Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:03




Laccaria affinis (Singer) Bon
Doc. Mycol. fasc. 13 (51): 49. 1983.

≡ Laccaria laccata var. affinis Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 111. 1967.
= Laccaria affinis var. ochrosquamulosa Ballero & Contu, Candollea 42: 608. 1987.
Laccaria ochrosquamulosa (Ballero & Contu) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 8. 1994.
= Laccaria laccata var. anglica Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 110. 1967.
Laccaria affinis var. anglica (Singer) Bon, Doc. Mycol. 13 (51): 50. 1983.
Laccaria anglica (Singer) Pázmány, Not. Not. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 24-25: 7. 1995.
= Laccaria laccata var. carbonicola Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 110. 1967.
Laccaria affinis var. carbonicola (Singer) Courtec. Doc. Mycol. 16 (62): 14. 1986.
Laccaria carbonicola (Singer) Contu, Micol. Veneta 1 (2): 6. 1986.
= Laccaria laccata var. chilensis Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 109. 1967.
Laccaria affinis var. chilensis (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 9. 1994.
= Laccaria laccata var. decurrens Peck, Ann. Rep. N. Y. St. Bot. 157: 92. 1912.
= Laccaria laccata var. intermedia Singer, Pl. Syst. Evol. 126: 368. 1977.
Laccaria affinis var. intermedia (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 9. 1994.
= Laccaria laccata f. minuta Imai, J. Fac. Sc. Hokkaido Imp. Univ., ser. 5 (bot.) 18: 90. 1938.
Laccaria laccata var. minuta (Imai) Hongo, Mem. Shiga Univ. 9: 58. 1959.
Laccaria affinis var. minuta (Imai) Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 24-25: 6. 1995.
= Clitocybe laccata var. pallidifolia Peck, Ann. Rep. N. Y. St. Bot. 43: 274. 1890.
Laccaria laccata var. pallidifolia (Peck) Peck, Rep. N. Y. St. Bot. 157: 92. 1912.
= Laccaria laccata var. subalpina Singer, Pl. Syst. Evol. 126: 365. 1977.
Laccaria affinis var. subalpina (Singer) Bon, Bull. Féd. Mycol. Dauph.-Savoie 116: 29. 1990.
Laccaria bicolor var. subalpina (Singer) Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 20-21: 14. 1991.
= Laccaria laccata var. tatrensis Singer, Pl. Syst. Evol. 126: 367. 1977.
Laccaria affinis var. tatrensis (Singer) Bon, Bull. Féd. Myc. Dauph.-Savoie 116: 29, 1990.
= Laccaria tetraspora var. aberrans Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 116. 1967.
Laccaria scotica var. aberrans (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 10. 1994.
= Laccaria tetraspora var. peladae Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 117. 1967.
Laccaria affinis var. peladae (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 9. 1994.
Laccaria laccata var. peladae (Singer) Singer, Pl. Syst. Evol. 126: 366. 1977.
= Laccaria tetraspora var. peullensis Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 113. 1967.
Laccaria scotica var. peullensis (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 10. 1994.
= Laccaria tetraspora var. xena Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 116. 1967.
= Laccaria tetraspora var. scotica Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 114. 1967.
Laccaria scotica (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 10. 1994.

Cappello 1–8 cm, più o meno carnoso, convesso, a volte spianato e/o depresso al
centro, mai umbonato, sovente striato per trasparenza verso il margine, igrofano, da rosacarnicino
a rossobruno, alla fine ocraceo chiaro, di rado screpolato-areolato verso il centro.
Lamelle larghe e spesse, distanziate, sinuato-adnate o leggermente decorrenti, biancastre,
rosa chiaro o rossastre. Gambo 5–12 × 0,3–0,8 cm, slanciato, cilindrico, fibrilloso-striolato,
concolore al cappello, verso la base bianco per il micelio. Carne più o meno consistente a
seconda degli esemplari, da biancastra a carnicino chiaro; odore e sapore grati, fungini.
Sporata bianca.

Spore 8–10 μm, ialine, globose o subglobose, a spinule coniche lunghe, di norma, non
oltre 1,5 μm, più rade che in L. laccata. Basidi 40–50 × 8–13 μm, tetrasporici, clavati, con
fibbie. Cellule marginali frequenti, filamentose o subclavate, banali. Rivestimento pileico
composto da una cutis di ife cilindriche da parallele a leggermente intrecciate, talvolta
leggermente rialzate verso il centro, mai nettamente tricodermica o subpalissadica,
pigmento usualmente vacuolare. Giunti a fibbia abbondanti.
Habitat: gregaria, anche cespitosa, in boschi di latifoglie e di conifere, nella gariga
mediterranea, fra muschi e sfagni, praticamente ubiquitaria. Primavera-autunno. Molto
comune.
Distribuzione: conosciuta da tutto il territorio nazionale.

