ORDINE: Dacrymycetales
FAMIGLIA: Dacrymycetaceae
SPECIE: Variisporus
NOME CORRENTE: Dacrymyces variisporus (Bref. 1888)
CARPOFORO: Privo di gambo (sessile), avente forma discoidale o cupuliforme con depressione centrale. Il suo colore va dal giallo al giallo-arancio quando il fungo è fresco; rosso-arancio se il fungo si presenta secco. Il bordo esterno del disco è liscio, ma a volte è ornato da numerose piegoline radiali (plissettato).
CARNE: a consistenza gelatinosa, elastica, giallastra, aranciata con tonalità più scure in condizioni siccitose.
MICROSCOPIA: spore ialine. Compresenza di spore ellittiche e allantoidi; alcune si presentano settate (fino ad un massimo di 7 setti) aventi misura (18,2)-24,4 x (6,9)-8,6 um.
BASIDI: forcati, con presenza di giunti a fibbia posti alla base; la loro misura è inferiore a 80 um
IFE: ramificate, settate e con giunti a fibbia, aventi misura: 1,5-3,8 um
COMMESTIBILITA’: senza valore
HABITAT: dall’inizio della primavera all’autunno, in gruppi di numerosi esemplari, su legno degradato di aghifoglie (Pinus nigra; Pinus Silvestris)
Luogo del ritrovamento: Rocca di Mezzo (AQ), 1320 m. s.l.m. su un tronco degradato di Pino nero (Pinus nigra).
Exs. n.° 503 del 13 ottobre 2009
Dacrymyces variisporus Mc Nabb
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Dacrymyces variisporus Mc Nabb
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Re: Dacrymyces variisporus Mc Nabb
Giacomo, bella specie, belle immagini.
Lillo
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Re: Dacrymyces variisporus Mc Nabb
Ciao
bella Scheda .
Ma perchè vuoi martellare Rocca di Mezzo ? Non ti piace ?
Ciao
Enzo.
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Ma perchè vuoi martellare Rocca di Mezzo ? Non ti piace ?
Ciao
Enzo.
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Re: Dacrymyces variisporus Mc Nabb
....
Complimeti Giacomo davvero interessante!!
....mi è venuta spontanea esattamente la tua stessa domanda!!Ma perchè vuoi martellare Rocca di Mezzo ? Non ti piace ?
Complimeti Giacomo davvero interessante!!
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Re: Dacrymyces variisporus Mc Nabb
Rocca di Mezzo è un bel paesetto, posto a 1329 m. s.l.m., situato sull’altipiano delle Rocche, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino. Su questo areale, che presenta caratteristiche similari a quello Artico-Alpino, l’Agenzia Regionale per la tutela dell’Ambiente (ARTA ABRUZZO), per la quale io lavoro, mappa le specie fungine attraverso un rapporto di convenzione con l’ISPRA (Istituto Superiore, Prevenzione e Ricerche Ambientali). Tale ricerca è finalizzata alla conoscenza della diversità biologica relativa alle varie specie micologiche esistenti.
Quando studio queste specie fungine, soprattutto quando prendo in esame funghi estremamente piccoli, mi rendo conto, della complessità e dell’armonia che essi esprimono sia visivamente che al microscopio; per non parlare poi del mondo meraviglioso che mi rivela l’osservazione in contrasto di fase. Questa armonia di forme e di colori che il mondo del microscopio mostra, non è certo il frutto di una causalità. La crescita di ogni forma di vita segue sempre degli schemi preordinati; vi sono “campi ordinatori” che plasmano ogni specie biologica.
Uno studio serio sulla micologia deve comportare dunque, necessariamente, un notevole dispendio di tempo e di energie … un vero e proprio rompicapo, e per dirla con la emoticon un martellamento continuo. Questo campo di indagine è bello, perché è sempre intriso di mistero.
Quando poi infine si riesce a catalogare il Genere, ma soprattutto la specie, solo allora ci si sente appagati, e magari ti viene voglia di riportare il funghetto lì dove lo hai raccolto, per dare modo alla natura di completare il suo ciclo, ma ormai è troppo tardi. Forse i più spietati distruttori di funghi siamo proprio noi che li studiamo, ma ogni cosa ha il suo prezzo. Che ne pensate?
Un saluto a tutti
Giacomo
Quando studio queste specie fungine, soprattutto quando prendo in esame funghi estremamente piccoli, mi rendo conto, della complessità e dell’armonia che essi esprimono sia visivamente che al microscopio; per non parlare poi del mondo meraviglioso che mi rivela l’osservazione in contrasto di fase. Questa armonia di forme e di colori che il mondo del microscopio mostra, non è certo il frutto di una causalità. La crescita di ogni forma di vita segue sempre degli schemi preordinati; vi sono “campi ordinatori” che plasmano ogni specie biologica.
Uno studio serio sulla micologia deve comportare dunque, necessariamente, un notevole dispendio di tempo e di energie … un vero e proprio rompicapo, e per dirla con la emoticon un martellamento continuo. Questo campo di indagine è bello, perché è sempre intriso di mistero.
Quando poi infine si riesce a catalogare il Genere, ma soprattutto la specie, solo allora ci si sente appagati, e magari ti viene voglia di riportare il funghetto lì dove lo hai raccolto, per dare modo alla natura di completare il suo ciclo, ma ormai è troppo tardi. Forse i più spietati distruttori di funghi siamo proprio noi che li studiamo, ma ogni cosa ha il suo prezzo. Che ne pensate?
Un saluto a tutti
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Re: Dacrymyces variisporus Mc Nabb
BRAVO GiacomoGiacomo ha scritto:Rocca di Mezzo è un bel paesetto, posto a 1329 m. s.l.m., situato sull’altipiano delle Rocche, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino. Su questo areale, che presenta caratteristiche similari a quello Artico-Alpino, l’Agenzia Regionale per la tutela dell’Ambiente (ARTA ABRUZZO), per la quale io lavoro, mappa le specie fungine attraverso un rapporto di convenzione con l’ISPRA (Istituto Superiore, Prevenzione e Ricerche Ambientali). Tale ricerca è finalizzata alla conoscenza della diversità biologica relativa alle varie specie micologiche esistenti.
Quando studio queste specie fungine, soprattutto quando prendo in esame funghi estremamente piccoli, mi rendo conto, della complessità e dell’armonia che essi esprimono sia visivamente che al microscopio; per non parlare poi del mondo meraviglioso che mi rivela l’osservazione in contrasto di fase. Questa armonia di forme e di colori che il mondo del microscopio mostra, non è certo il frutto di una causalità. La crescita di ogni forma di vita segue sempre degli schemi preordinati; vi sono “campi ordinatori” che plasmano ogni specie biologica.
Uno studio serio sulla micologia deve comportare dunque, necessariamente, un notevole dispendio di tempo e di energie … un vero e proprio rompicapo, e per dirla con la emoticon un martellamento continuo. Questo campo di indagine è bello, perché è sempre intriso di mistero.
Quando poi infine si riesce a catalogare il Genere, ma soprattutto la specie, solo allora ci si sente appagati, e magari ti viene voglia di riportare il funghetto lì dove lo hai raccolto, per dare modo alla natura di completare il suo ciclo, ma ormai è troppo tardi. Forse i più spietati distruttori di funghi siamo proprio noi che li studiamo, ma ogni cosa ha il suo prezzo. Che ne pensate?
Un saluto a tutti
Giacomo
un lavoro piacevole ed interessante.
Lo avrei fatto con molta passione anch'io .................
Chi studia i funghi favorisce la loro importanza culturale e poi.......il micelio è sempre lì.