Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Vincenzo Migliozzi
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Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:23

Carissimi Amici del Forum Funghi e Micologia

per gradita concessione dell'Autore , Marco Contu , e per gentile autorizzazione del Bollettino Gruppo Micologico G. Bresadola ( BGMB ) di Trento abbiamo la possibilità di mettere a vostra disposizione il sottoriportato articolo relativo al genere Laccaria e alle specie presenti nel territorio nazionale.

Si tratta di un corposo ed interessante lavoro che potrà risultare di estrema utilità per chi voglia dedicarsi , scientificamente , alla determinazione ed allo studio delle specie di questo genere ampiamente diffuso a tutte le latitudini e quote.

Nel ringraziare l'amico Marco ed il GMB di Trento, vi invitiamo alla lettura che sarà suddivisa in sezioni in modo da rendere la stessa molto comoda.

Ciao a tutti. -5327

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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:28





BOLLETTINO DEL GRUPPO MICOLOGICO G. BRESADOLA – NUOVA SERIE
BGMB 46 (1): 5-58; 2003


Il genere Laccaria (Basidiomycotina, Agaricales)
in Italia, con note sulle rimanenti specie in Europa

Marco Contu
Via Trav. via Roma) snc – 07029 Olbia (SS)
e-mail: marcocontu@interfree.it

RIASSUNTO

Viene presentato uno studio monografico delle specie italiane del genere Laccaria.
Le15 specie riconosciute vengono introdotte in chiave, descritte, discusse ed illustrate.
Inoltre vengono aggiunte brevi note sulle rimanenti specie presenti in Europa.

KEYWORDS: Basidiomycotina, Agaricomycetes, Tricholomataceae, Laccaria, Italy.













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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:30




INTRODUZIONE

Questo studio considera le specie del genere Laccaria presenti in Italia o comunque
segnalate per il nostro territorio fino a tutto il 1999. Vengono trattate 18 specie, delle quali
una, L. violaceonigra, presumibilmente mai segnalata prima in Europa.
Senza la preziosa collaborazione di G. Consiglio (che, fra l’altro, ha rivisto il
manoscritto), M.G. Contu, M. Floriani, P.G. Jamoni, C. Lavorato, V. Migliozzi e G.Simonini non sarebbe stato possibile trattare e/o illustrare queste specie.
A loro, come anche a tanti altri colleghi, che hanno fornito materiale d’erbario e/o bibliografico e che è impossibile elencare senza incorrere in gravi omissioni, va il mio più vivo ringraziamento.

Determinare una Laccaria senza l’ausilio del microscopio è sovente impresa ardua se non impossibile anche per chi a questo genere, complesso ancorché numericamente ridotto,si dedica da anni.
Molte specie, infatti, sono riconoscibili solo dopo un attento studio micromorfologico il quale deve essere condotto, preferibilmente, su materiale fresco o, nel
caso di collezioni d’erbario, da materiale stoccato da non più di due-tre anni.
Trascorsi numerosi anni di conservazione, infatti, l’ornamentazione sporale tende a collassarsi con la conseguenza che l’identificazione del taxon diviene problematica.

MATERIALI E METODI

Le descrizioni sono state desunte dall’esame di materiale sia fresco che d’erbario,
proveniente dall’Italia ma, a fini comparativi, sono state studiate anche collezioni da
Francia, Spagna, Germania e Svizzera.
I preparati microscopici sono stati colorati con Phloxin B e con Rosso Congo ammoniacale per evidenziare al meglio, rispettivamente, l’ornamentazione sporale e la presenza di cistidi. Nello studio di preparati derivanti da collezioni d’erbario i frammenti sono stati rigonfiati in KOH al 5%, prima di essere colorati con le soluzioni anzidette.



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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:33




IL GENERE LACCARIA

Le caratteristiche del genere, circoscritto già nel 1883 da Berkeley & Broome e
ripreso da M.C. COOKE (1884), qui ascritto alle Tricholomataceae, sono state ben delineate,fra gli altri, da SINGER (1986), mentre MUELLER (1991) ne ha descritto anche le relazioni filogenetiche. Esclusa “L. gruberi (A.H. Sm.) Singer” (trasferita nell’autonomo genere Cantharocybe, cfr. SMITH & BIGELOW, 1973) che, per il fatto di possedere spore lisce,rendeva i limiti generici alquanto incerti, la circoscrizione di Laccaria è attualmente
pacifica e l’identificazione dei componenti come tali non comporta difficoltà. Vale la pena
di rilevare che, con riferimento alla micoflora esotica, sono state attribuite a questo genere
diverse specie risultate poi caratterizzate da spore lisce: è evidente che esse non possono
essere ascritte a Laccaria e devono essere espunte dalla lista dei suoi membri (cfr.
“Laccaria” porphyrodes, spodophora, sublaccata e vinosofusca, tutte citate da COOKE
(1884), dove pure viene ricombinato in Laccaria l’Agaricus laccatus di Scopoli, typus
generis, ma aventi spore lisce) .



ANATOMIA DEL BASIDIOCARPO

1. CARATTERI MACROSCOPICI

1.1. Cappello
Il cappello di tutte le specie varia considerevolmente sia nelle dimensioni che nella
forma. In generale esso è convesso, per divenire poi disteso a maturità; il centro è sovente
depresso ma raramente imbutiforme; occasionalmente può essere provvisto di un leggero
umbone centrale anche se questo è solitamente ottuso e poco rilevato; il margine è quasi
sempre disteso e solo in poche specie quasi costantemente revoluto (L. tortilis, L.
tetraspora) . La superficie può essere liscia oppure squamuloso-areolata, più raramente
decorata da fibrille di colore diverso da quello dello sfondo (L. violaceonigra) ; a tempo
umido, in molte specie, essa è striata per trasparenza, anche se sono relativamente poche le specie nelle quali le striature arrivano fino al disco (L. decipiens, L. tortilis, L. pumila, L.
lateritia, L. vinaceorosea, L. proximella, L. tetraspora) . Le colorazioni sono quasi sempre
uniformi (eccezione: L. violaceonigra, che presenta il cappello bruno-violaceo decorato da
fibrille più scure, spesso quasi nere) e variano dal fulvo, all’aranciato, al rossastro, al
rossobruno, al bruno, al lilla, al viola, con tonalità sovente frammiste; tutte, comunque,
tendono a schiarire con l’età e la disidratazione al punto che, solitamente, i basidiocarpi
adulti possiedono una tipica colorazione ocra-alutacea pallida.