OSSERVAZIONI

1. Specie molto comune ed anche molto variabile sia nelle colorazioni che
nell’ornamentazione sporale. Le forme ad aculei sporali corti (non oltre 1 μm) non sono, a
mio avviso, meritevoli di separazione tassonomica, al rango specifico, da quelle ad aculei
sporali lunghi 1,5 μm ed oltre, assegnabili alla var. scotica (Singer) Contu, stante l’esistenza
di una serie continua di forme intermedie fra i due estremi e non essendo dato di rinvenire
ulteriori e maggiormente affidabili parametri di separazione. Conseguentemente la lista dei
sinonimi sopra riportata è piuttosto lunga, ricomprendendo anche tutte le entità descritte da
SINGER (1967, 1977) come taxa infraspecifici di L. tetraspora e distinti da quest’ultimo per
l’ornamentazione sporale composta da spinule coniche e non piramidali.

Laccaria affinis var. scotica (Singer) Contu, comb. nov.
BASIONIMO: Laccaria tetraspora var. scotica Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 114. 1967.

2. Più che ogni altra, questa specie è stata in passato confusa con L. laccata, dalla
quale si separa agevolmente per le spore sferiche, non largamente ellissoidi o ellissoidi.
3. MUELLER & VELLINGA (1986) e MUELLER (1996), seguiti da un notevole numero di
altri AA, riconoscono a questo taxon il rango di semplice varietà di L. laccata,
denominandolo “L. laccata var. pallidifolia (Peck) Peck”. Personalmente ritengo che la
differenza nel profilo sporale, supportata da altri caratteri (L. laccata possiede cappello e
lamelle di un colore fulvo-rossastro più intenso, molto tipico, cappello molto raramente
striato per trasparenza, ecc.) sia sufficiente per tenere distinti i due taxa a livello di specie.
Credo, infatti, che sia difficilmente concepibile che un’entità a spore sferiche sia solo un
taxon infraspecifico di un’altra a spore ellissoidi perché, in caso contrario, verrebbe posto
nel nulla uno dei principali parametri di separazione specifica, universalmente adottato e
non smentito da alcuna convincente prova contraria. Ove si adotti questo modo di vedere, la
combinazione prioritaria per il taxon sferosporico risulta quella introdotta da BON (1983).

1. L. affinis is a very common species, variable both in colours and in the ornamentation of the
spores. Forms with short spines (less than 1 μm) do not deserve, in my opinion, to be distinguished at
specific rank from those with spines long 1.5 μm or more, belonging to var. scotica (Singer) Contu,
since all intermediate forms can be found and other differentiating characters cannot be found. As a
consequence the list of synonyms cited above is quite long, comprising also all the taxa introduced by
SINGER (1967, 1977) as infraspecific variants of L. tetraspora, differing from that species by the
spores with conical, not pyramidal warts.
2. More than with other species, L. affinis has been confused in the past with L. laccata, from
which it can be easily distinguished by the globose, not ellipsoid or broadly ellipsoid spores.
3. MUELLER & VELLINGA (1986) and MUELLER (1996), followed by several other authors,
recognize this taxon as a variety of L. laccata (“L. laccata var. pallidifolia (Peck) Peck”). In my
opinion the difference in the spore shape, supported by other characters (L. laccata has more
intensely coloured fawn reddish cap and gills, a rarely translucently striate cap, etc.) is sufficient to
distinguish the two taxa on species level. I do believe, actually, that it is hardly conceivable that a
fungus with globose spores could be merely an infraspecific variant of a species with ellipsoid spores,
since this would mean that one of the main differentiating characters in this genus would be given no
value. Considering the fungus with globose spores as an independent species, the earliest available
combination is that introduced by BON (1983).




Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:07




Laccaria purpureobadia Reid
Fung. Rar. Icon. Color. 1: 14. 1966.

Cappello 2–8 cm, mediamente carnoso, convesso poi allargato ma quasi mai spianato,
da finemente squamuloso a squamuloso-areolato, specialmente verso il centro, brunoporpora
o fulvo porpora piuttosto scuro poi fulvo o rosso-bruno ed infine alutaceo-rosa
chiaro, per tempo umido non striato o molto finemente e solo al margine. Lamelle
mediamente larghe e spesse, fitte, sinuato-adnate, rosa-salmone carico. Gambo 4–9 × 0,5–1,5 cm, cilindrico o cilindro-clavato, fibrilloso-striolato concolore al cappello, verso la base porpora-vinoso ed infine biancastro per il micelio. Carne poco consistente, porpora brunastra cupa o rosa-brunastra; odore e sapore leggeri, poco caratteristici.
Sporata: bianca.

Spore 9–11 × 7–8,5 μm, largamente ellissoidali o ellissoidali, decorate da aculei
conici, piuttosto densi e fitti, lunghi 0,5–0,8 mm. Basidi 30–50 × 8–12 μm, tetrasporici,
clavati, con fibbie. Cellule marginali da filamentose a subclavate, banali. Rivestimento
pileico composto da una cutis di ife parallele subclavate, larghe 5–12 μm, leggermente
rialzate verso il disco, pigmento intraparietale ed incrostante. Giunti a fibbia numerosi.
Habitat: a gruppi, di rado cespitosa, presso Betula sp. pl., in terreni umidi. Piuttosto
rara. Autunno.
Distribuzione: fino ad ora conosciuta solo dal Lazio ma probabilmente
presente anche altrove.

