone, ha cappello e gambo grigionerastri
cupi, lamelle grigio-cenere, basidi bisporici e spore sferiche con aculei lunghi fino a
2,8 μm.

1. L. violaceonigra is an Australasian taxon (known from Australia, New Zealand), observed
for the first time in Italy (Calabria) by C. Lavorato.
2. The cap surface with blackish scales, the less distinctly violet colours, rather bistre brown on
the cap, and the absence of cheilocystidia distinguish this species from L. amethystina.
3. On a world scale several species with dark colours have been described, in particular:
– L. olivaceogrisea Vellinga (1986), known from India, is characterized by more or less intense
olive grey to olive brown colours, sometimes with violet hues also in the gills, white basal mycelium,
subglobose spores and hyphae of the cap cuticle with pigment turning greenish brown in NH4OH;
– L. murina Imai (1938), known from Japan, has blackish to grey cap, stipe and gills, white
basal mycelium and globose spores;
– L. nigra Hongo (1959), also known from Japan, has somber blackish grey cap and stipe, ash
grey gills, 2-spored basidia and globose spores with spines up to 2,8 μm long.

Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:00




Laccaria tetraspora Singer
Mycologia 38: 689. 1946.

= Laccaria tetraspora [var. tetraspora] fo. major Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 113. 1967. (nom. inval.,
typus non indicato)
Laccaria tetraspora var. major (Singer) Bon & Van Haluwyn, Doc. Mycol. 14 (53): 6. 1983. (nom. inval.,
basionimo invalido)
Laccaria tetraspora var. major Singer ex Contu in Ballero & Contu, Candollea 42: 610. 1987.
= Laccaria tetraspora var. valdiviensis Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 113. 1967.
= Clitocybe tortilis (var.) gracilis Peck, Rep. St. Bot. 1902: 36. 1902.
Laccaria tortilis var. gracilis (Peck) Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrob. Cluj-Napoca 24-25: 16. 1995.

Cappello 2–6 cm, poco o mediamente carnoso, convesso poi spianato e talora
depresso al centro, margine sovente frastagliato-scanalato, sovente screpolato-areolato
verso il centro, da fulvo a rossobruno poi ocra-alutaceo chiaro, per tempo umido striato per
trasparenza, a tempo secco. Lamelle larghe e spesse, distanziate, adnate fino a decorrenti, da
biancastre a pallidamente carnicine. Gambo 2–6 × 0,3–0,8 cm, cilindrico, da subliscio a
fibrilloso-striolato, concolore al cappello, verso la base bianco per il micelio. Carne tenace,
da biancastra a rosa chiaro; odore e sapore deboli, fungini o leggermente terrosi.
Sporata bianca.

Spore 8–10,5 μm, ialine, sferiche, con aculei piuttosto radi, tipicamente piramidali,
lunghi 1,5–2,5 μm. Basidi 40–50 × 11–14 μm, tetrasporici, clavati, con fibbie. Cellule
marginali da filamentose a basidioloidi. Rivestimento pileico per lo più subtricodermico,
composto, al centro, da un intreccio di ife cilindriche confusamente erette, larghe 3–6 mm,
pigmento intraparietale. Giunti a fibbia costanti.
Habitat: a gruppi, sovente cespitosa, al margine di sentieri, nel greto o al bordo di
ruscelli, piuttosto igrofila. Autunno-Inverno. Non comune.
Distribuzione: conosciuta dalla Sardegna ma probabilmente diffusa anche altrove sebbene confusa con specie simili.

OSSERVAZIONI

1. MUELLER & VELLINGA (1986) hanno, dapprima, sinonimizzato questa specie con
“L. laccata var. pallidifolia (Peck) Peck” ma MUELLER (1996), successivamente,
ricredutosi, l’ha ridescritta come “Laccaria ohiensis (Mont.) Singer”, accertato che il typus
di quest’ultimo taxon ha basidi tetrasporici (vedi anche MALENÇON, 1966).
2. Sebbene, almeno dal punto di vista formale, non vi sia dubbio che la combinazione
“Laccaria ohiensis (Mont.) Singer” sia prioritaria su “Laccaria tetraspora Singer”, non è
certo che le due individuino la stessa specie, quantomeno con riferimento a L. tetraspora
var. tetraspora, molto meno robusta e slanciata di ohiensis, discorso diverso potendosi fare
per L. tetraspora var. major Singer ex Contu in Ballero & Contu, la quale, effettivamente,
ha un portamento simile alla specie di Montagne. Inoltre L. tetraspora var. tetraspora,
come ebbe a scrivere SINGER (1952: 175, “cheilocystidia […] basidiomorphous, or
narrower, very scattered to numerous […]”) e come io stesso ho constatato su diverse
raccolte, possiede cellule marginali basidioloidi le quali, facilmente collassabili, possono
non essere visibili in materiale d’erbario archiviato da tempo. L. tetraspora var. major
Singer ex Contu, viceversa, possiede i tipici cistidioli della stragrande maggioranza delle
congeneri. Piuttosto che sinonimizzare prematuramente inter se i due taxa avvalendosi, per
L. ohiensis, di dati micromorfologici desunti dall’esame di materiale vecchio di decenni,
sarebbe meglio ridescrivere la specie di Montagne da materiale fresco, possibilmente
topotipico, e solo successivamente confrontare i caratteri osservati con quelli di L.
tetraspora coll.
3. L. tetraspora var. tetraspora differisce da forme nane di L. affinis per le spore ad
ornamentazione molto più pronunciata e costituita da spinule piramidali e non coniche, da
forme nane di L. laccata, da L. montana Singer e da L. proximella Singer per le spore
sferiche e non allungate (per una chiave agevolante la distinzione di questa specie da quelle
più facilmente confondibili sul terreno cfr. CONTU, 1990).

1. MUELLER & VELLINGA (1986) at first synonymized this species with “L. laccata var.
pallidifolia (Peck) Peck” but later MUELLER (1996), changing his mind, redescribed it under the name
“Laccaria ohiensis (Mont.) Singer”, having ascertained that the type of this taxon has 4-spored
basidia (se also MALENÇON, 1966).
2. Although there is no doubt that the combination “Laccaria ohiensis (Mont.) Singer” has
priority on “Laccaria tetraspora Singer”, it is not certain that the two names refer to the same taxon;
at least, L. tetraspora var. tetraspora, is much less robust and slender than L. ohiensis, while L.
tetraspora var. major Singer ex Contu in Ballero & Contu, actually has a similar habit to Montagne’s
species. Moreover L. tetraspora var. tetraspora, as stated by SINGER (1952: 175, “cheilocystidia […]
basidiomorphous, or narrower, very scattered to numerous […]”) and as we have observed in several
collections, has basidiole-like marginal cells which easily collapse and could hence not be visible in
herbarium material conserved for a long time. L. tetraspora var. major Singer ex Contu, conversely,
shows the typical cystidioles present in most of the species of this genus. Before prematurely
synonymizing the two taxa on the basis of very old material of L. ohiensis, it would be better to newly
describe the latter taxon on fresh, possibly topotypical material, and then compare its characters with
those of the L. tetraspora-complex.
3. L. tetraspora var. tetraspora differs from dwarfish forms of L. affinis by the much more
pronounced sporal ornamentation, constituted by pyramidal — not conical — spines; dwarfish forms
of L. laccata, L. montana Singer and L. proximella Singer differ by the globose, not elongated spores
(for a key allowing the distinction of this species from those more similar in the field see CONTU, 1990).


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