1.2. Lamelle

Risultano quasi sempre da mediamente a poco fitte, in diversi casi anche piuttosto
distanziate (L. tortilis, L. tetraspora), sono sempre più o meno spesse e presentano
un’inserzione estremamente variabile anche in sporocarpi provenienti dallo stesso micelio;
solo poche specie possiedono un’inserzione tendenzialmente caratteristica (come L.
vinaceorosea, che ha sempre lamelle decorrenti) . Le colorazioni variano dal biancastro, al
rosa pallido, al rosa-carnicino, al fulvo-rossastro, al lilla, al viola e possono essere diverse
da quelle di cappello e gambo. Il taglio è quasi sempre concolore alla faccia ma questa
colorazione può variare in relazione alle condizioni del basidiocarpo ed allo stadio di
maturazione: solo in poche specie taglio e faccia presentano due colorazioni diverse (L.
vinaceorosea, che presenta il taglio di colore più intenso rispetto alla faccia)

1.3. Gambo

Quasi tutte le specie possiedono un gambo piuttosto slanciato e, normalmente, più
lungo del diametro del cappello: la lunghezza, tuttavia, può essere condizionata
dall’ambiente di sviluppo dello sporocarpo (ad es. gli esemplari cresciuti fra muschi e/o
sfagni hanno il gambo costantemente più lungo rispetto a quelli sviluppatisi in ambienti
diversi) . In poche specie il gambo si presenta sempre proporzionato o corto rispetto al
diametro pileico (L. tortilis, L. pumila, L. proximella, L. tetraspora) . La forma è
solitamente cilindrica o clavata e solo occasionalmente può essere ventricosa o radicante:
l’enorme variabilità di questo carattere, anche negli sporocarpi provenienti dallo stesso
micelio, rende impossibile utilizzare questo carattere come parametro di taxificazione, allo
stesso modo dell’inserzione delle lamelle. La superficie è, in generale, fibrillosa e, in
diverse specie, le fibrille sono raggruppate in fasci così da attribuire alla superficie un
aspetto fittamente striato (L. proxima, L. laccata) ; raramente è dato di osservare una pruina
persistente mentre altrettanto raramente, assenti fibrille e striature, la superficie è liscia (L.
glabripes, non ancora rinvenuta in Italia) . Il colore è generalmente simile a quello del
cappello oppure più pallido; raramente accade che le colorazioni pileiche siano più
sostenute (L. proxima, L. proximella) . Nelle specie a superficie fibrillosa le colorazioni
sono opache mentre in quelle a gambo liscio le colorazioni possono essere da opache (L.
tortilis, L. tetraspora) a sericee (L. glabripes) . Il micelio, la cui colorazione può essere
verificata osservando la base del gambo di sporocarpi giovani e ben freschi, può essere
bianco, rosa, lilla oppure viola; negli sporocarpi adulti esso presenta quasi sempre una
colorazione biancastra.

1.4. Carne

Quasi tutte le specie risultano poco carnose; fanno eccezione L. proxima, L.
macrocystidiata e L. trichodermophora, che, quasi sempre, hanno una taglia decisamente
più carnosa. Il colore può variare dal biancastro al rosa-salmone al fulvo, senza che questo assuma un qualche significato tassonomico. L’odore è banale, leggero ma gradevole; poche specie presentano odori caratteristici (es.: L. vinaceorosea, che emana un debole ma ben percettibile aroma fruttato) . Il sapore è quasi sempre poco significativo, fatto che rende questi funghi ben poco appetibili dal punto di vista culinario.

1.5. Sporata

In Europa tutte le specie possiedono spore bianche in massa, anche se non può essere
esclusa a priori la presenza di L. calospora Singer, caratterizzata da una sporata violacea.




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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:35



2. CARATTERI MICROSCOPICI

2.1. Spore

La forma varia da cilindrica, ad ellissoidale-allungata, a ellissoidale a subglobosa a
globosa e costituisce un ottimo parametro per la taxificazione a livello specifico. Le
dimensioni variano da 7 a 22 μm, anche se la stragrande maggioranza delle entità possiede
spore di dimensioni oscillanti fra i 7 ed i 15 μm; la spora cilindrica, di lunghezza
usualmente superiore ai 16 μm, è tipica di L. maritima (non segnalata in Italia) . Le spore
hanno sempre la parete spessa ed ornata da aculei: nella maggioranza delle specie questi
hanno forma conica, mentre in alcune, come in L. bisporigera e L. tetraspora, essa è
nettamente piramidale. Queste ornamentazioni possiedono un’altezza variabile da 0,5 a 3,5μm: la forma, l’altezza e la disposizione delle stesse possiedono valore tassonomico
sebbene nelle specie presentanti le stesse di forma conica (come L. affinis, soprattutto)
l’altezza possa essere alquanto variabile. Con i reagenti usuali (Melzer, Blu di Cresile, Blu
Cotone) non si constatano reazioni significative. Al fine di evidenziare nel modo migliore
possibile le ornamentazioni sporali è preferibile utilizzare, come colorante, Phloxin B.

Poiché le spinule tendono a collassarsi in materiale d’erbario conservato a lungo,
consiglio, al fine di rilevare questo importante carattere, di studiare sempre collezioni
fresche oppure archiviate in erbario da non più di due-tre anni.