OSSERVAZIONI

1. La descrizione di questa specie è stata realizzata grazie allo studio di una raccolta,
realizzata da Paolo Dessì, proveniente dalla stessa identica località dalla quale V. Migliozzi ha tratto gli esemplari utilizzati per annunciare il primo ritrovamento in Italia di questa specie (Macchia della Menziana, cfr. MIGLIOZZI 1996).
2. L. purpureobadia, tipica dei betuleti dell’Europa settentrionale, è nota, in Italia,
solo dal Lazio, dove è stata rinvenuta sempre presso Betula.
3. La colorazione fulvo-baia del cappello, le ife della cui pileipellis possiedono una
tipica pigmentazione incrostante, le spore più grandi, ad aculei più fitti e soprattutto più
bassi nonché l’ecologia specifica consentono di distinguere bene L. purpureobadia da L.
laccata.

1. The description of this species is based on the study of a collection by Paolo Dessì, from the same locality where V. Migliozzi collected the specimens of the first Italian collection of this species (Macchia della Menziana, see MIGLIOZZI 1996).
2. L. purpureobadia, typically found in birch stands in Northern Europe has been found, in
Italy, in Latium only, where it has also been collected in association with Betula.
3. The bay fawn colours of the cap, the hyphae of the cap cuticle with a typical encrusting
pigment, the big spores with denser and lower spines, associated to the peculiar ecology, are good differentiating characters for L. purpureobadia with respect to L. laccata.



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Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:09



Laccaria montana Singer
Beih. Sydowia 7: 8. 1973.

= Laccaria laccata var. montana Moeller, Fungi of the Faeroes: 269. 1945.

Cappello 0,5–3,5 cm, poco carnoso, convesso-campanulato poi allargato e depresso al
centro, talora subumbonato, margine frastagliato-lobato, da finemente squamuloso a
squamuloso-areolato, specie verso il centro, fulvo-bruno, fulvo-aranciato poi ocra-alutaceo
chiaro, a tempo umido striato per trasparenza per due terzi. Lamelle larghe e spesse,
distanziate, da sinuato-adnate a subdecorrenti, sovente anastomizzate, da rosa-salmone a
fulvo-rossastre. Gambo 1,5–5 × 0,2–0,5 cm, cilindrico o cilindro-subclavato, da subliscio a
finemente fibrilloso, concolore al cappello, verso la base bianco per il micelio. Carne
fragile, poco consistente, rosa chiaro; odore e sapore leggeri, poco caratteristici.
Sporata: bianca.

Spore 9–12 × 8–10 μm, largamente ellissoidali, decorate da aculei conici piuttosto
fitti, lunghi 0,8–1 mm. Basidi 35–50 × 10–15 μm, tetrasporici, clavati, con fibbie. Cellule
marginali da clavate a ventricose, larghe 6–10 μm. Rivestimento pileico composto da una
cutis di ife clavate larghe 4–9 μm, sovente confusamente erette al disco, pigmento
intracellulare ed intraparietale leggero. Giunti a fibbia costanti.
Habitat: gregaria e cespitosa in località di alta montagna, nei bassi arbusteti alpini.
Primavera-Autunno. Poco comune.
Distribuzione: conosciuta dal Piemonte, dalla Val D’Aosta, dal Trentino ma probabilmente presente anche altrove.

OSSERVAZIONI

1. Fra tutte le piccole Laccaria crescenti in zona alpina si riconosce per le spore
medio-grandi, largamente ellissoidi, ornate da aculei piuttosto bassi, il cappello non
grossolanamente striato e per le cellule marginali basidioloidi.
2. L. tetraspora, che può presentare carpofori di taglia similare, possiede spore
sferiche ornate da aculei decisamente più allungati mentre L. proximella ha spore di profilo
più nettamente ellissoide. L. pumila, parimenti crescente in alta montagna, possiede caratteri
molto simili ma si differenzia per i basidi tetrasporici e le cellule marginali di aspetto
banale.
3. Contrariamente a quanto ipotizzato da BON (1983: 50) L. montana non è una
semplice forma alpina di L. laccata come appurato da MUELLER (1991a) mediante studi
sulla interfertilità dei miceli.

1. This species can be recognized among the small Laccaria growing in the alpine area by the
medium to big, broadly ellipsoid spores, with low spines, the cap not roughly striate and the
basidiole-like marginal cells.
2. L. tetraspora, which can produce caropophores of similar size, has globose spores, with
definitely more elongated spines, while L. proximella has more ellipsoid spores. L. pumila, also
growing at high altitudes, is very similar but differs by the 4-spored basidia and the normal marginal
cells.
3. In contrast with Bon’s thought (BON 1983: 50), L. montana isn’t a mere alpine form of L.
laccata, as MUELLER (1991a) demonstrated on the basis of mating tests



Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:12


Laccaria laccata (Scop.: Fr.) Cooke
Grevillea 12: 70. 1884.