2.2. Basidi

Di profilo clavato, essi hanno una taglia oscillante fra i 25 ed i 50 μm, senza che sia
possibile individuare specie a basidi costantemente più grandi o più piccoli di altre. Gli
sterigmi variano da uno a quattro e nella stragrande maggioranza delle specie essi sono
quattro (eccezione: L. bisporigera, L. tortilis, L. vinaceorosea, L. pumila e L. lateritia, che
mostrano sempre basidi mono- o bisporici)

2.3. Subimenio e trama lamellare

Il subimenio è generalmente composto da ife gracili disposte confusamente, quasi
sempre senza tracce di gelificazione. La trama lamellare può essere da parallela a
leggermente irregolare e le ife che la compongono hanno un diametro variabile dai 3 ai 12
μm; esse possono essere ialine o dotate di un leggero pigmento intraparietale.

2.4. Cistidi e cellule sterili

A fini descrittivi ho ritenuto di dover distinguere, con riguardo agli elementi in
discorso, fra: (i) cellule marginali, intese come tali quelle di lunghezza non eccedenti quella
di basidi e basidioli e di larghezza non eccedente i 6 μm, sovente denominate ‘cistidioli’
(alcune entità, come L. montana e L. tetraspora var. tetraspora possiedono, piuttosto,
svariati elementi vescicolosi o basidioloidi, la cui natura sembra differente da quella dei veri e propri cistidi di L. amethystina o di L. macrocystidiata) e (ii) cistidi, intesi come tali
quegli elementi differenziati, osservabili soprattutto sul taglio lamellare e nella superficie
del gambo, la cui lunghezza eccede agevolmente quella dei basidi e la cui larghezza varia
fra i 6 ed i 20 (–25) μm. Mentre in tutte le specie le cellule marginali sono presenti e
relativamente abbondanti, solo poche presentano, oltre a queste, anche dei veri e propri
cistidi, cilindrici o subfusiformi e con parete leggermente spessa (L. amethystina e L.
macrocystidiata) . Quest’ultimo carattere, proprio perché inusuale e però costante nelle
specie nelle quali è stato accertato è, a mio avviso, di notevole valore tassonomico e non
può certo essere misconosciuto affermando, come fa BON (1993: 9), che si tratta di un
carattere “suffissamment incostant dans le genre pour qu’on n’en tienne pas compte de
maniére formelle”. La presenza o meno di cheilocistidi è un carattere che può servire a
distinguere un taxon da un altro ed il fatto che questi elementi siano presenti in alcune
specie e non in altre sta a significare non che la singola specie è variabile sotto tale aspetto ma, al contrario, che il taxon che mostra sempre cheilocistidi è differente da quello che non li mostra mai.

2.5. Rivestimenti pileici e stipitali.

In tutte le specie sia il rivestimento del gambo che quello del cappello sono formati da
ife cilindriche ma, mentre il primo è formato da elementi ad andamento sempre parallelo,
quello pileico mostra strutture variabili dalla comune cutis di ife parallele poco differenziate
dalla subcutis sottostante, allo pseudotricoderma, formato da ife confusamente o
parzialmente erette, al palissadoderma, composto da ife suberette e differenziate (L.
proxima) . Il pigmento può essere vacuolare (più diffuso), intraparietale (non raro e sovente frammisto al primo) oppure incrostante (presente soprattutto in L. purpureobadia e,sovente, anche in L. lateritia) .

2.6. Fibbie ed ife vascolari.

Tutte le specie note hanno ife provviste di evidenti giunti a fibbia, i quali sono presenti
in tutti i tessuti dello sporocarpo. Viceversa le ife vascolari sembrano presenti solo in alcune specie, fra le quali L. proxima e L. trichodermophora; esse sono osservabili soprattutto nella trama lamellare ed in quella stipitale.





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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:36




3. REAZIONI CHIMICO-CROMATICHE.

L’utilizzo dei comuni reagenti (KOH, NH3, FeSO4 ecc.) non evidenzia reazioni tipiche
in determinate specie piuttosto che in altre, perché tutte manifestano più o meno le stesse
reazioni. Di conseguenza nessuna reazione macro- o microchimica è utile al fine di
distinguere fra loro specie simili.

ECOLOGIA, FENOLOGIA E DISTRIBUZIONE

La maggioranza delle specie è pressoché ubiquitaria, vegetando in qualsivoglia tipo di
habitat ed a qualsiasi latitudine: fanno, tuttavia, eccezione L. violaceonigra, trovata solo in
rimboschimenti a Pseudotsuga, e L. vinaceorosea, conosciuta soltanto da rimboschimenti
ad Abies cephalonica Loud.. Alcune specie, come L. montana, prediligono la zona alpina,
altre le località di montagna oltre i 500 metri, come L. proximella, altre ancora amano
recessi umidi ed ombrosi, preferibilmente vicino a corsi d’acqua, come nel caso di L.
tetraspora e L. pumila. Più rare, invece, le entità tendenzialmente xerofile fra le quali,
comunque, possono citarsi L. lateritia e L. macrocystidiata. In linea di principio l’ecologia
non risulta utile come parametro per fondare o contribuire a fondare separazioni a qualsiasi livello.




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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 13:37



TASSONOMIA INFRAGENERICA

Soltanto pochi AA. hanno proposto una sistematica infragenerica per Laccaria: fra
questi vanno citati:
– BON (1983), che divide il genere in tre sezioni, i.e. Maritimae Bon, Amethystinae
Bon e Laccaria;
– MUELLER (1991: 25), che divide il genere in due “metasezioni”, i.e. Laccaria e
Amethystina (nom. inval.) ;
– PÁZMÁNY (1994), il quale introduce due sottogeneri, Maritimae (Bon) Pázmány,
non suddiviso in sezioni, e Laccaria, suddiviso nelle sezioni Purpureobadia Pázmány,
Obscurae Pázmány, Violaceae Pázmány, Bisporae Pázmány e Laccaria.
A mio avviso quest’ultima classificazione è arbitraria ed inaffidabile, perché fondata
su un solo carattere, come quello della colorazione, troppo condizionato da fattori
ambientali. Inoltre molte specie risultano sovente quasi indistinguibili in siccis con la
conseguenza che l’ascrizione ad una o all’altra delle sezioni proposte dal micologo rumeno sarebbe addirittura impossibile.
Più utilizzabile, sia pure con l’emendamento proposto infra, appare quella di Mueller
che ispirandosi, probabilmente, a BON (loc. cit.), riconosce due gruppi principali, che egli
denomina “metasezioni” e che, secondo Bon, sarebbero delle sezioni. Non c’è motivo di
isolare, in una sezione autonoma, L. maritima (Theodor.) Huthinen la quale, a parte le spore grandi e piuttosto allungate (possedute, peraltro, anche se in misura minore, da L. proxima),
ad ornamentazione molto bassa (posseduta, però, anche da specie come L. pumila),
possiede tutti i caratteri essenziali delle specie ascrivibili alla sezione Laccaria.
L’esame di numerosissime collezioni mi ha, invece, consentito di accertare che quello
relativo alla presenza o assenza di cheilocistidi (per la cui definizione v. supra) è un
carattere di estrema importanza nella tassonomia di Laccaria, in quanto connotato da una
rimarchevole costanza. Esistono, infatti, in seno al genere, due gruppi ben distinti in
funzione di questo: uno, comprendente L. laccata e la stragrande maggioranza delle altre
specie, comprendente specie provviste di cellule marginali ma prive di macrocistidi ed un
altro, con, fra le altre, L. amethystina e L. macrocystidiata, comprendente specie provviste,
oltre che delle consuete e banali cellule marginali, di evidenti e voluminosi macrocistidi,
osservabili sia nel taglio lamellare, sia nella stipitipellis.
Un riconoscimento dei due gruppi sopra individuati, sia pure non fondato sul carattere
in discussione, può trovarsi in BON (1983) che tipizza la sua sezione Amethystinae con L.
amethystina, una specie dotata di macrocistidi, e la sezione Laccaria con L. laccata, priva
di questi elementi.
Pertanto, posto a base della classificazione infragenerica di Laccaria il carattere
assenza-presenza di macrocistidi (cheilo- e caulocistidi), l’ordinamento sistematico del
genere può, a mio avviso, essere così concepito (le specie indicate con l’asterisco sono
presenti anche in Italia e saranno considerate in questa sede):

Genere Laccaria Berk. & Broome, Ann. Mag. Nat. Hist. 12: 370. 1883.
Russuliopsis J. Schröt., Die Pilze Schlesiens: 622-623. 1889.

Sezione 1. Laccaria
SINONIMI: Laccaria metasection Laccaria Mueller in Fieldiana Bot. (new ser.) 30: 27. 1992 — Laccaria
sez. Purpureobadia Pázmány in Z. Mykol. 60 (1) : 6. 1994 — Laccaria sez. Obscurae Pázmány in Z.
Mykol. 60 (1) : 6, 1994.
Cheilocistidi assenti.
TYPUS: L. laccata (Scop.) Cooke

Sottosezione 1.1. Laccaria
Basidi tetrasporici.
TYPUS: L. laccata (Scop.) Cooke
ENTITÀ INCLUSE: L. laccata (Scop.) Cooke*, L. affinis (Singer) Bon*, L. proxima (Boud.) Pat.*,
L. proximella Singer*, L. montana Singer*, L. maritima (Theodor.) Huthinen, L. trullisata
(Ellis) Peck, L. purpureobadia Reid*, L. tetraspora Singer*, L. olivaceogrisea Vellinga, L.
fibrillosa McNabb, L. lilacina G. Stev., L. ochropurpurea (Berk.) Peck, L. galerinoides Singer,
L. glabripes McNabb, L. oblongospora Mueller, L. nobilis A.H. Smith in Mueller, L.
vinaceoavellanea Hongo, L. striatula (Peck) Peck, L. canaliculata (Cooke & Massee) Massee,
L. murina Imai e L. longipes Mueller.

Sottosezione 1.2. Bisporae Contu, Bol. Soc. Brot., 2a ser. 45: 81.
1992.
SINONIMI: Laccaria sez. Bisporae Pázmány in Z. Mykol. 60 (1): 8, 1994.
Basidi sempre mono o bisporici.
TYPUS: L. pumila Fayod
ENTITÀ INCLUSE: L. pumila Fayod*, L. tortilis (Bolt.) Cooke*, L. lateritia Malençon*, L.
bisporigera Contu & Ballero*, L. vinaceorosea Contu*, L. nana Massee, L. goossensiae (Beeli)
Contu, comb. nov. (BASIONIMO: Naucoria goossensiae Beeli in Bull. Soc. Roy. de Bot. Belg.
41: 88. 1929. Typus visto da Heinemann in Bull. Jard. Bot. de l’Et. 34: 311. 1964) e L. nigraHongo.

Sottosezione 1.3. Bicolores (Ballero & Contu) Contu, stat. nov.
SINONIMI: Laccaria sez. Amethystinae Bon sottosez. Bicolores Ballero & Contu in Rend. Sem.Fac. Sc. Univ. Cagliari 59 (1): 117. 1989 (BASIONIMO).
Micelio basale viola o lilla-ametista.
TYPUS: L. bicolor (Maire) P.D. Orton
ENTITÀ INCLUSE: L. bicolor (Maire) P.D. Orton*, L. trichodermophora Mueller*, L. decipiens
Contu*, L. violaceonigra G. Stev.*, L. transsilvanica Pázmány, L. caerulacea Dhancholia, J.C.
Bhatt & S.K. Pant, L. calospora Singer, L. chibinensis L.V. Michajl., L. fibrillosa McNabb, L.
masonii G. Stev., L. avachaensis Kalamees e L. violaceobasis Fernandez-Sasia & Contu.