≡ Agaricus laccatus Scop., Fl. Carn. 2: 444. 1772.
Agaricus laccatus Scop.: Fr., Syst. Mycol. 1: 106. 1821.
Clitocybe laccata (Scop.: Fr.) P. Kumm., Führ. Pilzk.: 122. 1871.
Camarophyllus laccatus (Scop.: Fr.) P. Karst., Hattsvampar: 231. 1879.
Omphalia laccata (Scop.: Fr.) Quél., Enchir. Fung.: 26. 1886.
Collybia laccata (Scop.: Fr.) Quél., Flore Mycol.: 237. 1888.
Russuliopsis laccata (Scop.: Fr.) J. Schroet. in Coehn, Krypt.-Fl. Schelesien 3 (1): 622. 1889.
= Laccaria laccata var. gibba Singer, Beih. Nova Hedwigia 29: 27. 1969.
Laccaria gibba (Singer) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 10. 1994.
= Laccaria laccata var. moelleri Singer, Beih. Sydowia 7: 9. 1973.
= Russuliopsis laccata [var. rosella] f. pusilla Christiansen, Fungi Iceland: 525. 1932.
Laccaria laccata var. pusilla (Christ.) Singer, Bull. Soc. Mycol. France 83: 109. 1967.
= Laccaria laccata var. vulcanica Singer ex Singer & Veselský, Pl. Syst. Evol. 126: 362. 1977.
Laccaria vulcanica (Singer ex Singer & Veselský) Pázmány, Z. Mykol. 60 (1): 10. 1994.
= Laccaria laccata var. pseudobicolor Bon, Doc. Mycol. 12 (46): 42. 1982.
Laccaria bicolor var. pseudobicolor (Bon) Pázmány, Not. Bot. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 20-21: 14. 1991.
= Agaricus farinaceus Hudson, Fl. Angl. 2: 616. 1778.
Laccaria farinacea (Huds.) Singer, Beih. Sydowia 7: 8, 1973.

Cappello 2–6 cm, poco carnoso, convesso poi spianato, non umbonato, sovente
leggermente screpolato-areolato al disco, da fulvo-rosso-bruno ad ocra chiaro, più
raramente da giallo-brunastro pallido a giallo-ocra (var. lutea ss. MALENÇON & BERTAULT,
1975) oppure bianco (var. totalba ss. BON, 1983); margine non striato o solo brevemente.
Lamelle larghe e spesse, mediamentte fitte, adnato-annesse, talora anche subdecorrenti, di
un rosa-carnicino carico. Gambo 4–8 × 0,2–0,6 cm, cilindrico, concolore al cappello,
fibrilloso-striolato, verso la base bianco per il micelio. Carne poco consistente, da
biancastra a carnicino chiaro; odore e sapore deboli, poco caratteristici.
Sporata bianca.

Spore 7–9 × 5,5–7,5 μm, ialine, ellisso-ovoidali o distintamente ellissoidali, decorate
da spinule fitte e corte, non superanti 1 μm. Basidi 30–55 × 8–13 μm, tetrasporici, con
fibbie. Cellule marginali filamentose, banali. Rivestimento pileico composto da ife
cilindriche leggermente intrecciate, sovente confusamente rialzate verso il centro, pigmento
vacuolare, più intraparietale nelle ife della subcutis. Giunti a fibbia abbondanti.
Habitat: gregario in località erbose al margine dei boschi di latifoglie e di conifere,
anche nella macchia mediterranea, fra Cistus sp. pl. Autunno. Non molto comune.
Distribuzione: conosciuta dalla Calabria, dall’Emilia Romagna, dalla Sardegna, ma
probabilmente presente anche altrove.

OSSERVAZIONI

1. Senza una lunga esperienza di studio può essere molto difficile riconoscere L.
laccata var. laccata sul terreno: le colorazioni fulvo-aranciate sovente piuttosto cariche, la
superficie pileica raramente striata e quasi sempre screpolata-areolata, le lamelle da rosasalmone
carico a nettamente rossastre, il gambo marcatamente striolato e la base del gambo
rosa-vinoso costituiscono buoni indici sintomatici. Infatti questa specie sembra spesso una
forma gracile o poco slanciata di L. proxima della quale, evidentemente, non possiede le
grandi spore allungate.
2. Oltre agli esemplari di taglia media o poco slanciata, corrispondenti all’aspetto
tipico, è possibile anche rinvenire esemplari di taglia piuttosto slanciata e d’aspetto più
robusto: si tratta della var. moelleri di SINGER (1973), sovente, se non immancabilmente,
confusa con L. proxima la quale, tuttavia, differisce per le spore più allungate e di taglia
alquanto superiore. Se si considera che molte specie possono esibire, accanto a basidiocarpi
di aspetto normale, anche aspetti fenotipici devianti o per la taglia inusualmente robusta o,
viceversa, per la taglia inusualmente gracile, si comprenderà perché a questo fenotipo non è stato qui attribuito alcun rango particolare.
3. Sebbene nella stragrande maggioranza delle opere di micologia divulgativa (e non
poche di micologia scientifica) questa specie si trovi descritta come taxon a spore globose,
il typus ha spore ellissoidali (SINGER 1967, neotypus, cfr. anche MUELLER, 1991a, 1992).
L’entità a spore globose, sovente trattata come varietà e denominata L. laccata var.
pallidifolia (Peck) Peck (MUELLER & VELLINGA 1986, ecc.), viene, in questa sede,
considerata una specie distinta (v. L. affinis).
4. L. longipes G.M. Muell. (MUELLER 1991b) e L. galerinoides Singer (SINGER &
MOSER, 1965) possiedono pure spore largamente ellissoidali ed habitus piuttosto slanciato
ma crescono solo fra Sphagnum; inoltre la prima ha spore mediamente minori mentre la
seconda ha colori decisamente più carichi, tipicamente brunastri.