Sezione 2. Amethystinae Bon in Doc. Mycol. 13 (51): 46. 1983,
emend. Contu, emend. nov.
SINONIMI: Laccaria sez. Laccaria sottosez. Amethystinae (Bon) Contu, Bol. Soc. Brot., 2a ser. 45: 81.
1992 — Laccaria sez. Violaceae Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 20-21: 7. 1991.
Cheilocistidi presenti, evidenti.
TYPUS: L. amethystina Cooke.
DIAGNOSI ORIGINALE: “Coloribus violaceis vel amethysteis, purpureis; mycelio saepe violaceo. Typus sp.
L. amethystina Bolt. ex Hook.” — Emendatio: “Coloribus violaceis vel amethysteis, purpureis; mycelio
saepe violaceo, species abundis cystidiis cylindricis, clavatis vel vesciculosis, 8–12 (–15) μm lat.
praeditis. Typus: Laccaria amethystina Cooke”.
ENTITÀ INCLUSE: L. amethystina Cooke*, L. macrocystidiata (Migl. & Lavorato) Pázmány*, L.
vinaceobrunnea Mueller e L. amethysteooccidentalis Mueller (forse anche L. bullulifera Singer?).


..

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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 21:53




Chiave per la determinazione delle specie del genere Laccaria presenti in Italia

1. Taglio lamellare e sovente anche rivestimento del gambo con numerosi ed evidenti cistidi cilindrici,subfusiformi, clavati o lanceolati, larghi 8–12 μm .......................................................................................... 2
× Taglio lamellare senza questo tipo di cistidi; cellule marginali, quando presenti, cilindriche o flessuose,raramente larghe oltre 6 μm ............................................................................................................................. 3
2. Basidiocarpi, quando freschi, interamente color ametista o violacei; nei boschi di conifere e di latifoglie, più comune nel centro-nord Laccaria amethystina
× Basidiocarpi, quando freschi, da fulvo-rossastri a rosa-salmone pallidi; nei boschi di latifoglie e di conifere,
nelle macchie, spesso densamente cespitosa, più comune nel centro-sud.
Laccaria macrocystidiata
3. Basidi in gran maggioranza mono- o bisporici, raramente trisporici ............................................................... 4
× Basidi in gran maggioranza tetrasporici, raramente bisporici .......................................................................... 8

4. Basidiocarpi rossastri, con netti riflessi lilacini; odore marcato, come di frutta; in località di montagna.
Laccaria vinaceorosea
× Basidiocarpi senza riflessi lilacini; odore diverso ............................................................................................ 5
5. Spore di taglia media, non più grandi di 12 μm .............................................................................................. 6
× Spore grandi, in gran maggioranza eccedenti i 12 μm .................................................................................... 7
6. Aculei sporali 1,3–1,8–2 μm, distanziati, piramidali, cappello squamuloso-areolato, striato solo verso il
margine, gambo fibrilloso-striolato; boschi di conifere e di latifoglie, soprattutto in località di montagna. Laccaria bisporigera
× Aculei sporali 0,8–1 μm, conici, piuttosto fitti, cappello quasi liscio, interamente striato, gambo leggermente fibrilloso; presso Acacia, Eucalyptus e Cupressus, soprattutto nella zona mediterranea. Laccaria lateritia

7. Spore ellissoidi-allungate, aculei lunghi 0,5–0,8 μm, specialmente in località di alta montagna. Laccaria pumila
× Spore sferiche, aculei lunghi 1,5–3 μm, in luoghi umidi, vicino a corsi d’acqua, non in alta montagna. Laccaria tortilis

8. Basidiocarpi, quando ben freschi, con micelio basale viola ............................................................................ 9
× Micelio basale bianco, al massimo leggermente vinoso ................................................................................ 12

9. Cappello e gambo con colorazioni rossastre o fulve ...................................................................................... 10
× Cappello e gambo con colorazioni differenti ................................................................................................. 11

10. Lamelle rosa-biancastre o rosa pallide, spore quasi sferiche; nei boschi di conifere, macchie. Laccaria trichodermophora

× Lamelle violette o lilla-ametista, spore subglobose o largamente ellissoidi; in boschi di conifere e latifoglie,soprattutto in montagna. Laccaria bicolor

11. Cappello brunastro-alutaceo pallido, non squamuloso, interamente striato per trasparenza, nei boschi di conifere. Laccaria decipiens
× Cappello viola-ametista carico, decorato da piccole squamette nere, non striato per trasparenza, presso Pseudotsuga. Laccaria violaceonigra

12. Spore sferiche o subsferiche .......................................................................................................................... 13
× Spore largamente ellittiche fino a subcilindriche ........................................................................................... 14
13. Spore con aculei lunghi 1–2,5 μm, piramidali, distanziati, basidiocarpi densamente gregari e/o cespitosi, in luoghi umidi Laccaria tetra spora

× Aculei sporali raramente lunghi oltre 2,5 μm, conici, fitti, basidiocarpi gregari ma usualmente non cespitosi. Laccaria affinis

14. Spore raramente più lunghe di 10 μm, largamente ellissoidi ......................................................................... 15

× Spore normalmente più lunghe di 10 μm, allungate o subcilindriche ............................................................ 17

15. Basidiocarpi bruno-porporini o porpora-castani piuttosto scuri, ife della pileipellis con pigmento incrostante,presso Betula. Laccaria purpureo badia

× Basidiocarpi da fulvi a rossastro-aranciati, ife della pileipellis senza pigmento incrostante ......................... 16

16. In alta montagna, basidiocarpi piccoli, cappello sovente interamente striato per trasparenza, spore grandi,superanti 10 μm. Laccaria montana

× Ubiquitaria, basidiocarpi di taglia media o slanciata, cappello raramente striato per trasparenza, spore piccole,di rado eccedenti 10 μm. Laccaria laccata

17. Gambo liscio, senza fibrille, basidiocarpi molto piccoli e spesso cespitosi, lamelle rosa-carnicine, in terreno sassoso o degradato, in montagna Laccaria proximella

× Gambo fortemente fibrilloso-striolato, basidiocarpi robusti e slanciati, mai cespitosi, lamelle fulvo-rossastre, più o meno chiare, boschi di latifoglie e di conifere, sovente anche nelle macchie. Laccaria proxima


Key to the species of Laccaria in Italy
1. Gill edge and often also stipe surface with numerous and evident cylindrical, subfusiform, clavate or
lanceolate cystidia, 8–12 μm wide ................................................................................................................... 2
× Gill edge without this kind of cystidia; marginal cells, when present, cylindrical or flexuous, rarely wider than
6 μm ............................................................................................................................................................... 3
2. Basidiocarps, when fresh, entirely amethyst or violet coloured; in coniferous and deciduous forests, more
common in Northern and Central Italy.
Laccaria amethystina
× Basidiocarps, when fresh, fawn reddish to pale salmon pink; in deciduous and coniferous forests, in scrubs,
often densely caespitose, more common in Central and Southern Italy.
Laccaria macrocystidiata
3. Basidia mostly 1- or 2- spored, rarely 3-spored ............................................................................................... 4
× Basidia mostly 4-spored, rarely 2-spored ........................................................................................................ 8
4. Basidiocarps with reddish colours, with evident lilac hues; smell distinct, more or less fruity; in the
mountains.
Laccaria vinaceorosea
× Basidiocarps without lilac hues; smell different .............................................................................................. 5
5. Spores of medium size, not longer than 12 μm ............................................................................................... 6
× Spores big, mostly exceeding 12 μm in length ................................................................................................ 7
6. Spores with 1.3–1.8–2 μm long, scattered, pyramidal spines, squamulose-areolate cap, striate only near the
margin; fibrillose striate stipe; coniferous and deciduous forests, in the mountains especially.
Laccaria bisporigera
× Spores with 0.8–1 μm long, conical, rather dense spines; cap almost smooth, entirely striate, stipe slightly
fibrillose; with Acacia, Eucalyptus and Cupressus, particularly in the Mediterranean area.
Laccaria lateritia
7. Ellipsoid spores, with 0.5–0.8 μm long spines, occurring especially at high altitudes.
Laccaria pumila
× Globose spores, with 1.5–3 μm long spines; in damp places, next to streams, not at high altitudes.
Laccaria tortilis
8. Basidiocarps, when fresh, with violet basal mycelium .................................................................................... 9
× Basal mycelium white, at most slightly wine-coloured .................................................................................. 12
9. Cap and stipe with reddish or fawn colours ................................................................................................... 10
× Cap and stipe with different colours .............................................................................................................. 11
10. Gills whitish pink or pale pink, spores almost globose; in coniferous forests or scrubs.
Laccaria trichodermophora
× Gills violet or amethystine lilac, spores subglobose to broadly ellipsoid; in coniferous and deciduous forests,
in the mountains especially.
Laccaria bicolor
11. Cap pale alutaceous brown, not squamulose, entirely translucently striate; in coniferous forests.
Laccaria decipiens
× Cap deep amethystine violet, ornate by small blackish scales, not translucently striate; with Pseudotsuga.
Laccaria violaceonigra
12. Spores globose to subglobose ........................................................................................................................ 13
× Spore broadly ellipsoid to subcylindrical ...................................................................................................... 14
13. Spores with 1–2.5 μm long, pyramidal, scattered spines; basidiocarpi growing in dense clusters, in damp
places.
Laccaria tetraspora
× Spores with conical, dense, rarely longer than 2.5 μm spines; basidiocarps gregarious but usually not
caespitose.
Laccaria affinis
14. Spores rarely longer than 10 μm, broadly ellipsoid ....................................................................................... 15
× Spores normally longer than 10 μm, elongate or subcylindric ....................................................................... 17
15. Basidiocarps purple brown or chestnut purple, rather dark; hyphae of the cap cuticle with encrusting pigment;
with Betula.
Laccaria purpureobadia
× Basidiocarps fawn to orange reddish, hyphae of the cap cuticle without encrusting pigment ....................... 16
16. At high altitudes; small species, cap often overall translucently striate; spores big, longer than 10 μm.
Laccaria montana
× Ubiquitous; basidiocarps medium sized or slender, cap rarely translucently striate; spores small, rarely longer
than 10 μm.
Laccaria laccata
17. Stipe smooth, not fibrillose; very small, often caespitose basidiocarps, with flesh pink gills, on stony or
degraded soil, in the mountains.
Laccaria proximella
× Stipe strongly fibrillose striate, basidiocarps robust and slender, never caespitose, with fawn reddish, more or
less light gills; in deciduous and coniferous forests, often also in scrubs.
Laccaria proxima



Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 21:57




DESCRIZIONI ANNOTATE DELLE SPECIE

Laccaria amethystina Cooke Grevillea 12: 70. 1884.

≡ Agaricus amethystinus Hudson, Fl. Angl. 2: 612. 1778.
non A. amethystinus Scop., Fl. Carn. 2: 437. 1772. (= Cortinarius sp.)
non A. amethystinus Schaeff., Fung. qui in Bavaria. IV: tab. 24. 1774. (= Cortinarius sp.)
Collybia amethystina (Cooke) Quél., Fl. Mycol.: 237. 1888.
Clitocybe amethystina (Cooke) Peck, Ann. Rep. N. Y. St. Mus. 50: 128. 1897.
= Agaricus amethysteus Bull., Herb. France: pl. 198. 1784.
Agaricus laccatus var. amethysteus (Bull.) Berk. & Broome, J. Linn. Soc. Bot. 11: 518. 1871.
Omphalia amethystea (Bull.) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. 1: 614. 1821.
Russuliopsis laccata var. “amethystina” (Bull.) Schroet. in Cohn, Krypt. Fl. Schl. 3 (1): 623. 1889.
Laccaria amethystea (Bull.) Murrill, North Amer. Fl. 10: 1. 1914.
= Laccaria hudsonii Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 7. 1994.