1. Without a good experience L. laccata var. laccata is very hard to recognize in the field: the
often deep fawn orange colour, the rarely striate, almost always crackled-areolate cap surface, the
deep salmon pink to distinctly reddish gills, the markedly striate stipe and the wine pink stipe base are
reliable characters. Actually this species often resembles a thin or scarcely slender form of L.
proxima, which can be clearly distinguished by the big, elongated spores.
2. Besides the typical, medium sized and not very slender specimens it is possible to find others
with a rather slender and more robust habit: they correspond to Singer’s var. moelleri, very often
confused with L. proxima which differs, however, by the more elongated and quite bigger spores.
Since many species may show similar stocky or unusually thin variants, it is understandable why we
prefer not to assign any particular rank to this phenotype.
3. While in the most part of popular guides (and also in several scientific works) L. laccata is
described as having globose spores, the type specimen has ellipsoid spores (SINGER 1967, neotype,
see also MUELLER, 1991a, 1992). The taxon with globose spores, often treated as a variety and called
L. laccata var. pallidifolia (Peck) Peck (MUELLER & VELLINGA 1986, etc.), is here considered as a
distinct species (see under L. affinis).
4. Also L. longipes G.M. Muell. (MUELLER 1991b) and L. galerinoides Singer (SINGER &
MOSER, 1965) have broadly ellipsoid spores and a slender habit, but they grow only with Sphagnum;
moreover the former has spores smaller in the average, while the latter has deeper, typically brownish colours.



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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:14



Laccaria proximella Singer
in Singer & Moser, Mycopath. Mycol. Appl. 26: 146. 1965.

Cappello 1–3,5 cm, poco carnoso, emisferico-campanulato a lungo poi più allargato
ma non completamente spianato, raramente umbonato, da subliscio a finemente
squamuloso, non squamuloso-areolato, da fulvo-aranciato a rosso-bruno, a tempo umido
interamente striato per trasparenza. Lamelle sottili, mediamente fitte o fitte, da sinuatoadnate
a decorrenti, da rosa salmone a fulvo-aranciate. Gambo 1,5–3,5 × 0,1–0,3 cm,
piuttosto corto, cilindrico o subclavato, da leggermente fibrilloso a liscio, concolore al
cappello, verso la base vinoso e poi bianco per il micelio. Carne poco consistente, fragile,
fulvo-rossastra; odore e sapore leggeri, poco caratteristici.
Sporata: bianca.

Spore 9,5–12,5 × 6,5–8 μm, ellissoidali, ellissoidali-allungate fino a subcilindriche,
decorate da aculei conici piuttosto fitti, lunghi 0,6–0,8 μm. Basidi 40–60 × 9–16 μm,
tetrasporici, clavati, sovente a parete spessa, con fibbie. Cellule marginali filamentose
subclavate, banali. Rivestimento pileico composto da un intreccio di ife cilindro-clavate,
larghe 3–5 μm, sovente erette verso il disco, pigmento intraparietale. Giunti a fibbia
costanti.
Habitat: gregaria, sovente densamente cespitosa, in terreni degradati e ghiaiososassosi,
sempre in località di montagna. Autunno-Inverno. Abbastanza rara.
Distribuzione: conosciuta dal Piemonte e dalla Sardegna, ma verosimilmente presente anche altrove.

OSSERVAZIONI

1. Si distingue agevolmente per la taglia molto ridotta, le colorazioni fulvo-rossastre
molto intense, le grandi spore subcilindriche e l’habitat in località montagnose, soprattutto
in terreno nudo, roccioso e accidentato. Che questo sia l’habitat tipico della specie è
dimostrato dalle numerose raccolte che ho potuto farne in Sardegna, nel Massiccio del
Limbara (Gallura, prov. Sassari), dove, ad altitudini superiori ai 1000 metri, questa specie
fruttifica con frequenza proprio nell’habitat originariamente indicato da SINGER (loc. cit.) e
ribadito poi da MUELLER (1991: 676-678).
2. Potrebbe non essere facile distinguere L. proximella da forme gracili di L. proxima
(Boud.) Pat.; quest’ultima, tuttavia, possiede gambo notevolmente fibrilloso-striolato, non
liscio e pulito.
3. Secondo diversi AA (ad es. WATLING, 1987) L. proximella sarebbe solo un fenotipo
alpino e, quindi, tipicamente nano, di L. proxima. Per quanto questa tesi non sia
manifestamente inconcepibile, sarebbe opportuno uno studio comparato più approfondito
(sull’interfertilità, sulla biologia molecolare, ecc.) di entrambe le entità. In attesa di risultati
che dimostrino inequivocabilmente il contrario, le stesse sono qui trattate come specie
indipendenti.

1. This species is easily recognized thanks to the very small, the very intense reddish fawn
colours, the big, subcylindrical spores and the growth in mountainous localities, usually on bare,
rocky soil. This ecology fits very well with several Sardinian collections, on Mt. Limbara (Gallura,
Sassari province), where this species is frequently found at least 1000 m a.s.l., in the same habitat
originally described by SINGER (loc. cit.) and later confirmed by MUELLER (1991: 676-678).
2. It could be difficult to tell L. proximella from slender forms of L. proxima (Boud.) Pat.; the
latter, however, has a remarkably fibrillose-striate, not smooth and polished stipe.
3. According to several authors (e.g. WATLING, 1987) L. proximella merely represents an
alpine, hence typically dwarfish, phenotype of L. proxima. While this thesis cannot be refused, a
compared study of both taxa based on modern techniques is desirable. Meanwhile, the two taxa are here treated as independent species.



Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 19 feb 2010, 22:17




Laccaria proxima (Boud.) Pat.
Hymen. d’Europe: 97. 1887.

≡ Clitocybe proxima Boud., Bull. Soc. Bot. Fr. 28: 91. 1891.
Laccaria laccata var. proxima (Boud.) Maire, Bull. Soc. Mycol. France 24: 16. 1908.
Clitocybe laccata var. proxima (Boud.) Bres., Iconogr. Mycol. 4: tav. 88. 1927.

Cappello 2–10 cm, mediamente carnoso, convesso poi spianato con centro depressoombelicato,
da finemente squamuloso a squamuloso-areolato, specie verso il centro, fulvo o
rosso-bruno poi bruno-giallastro chiaro, margine non o molto raramemente striato. Lamelle
larghe, mediamente fitte, da sinuato-adnate a decorrenti, rosa-carnicine cariche fino a fulvoaranciate.
Gambo 5–12 × 0,6–2 cm, molto slanciato, cilindrico, subclavato o clavato,
notevolmente fibrilloso-striolato, concolore al cappello, verso la base bianco per il micelio.
Carne abbastanza consistente, rosa carica fino a rossobruna nel gambo, rosa-salmone
altrove; odore leggero, subrafanoide, sapore mite.
Sporata bianca.

Spore 10–13,5 × 7,5–9,5 μm, ellissoidali, da ellissoidali-allungate a subcilindriche,
decorate aculei conici piuttosto fitti, lunghi 0,8–1 μm. Basidi 40–60 × 9–16 μm,
tetrasporici, clavati, con fibbie. Cellule marginali da filamentose a subclavate, poco
caratteristiche. Rivestimento pileico composto da una cutis di ife cilindriche subparallele,
larghe 5–12 mm, verso il centro formanti un tricoderma subpalissadico, con pigmento
vacuolare e intraparietale. Giunti a fibbia costanti.
Habitat: gregaria, talora subcespitosa, in boschi di latifoglie e di conifere, sovente
anche in macchie e garighe. Primavera e autunno. Abbastanza comune. Distribuzione:
conosciuta da tutto il territorio nazionale.

OSSERVAZIONI

1. Contrariamente a quanto affermato da svariati AA. e ribadito, anche di recente, da
MUELLER & VELLINGA (1986), questa specie può possedere lo stesso identico habitus di L. laccata e, di fatto, accade spesso di osservare basidiocarpi praticamente indistinguibili sul terreno.
Secondo la mia esperienza, le differenze fra queste due specie non sono tanto
macromorfologiche (taglia, portamento, ornamentazione del gambo) ma soprattutto
micromorfologiche, in quanto L. proxima possiede, rispetto alla sua simile, spore di gran
lunga maggiori e soprattutto più allungate, tipicamente subcilindriche oltre che ornate da
aculei più fitti e più bassi.
Per questo l’entità denominata da moltissimi AA “L. proxima” per le spore ellissoidi
pur se di lunghezza non oltrepassante 10 μm corrisponde all’aspetto robusto di L. laccata
(sulla neotipificazione di L. proxima cfr. MUELLER 1987).
2. L. oblongospora Mueller, descritta dagli USA (MUELLER 1984), ha spore da
ellissoidi a subcilindriche ma queste sono decisamente più piccole (non oltre 11 μm in
lunghezza), come anche i basidi ed il micelio può presentare sfumature violacee.
3. Nella zona mediterranea L. proxima sembra produrre basidiocarpi con spore di
taglia normalmente eccedente i 12 μm provviste di aculei sempre piuttosto fitti e corti,
difficilmente superanti 0,8 μm, abbastanza differenti da quelle più piccole e con aculei più
distanziati e lunghi caratterizzanti il neotypus. Questa entità, frequente nelle regioni
meridionali italiane, è stata ben descritta da MALENÇON & BERTAULT (1975) e, in
considerazione delle suddette differenze, potrebbe, in futuro, essere descritta come taxon
distinto (f. mediterranea ad interim, cfr. illustrazione delle spore).