Cappello 1–8 cm, da poco a mediamente carnoso, emisferico poi allargato, centro
sovente depresso, non o molto raramente umbonato, secco, leggermente tomentoso, brunoporpora,
ametistino, violaceo o lilla, ocra-alutaceo pallido quando asciutto, margine striato
solo a tempo molto umido. Lamelle larghe e spesse, sinuato-adnate o leggermente
decorrenti, concolori alla tinta pileica. Gambo 3–10 × 0,5–1,5 cm, slanciato, cilindrico,
fibrilloso o fibrilloso-striolato, concolore al cappello, base viola più intensa per il micelio,
biancastra quando il basidiocarpo è asciutto. Carne fragile, da biancastra leggermente
ametistina; odore e sapore leggeri.

Sporata: bianca.

Spore 8,5–10 × 8–9 μm, globose o subglobose, decorate da aculei conici, fitti, lunghi
1–2 μm. Basidi 40–50 × 9–11 μm, tetrasporici, clavati, con fibbie. Cheilocistidi 30–70 × 6–
10 μm, sinuoso-strangolati, clavati, subfusiformi o cilindro-capitulati. Rivestimento pileico
composto da una cutis di ife cilindriche larghe 5–9 μm, intrecciate, a volte confusamente
erette verso il centro, con terminali a volte simili ai cheilocistidi, pigmento intraparietale e
citoplasmatico. Caulocistidi simili ai cheilocistidi, sparsi su tutta la superficie del gambo.
Giunti a fibbia frequenti.

Habitat: gregaria, non di rado anche cespitosa, in boschi freschi di latifoglie e
conifere. Primavera-autunno. Comune.
Distribuzione: conosciuta da tutto il territorio nazionale.

OSSERVAZIONI
1. È specie piuttosto comune soprattutto nelle foreste umide di montagna e
probabilmente più diffusa nella parte peninsulare che in quella insulare.
2. Il colore dei basidiocarpi è molto variabile in relazione alle condizioni di tempo e di
luogo ma la micromorfologia è tendenzialmente costante e consente di riconoscere
agevolmente questa specie.
3. Fra le entità a colorazioni simili vanno tenute presenti:
– L. amethysteo-occidentalis G.M. Muell. (1984), nota dal Canada, differente per la
tendenza dei basidiocarpi ad assumere tinte vinose da asciutti, le spore da subglobose a
largamente ellissoidali e per i cheilocistidi clavati e molto più larghi (fino a 18 μm);
– L. caerulacea Dhanch., J.C. Bhatt & S.K. Pant (1991), nota dall’Himalaya,
differente per la taglia minore, il colore più blu che violaceo, il cappello umbonato, i basidi
più piccoli (non superanti i 30 μm di lunghezza), le spore minori di 8 μm ed i cheilocistidi
con pigmentazione granulare interna;
– L. calospora Singer (1973), nota dagli Stati Uniti, differente soprattutto per la
sporata lilla-viola e l’habitat in località palustri;
– L. masonii G. Stev. (1964), nota dall’Australasia, differente per le spore più piccole
e con aculei decisamente più lunghi e distanziati (2–3,5 μm);
– L. fibrillosa McNabb (1972), nota dalla Nuova Zelanda, differente per il cappello
ornato da squamette nerastre e per il taglio lamellare privo di cheilocistidi;
– L. gomezii Singer & G.M. Muell. (1988), nota dalla Costa Rica, differente per le
colorazioni più scure, anche con tono bruno-cioccolato, le lamelle fitte e subdecorrenti, i
cheilocistidi più stretti e le spore largamente ellissoidi;
– L. lilacina G. Stev. (1964), nota dall’Australasia, differente per le colorazioni più
brunastre del cappello, che è decorato da squamette e fibrille nerastre, il gambo privo di
toni violacei ed il taglio lamellare privo di cheilocistidi;
– L. transsilvanica Pázmány (1992), nota dalla Romania, differente per le spore
largamente ellissoidi ed il taglio lamellare provvisto solo di cellule marginali e non anche di
cheilocistidi;
– L. vinaceobrunnea G.M. Muell. (1984), nota dagli Stati Uniti, per i basidiocarpi
tendenti a perdere molto presto le colorazioni violette per assumere tinte rossobrune, le
spore ad ornamentazione mediamente più bassa e l’habitat in località sabbiose;
– L. violaceonigra G. Stev. (1964), nota dall’Australasia, differente per il cappello
bruno-violaceo decorato da squamette nerastre, le lamelle più chiare e per il taglio lamellare provvisto solo di cellule marginali.

1. It is a common species in Italy, particularly in humid mountain forests, probably more
widespread in peninsular than in insular Italy.
2. The colour of the basidiocarps is variable depending on environmental and climatic
conditions, but the microscopic characters are stable and allow one to easily recognize this species.
3. Similarly coloured entities include: L. amethysteo-occidentalis G.M. Muell. (1984),
described from Canada, with basidiocarps with wine red colours when dry, subglobose to broadly
ellipsoid spores and clavate and much broader (up to 18 μm) cheilocystidia; L. caerulacea Dhanch.,
J.C. Bhatt & S.K. Pant (1991), an Himalayan species, differing by its smaller size, blue rather than
violet colour, umbonate cap, smaller basidia (not longer than 30 μm), spores shorter than 8 μm and
cheilocystidia with an internal granular pigment; L. calospora Singer (1973), described from the
United States, differing particularly for its lilac violet spore-print and by the growth in swampy
places; L. masonii G. Stev. (1964), recorded from Australasia, differing by the smaller spores with
distinctly longer (2–3,5 μm) and more scattered spines; L. fibrillosa McNabb (1972), from New
Zealand, differing by the cap covered by blackish little scales and a fertile lamella edge; L. gomezii
Singer & G.M. Muell. (1988), described from Costa Rica, with darker, even chocolate brown colours,
crowded and subdecurrent gills, narrower cheilocystidia and broadly ellipsoid spores; L. lilacina G.
Stev. (1964), described from Australasia, differing by the darker colours of the cap which bears
blackish scales and fibrils, the stipe devoid of violet colours and the fertile lamella edge; L.
transsilvanica Pázmány (1992), from Romania, with broadly ellipsoid spores and a lamella edge with
marginal cells but without true cystidia; L. vinaceobrunnea G.M. Muell. (1984), described from the
United States, with basidiocarps which quickly lose the violet colours to become brown-red, spores
with a lower ornamentation and growth in sandy soil; L. violaceonigra G. Stev. (1964), described
from Australasia, differing by the violet brown cap, ornate by blackish scales, lighter gills and lamella
edge only with marginal cells.



Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 17 feb 2010, 22:01





Laccaria macrocystidiata (Migl. & Lavorato) Pázmány
Z. Mykol. 60 (1): 8. 1994.

≡ Laccaria affinis f. macrocystidiata Migl. & Lavorato, Micol. Ital. 17 (2): 6. 1988.
Laccaria laccata [var. pallidifolia] f. macrocystidiata (Migl. & Lavorato) Cacialli & Doveri, Riv. Micol. 35
(3): 226. 1992. (nom. inval., basionimo non citato)
= Laccaria affinis var. sardoa Bon & Contu, Doc. Mycol. 15 (59): 53. 1985.

Cappello 2–12 cm, mediamente carnoso o carnoso, convesso poi spianato, centro
depresso-ombelicato, tomentoso-vellutato fino a squamuloso-areolato, da rosa-salmone a
fulvo-rossastro, normalmente striato per trasparenza solo al margine, più raramente
interamente striato per trasparenza. Lamelle larghe, spesse, adnate o francamente decorrenti,
rosa chiaro o fulvo-rossastre, taglio sovente accidentato. Gambo 5–15 × 1–2 cm, slanciato,
cilindrico, notevolmente fibrilloso-striolato, concolore al cappello, verso la base bianco per
il micelio. Carne tenace, un poco elastica, rosa chiaro; odore e sapore deboli, da gradevoli a leggermente rafanoidi.
Sporata bianca.

Spore 8–11 μm, globose, raramente subglobose, decorate da aculei conici,
mediamente distanziati, lunghi 0,8–1,5 (–2) μm. Basidi 40–60 × 8–12 μm, tetrasporici,
clavati, con fibbie. Cheilocistidi 40–80 × 8–16 μm, abbondanti, cilindrici, clavati,
subcapitulati, capitulati, subfusiformi o lanceolati, sovente a parete leggermente spessa.
Rivestimento pileico composto da una cutis di ife parallele, larghe 5–12 μm, sovente
confusamente erette verso il centro, con terminali sovente capitulati e simili a certi
cheilocistidi. Caulocistidi frequenti soprattutto nella parte superiore, del tutto simili ai
cheilocistidi. Giunti a fibbia costanti ai setti.
Habitat: gregaria e cespitosa in boschi di conifere e di latifoglie, nelle garighe, dalla
pianura alla montagna. Primavera-autunno. Probabilmente non rara.
Distribuzione: conosciuta da tutto il territorio nazionale, ma probabilmente più frequente nelle regioni centrali e meridionali-insulari.

OSSERVAZIONI

1. Si tratta di una fra le specie più prestanti e robuste del genere, almeno nelle forme
più tipiche, caratterizzata, più frequentemente rispetto alle congeneri, dal possedere lamelle subdecorrenti o decisamente decorrenti.
2. Oltre alla varietà tipica, che possiede colorazioni rosa-salmone pallide e spore con
aculei lunghi 0,8–1 μm, esiste una varietà a colorazioni fulvo-rossastre più cariche e spore
con aculei lunghi 1–2 μm, probabilmente più comune nelle zone di montagna: essa può
essere denominata come segue:

Laccaria macrocystidiata var. longispinosa Contu, var. nov.
A typo differt coloribus fulvo-aurantiacis sporisque spinulis 1,5–2 μm longis.
Typus: Sardegna, prov. Sassari, Monte Limbara, loc. Madonna della Neve, vicino ad Abies
cephalonica, 28.10.1999, leg. M. Contu (herb. CAG).

3. Fra le specie simili occorre ricordare:
– L. proxima (Boud.) Pat., differente per le spore ellissoidali-subcilidriche e per
l’assenza di cheilocistidi;
– L. bicolor (Maire) P.D. Orton e L. trichodermopohora G.M. Muell., che possono
raggiungere anche taglie similari, differenti per le spore decisamente più piccole,
subglobose, per il micelio basale viola-ametistino e per l’assenza di cheilocistidi:
quest’ultimo carattere è prezioso in quanto serve a separare immediatamente raccolte di
queste specie composte da esemplari ormai asciutti, che hanno perso le originarie tinte
violette;
– L. amethysteo-occidentalis G.M. Muell. e L. vinaceobrunnea G.M. Muell., oltre alle
colorazioni differenti, in parte violacee, hanno spore più subglobose o largamente ellissoidi
e gambo privo di caulocistidi;
– L. amethystina Cooke ha spore mediamente più piccole e basidiocarpi violacei.

1. It is one of the biggest and most stout species of this genus, at least in the more typical forms
and it is characterized by often sudecurrent or decurrent gills.
2. We have collected a variety differing from the type (characterized by pale salmon pink
colours and spores with 0.8–1 μm long spines) by more intense, fawn-reddish colours and by spores
with 1–2 μm long spines; this variety is probably more common in mountain habitats, and is here
described as Laccaria macrocystidiata var. longispinosa Contu, var. nov. (see Latin description
above).
3. Similar taxa include: L. proxima (Boud.) Pat., with ellipsoid to subcylindric spores and
absence of cheilocystidia; L. bicolor (Maire) P.D. Orton and L. trichodermopohora G.M. Muell.,
which can reach a similar size, differing by distinctly smaller, subglobose spores, by the amethystine
violet basal mycelium and by the absence of cheilocystidia, this latter character being precious when
dealing with dehydrated collections of these species, where the initial violet colours may disappear; L.
amethysteo-occidentalis G.M. Muell. and L. vinaceobrunnea G.M. Muell., are characterized by partly
violet colours, more subglobose or broadly ellipsoid spores and a stipe lacking caulocystidia; L.
amethystina Cooke has spores smaller in the average and violet basidiocarps throughout.


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