1. Contrarily to the opinion expressed by several authors and recently confirmed also by
MUELLER & VELLINGA (1986), this species may have exactly the same habit as L. laccata and it may
actually often happen that very similar specimens belonging to the two species are observed.
According to our experience the most relevant differences between these two species are not
macromorphological (size, habit, stipe ornamentation) but micromorphological, since L. proxima has,
with respect to L. laccata, much bigger and especially more elongated, typically subcylindrical
spores, with denser and lower spines. For this reason the taxon called by many authors “L. proxima”
by the ellipsoid (but not longer than 10 μm) spores actually corresponds to a robust aspect of L.
laccata (about the neotypification of L. proxima see MUELLER 1987).
2. L. oblongospora Mueller, described from the United States (MUELLER 1984) has ellipsoid to
subcylindrical, but much smaller spores (not longer than 11 μm); also the basidia are smaller and the
mycelium may show violet hues.
3. In the Mediterranean area L. proxima seems to produce basidiocarps with spores often longer
than 12 μm, with rather short (rarely longer than 0.8 μm) and dense spines, quite different from those
of the neotype, smaller and with longer and not so dense spines. This entity, frequently collected in
the Southern Italian regions, has been clearly described by MALENÇON & BERTAULT (1975) and, on
the basis of these differences, could be described as a distinct taxon (f. mediterranea ad interim, see
illustration of the spores).


Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 20 feb 2010, 12:18





LE SPECIE DI LACCARIA SEGNALATE IN EUROPA MA NON ANCORA OSSERVATE IN ITALIA


Laccaria glabripes Mc Nabb
New Zeal. Journ. of Bot. 10: 477. 1972.
DESCRIZIONI SELEZIONATE: MC NABB (in New Zeal. Journ. of Bot. 10: 477-478. 1972), MUELLER (in Fieldiana,
Bot., new ser. 30: 99. 1992), CONTU (in Micol. e Veget. Medit. 13 (1): 20-22. 1998 ed, ivi, iconogr. color.).
In Europa questa specie sembra nota solo dalla Svizzera (CONTU, loc. cit.). Si
distingue dalle forme di L. affinis ad aculei sporali lunghi per il gambo assolutamente liscio,
pulito e sericeo, di consistenza tipicamente cartilaginea e per il cappello fittamente striato
per trasparenza negli esemplari ben freschi.
In Europe this species seems to be known only from Switzerland (Contu, loc. cit.). It differs
from the forms of L. affinis with long spines on the spores by the completely smooth, polished and
silky, typically cartilaginous stipe and by the finely translucently striate cap in fresh specimens.

Laccaria maritima (Teodor.) Huthinen
Fungi Canadenses: 319. 1987.
DESCRIZIONI SELEZIONATE: HØILAND (in Norw. Journ of Bot. 23: 79-82. 1976), VELLINGA (in Coolia 25: 24-27.
1982), MUELLER (in Nord. Journ of Bot. 10: 673-674. 1991), CONTU (in Bol. Soc. Micol. Madrid 14: 108-109.
1990).
Questa specie è tipica delle dune sabbiose dell’Europa settentrionale e boreale. La L.
maritima descritta da Dal Savio (in Boll. Gr. Micol. Bres. 27: 154-155. 1984) corrisponde a
Xerula mediterranea (Pacioni & Lalli) Quadr. (= Hydropus mediterraneus Pacioni & Lalli).
This species is typically found in sand dunes in Northern and boreal Europe. The collection
described by DAL SAVIO (1984, in Boll. Gr. Micol. Bres. 27: 154-155) under this name actually
corresponds to Xerula mediterranea (Pacioni & Lalli) Quadr. (= Hydropus mediterraneus Pacioni & Lalli).

Laccaria nana Massee
Bull. of Miscell. Inf. Roy. Bot. Gard., Kew 6: 2. 1913.
DIAGNOSI ORIGINALE
Pileus carnosulus, ex haemisphaerico explanato-concavus, glaber, laevis, cinnamomeo-lividus,
subexpallens, margine primitus albo-farinosa, 1 cm. latus. Lamellae subdistantes, postice attenuatoadnatae,
pallidae, demum albo-pulverulentae. Stipes cavus, fibrillosus, albidus, 1 cm. longus. Sporae
globosae, spinulosae, hyalinae, 15–16 μ. Basidia clavata, 2-sterigmatica, 30–35 × 7–8 μ.
Scattered on naked soil under trees. Distinguished from all known species by its small size,
large spores and even, glabrous pileus.
MUELLER (in Fieldiana, Bot., new ser. 30: 111, 1992), che ha studiato il typus di
questa specie, la ritiene “a distinct species, apparently known only from the type
collection”, con basidi bisporici e spore sferiche, larghe 10,6–13 (–13,8) μm ed ornate da
aculei lunghi 2,8–4 μm. Della stessa opinione sono DENNIS (in Trans. Brit. Mycol. Soc. 31:
196. 1946) che, avendone anche lui visto il typus, gli attribuisce, oltre ai basidi bisporici,
spore sferiche, larghe 9–12 μm e “bearing spines 2 μ long” e ORTON (in Trans. Brit. Mycol.
Soc. 43: 281, 1960). Invece, secondo SINGER (in Sydowia 6: 177, 1952), il quale, tuttavia,
ammette di non averne visto materiale autentico, L. nana sarebbe un sinonimo tardivo di L.echinospora (Speg.) Singer. Non è improbabile che si tratti di una specie esotica avventizia in Europa.
MUELLER (1992, in Fieldiana, Bot., new ser. 30: 111), having studied the type of this species,
considers it as “a distinct species, apparently known only from the type collection”, with 2-apored
basidia and globose spores, 10.6–13 (–13.8) μm wide, with spines 2.8–4 μm long. The same opinion
is expressed by DENNIS (1946, in Trans. Brit. Mycol. Soc. 31: 196) who, upon his own revision of the
type, describes 2-spored basidia and globose spores, 9–12 μm wide, “bearing spines 2 μ long”, and by
ORTON (1960, in Trans. Brit. Mycol. Soc. 43: 281). On the other hand, SINGER (1952, in Sydowia 6:
177), although without examining authentic material, considers L. nana as a later synonym of L.
echinospora (Speg.) Singer. It is not unlikely that this is an exotic species, imported in Europe.

Laccaria transsilvanica Pázmány
Not. Bot. Hort. Agrobot. Cluj-Napoca 20-21: 9. 1991.
Questa entità, fino ad ora nota solo dalla Romania, è molto simile a L. amethystina
Cooke dalla quale differirebbe, secondo lo stesso PÁZMÁNY (loc. cit., vedi anche PÁZMÁNY
in Z. Mykol. 60 (1): 7. 1994), per le spore subglobose ed il taglio lamellare privo di
cheilocistidi. Indubbiamente L. decipiens Contu potrebbe essere comparata, anche se il
taxon rumeno ha colori viola-porpora o blu-viola più intensi e sembra associato alle
latifoglie, mentre L. decipiens è stata rinvenuta, almeno fino ad ora, solo presso conifere
(Larix).
This taxon, until today known only from Romania, is very close to L. amethystina Cooke, from
which it differs, according to PÁZMÁNY himself (loc. cit., see also PÁZMÁNY 1994, in Z. Mykol. 60
(1): 7), by the subglobose spores and the gill edge without cheilocystidia. Undoubtedly L. decipiens
Contu could be compared, even if the Romanian taxon has more intense purple violet or blue violet
colours and seems to be associated to broad-leaved trees, while L. decipiens has been found, at least
until now, only under conifers (Larix).

Laccaria violaceibasis Contu & Fernandez-Sasia
Riv. Micol. 46 (1): 48. 2003.
Entità di recentissima individuazione (FERNANDEZ-SASIA & CONTU, 2003), L.
violaceibasis è conosciuta fino ad ora solo dalla Spagna (Paesi Baschi), dove è stata
rinvenuta fra sfagni. Si riconosce agevolmente per i basidiocarpi rosa-rossastri con feltro
miceliare lilacino, i basidi bisporici e le spore largamente ellissoidali ad aculei fitti e bassi.
A very recently described taxon (FERNANDEZ-SASIA & CONTU, 2003), L. violaceibasis is known
until now only from Spain (Basque Provinces), where it has been collected with Sphagnum. It can be
easily recognized by the reddish pink basidiocarps with lilac myceliar felt, by the 2-spored basidia
and by the broadly ellipsoid spores with dense and low spines.


ABSTRACT

A detailed monographic study of the Italian species of the genus Laccaria is presented. The 15 species
recognized for the Italian territory are keyed out, described and illustrated. Some notes about the other species present in Europe are added.




Vincenzo Migliozzi
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 20 feb 2010, 12:20



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Gae
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Re: Il genere Laccaria in Italia di Marco Contu .

Messaggio da Gae » 30 ago 2011, 23:23

Grazie Enzo , solo che adesso mi hai messo in crisi , anche io , leggendo la chiave di Contu sarei portato a qualcosa ma non mi quadra il discorso dei basidi . Mi sorge il dubbio che , visto che erano in due macchie distinte possa aver raccolto due specie diverse . Siccome domani dovrei avere il tempo , anche su suggerimento di Gaspy , provo a darci un' occhiata meglio che per caso non abbia fotografato una specie e iniziato a guardare , in Sede , un' altra , se no , per conferma fotografica so sempre dove rivolgermi . Grazie per le Dritte a tutti e due A risentirci -5327 -5327 GAE Farò le cose con la massima cura !

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