Il genere SCLERODERMA.

Scleroderma etc.
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Vincenzo Migliozzi
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Il genere SCLERODERMA.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 08 feb 2008, 14:05



STUDIO SUL GENERE Scleroderma Persoon .


Michele Coccia – Via A. Piola Caselli, 41 - Ostia

Vincenzo Migliozzi – Via G. Marconi, 196 – Roma

Carmine Lavorato – Stettbachstrasse, 95- Zurigo



Key Words: Gastromycetes, Scleroderma, S. areolatum, S. bovista, S. cepa, S. citrinum, S. f1avidum, S. fuscum, S. meridionale, S. polyrhizum, S. verrucosum.


Sommario

Gli autori descrivono nove specie del genere Scleroderma. Di ciascuna specie vengono forniti descrizioni dei caratteri macroscopici, microscopici ed ambientali, relativi disegni, note e rappresentazioni fotografiche. Viene inoltre fornita una chiave analitica delle specie trattate.

Abstract
Nine types of Scleroderma species ore described by the authors. Each type is reported with its macroscopic, microscopic and habitat peculiarities, with sketches, notes and photographs. An analytical key of all the examined species is also provided in English (Appendix A).


Résumé

Les auteurs décrivent neuf espèces du genre Scleroderma. On donne, pour chaque espèce, la description des caractères macroscopiques, microscopiques et microsociologiques, les dessins relatifs, les discussions et les photo couleurs.

En plus on donne une clef analytique des espèces traitées, dans la langue française (Appendice B).

Zusammenfassung

Die Autoren beschreiben neun Arten der Gattung Scleroderma. Jede dieser Arten umfasst Makroskopische und mikroskopische Merkmale, Habitus, Zeichnungen, Bemerkungen und Fotographien.

Zusätzlich ist ein Bestimmungsschlüssel enthalten (Anhang C).


Premessa

Le prime descrizioni di specie appartenenti a tale genere sono contenute nel "Botanicon parisiense" (1727) di Vaillant; in tale opera sono descritti Lycoperdon aurantii coloris, L. cepae facie, L. majus e L. verrucosum.

In tempi successivi, ma antecedenti all'opera di Ch.E. Persoon (1801), molti autori si sono dedicati alla loro descrizione; ricordiamo, tra gli altri, P .A. Micheli in "Nova plantarum genera" (1729), Linneo in "Species plantarum"(1753), P. Bulliard in "Herbier de la France" (1781) e Batsch in "Elenchus fungorum" (1789).

La creazione del genere Scleroderma avviene per opera di C.H. Persoon in "Synopsis metodica fungorum" (1801):

"Peridium cortice suberoso duriusculo subtessellato, indeterminatim demum rupto. (Puluis purpurascens, fuscus aut ferrugineus)".

In Synopsis sono citate ben undici specie dotate di "caule fisso, radicoso" ed una specie "aucalia". E. Fries nel "Systema mycologicum, Volume III" (1829), plaudendo alla scelta del nome generico, fornisce una descrizione leggermente più completa:

"Peridium firmum, innato-corticatum, irregulariter dehiscens. Flocci peridio undique adnati, cellulas formant minutas, in quibus glomeruli sporidiorum, absque peridiolo, nidulantur. Radicata, absque stipite discreto ".

In tempi successivi, numerosi sono gli autori che, in modo più o meno approfondito, si sono dedicati a questo genere; è doveroso citare tra gli altri G. Guzman, autore della più completa monografia (1970), V. Demoulin, autore di numerosi scritti (1967-1983) e recentemente F.D. Calonge (1975-1989).

Per quanto riguarda il territorio nazionale, segnaliamo gli scritti di L. Petri (1909), G. Pacioni (1978, 1981), V. Migliozzi e M. Coccia (1986, 1988), non potendo citare gli autori di fotocolor dal vero per l'assenza di un adeguato minimo supporto di dati microscopici.

Nel presente lavoro saranno illustrate tutte le specie reperibili nel continente europeo, fatta eccezione per Scleroderma texense Berk., specie estremamente prossima a S. polyrhizum Persoon, ritrovata in Spagna da F.D. Calonge (1982).


Descrizione

Il genere Scleroderma Persoon, congiuntamente al monospecifico Pisolithus Alb. et Schw., appartiene alla famiglia delle Sclerodermataceae.

I gastrocarpi di Scleroderma sono, macroscopicamente, facilmente individuati da una forma più o meno globosa, dalla presenza di un peridio coriaceo e di una gleba a maturazione omogenea, di color brunoviolaceo che alla fine degenera in un ammasso pulverulento.

Con tali caratteri e ricordando che Pisolithus è facilmente separabile per il peridio sottilissimo, la presenza dei falsi peridioli e la colorazione basale, risulta operazione abbastanza agevole pervenire al genere (vedasi tavola A), ma le cose si complicano notevolmente se si vuole giungere alla determinazione della specie senza ricorrere allo studio dei caratteri microscopici.

È bene sottolineare, infatti, che tutte le specie si presentano, molto spesso, con caratteri macroscopici non sempre perfettamente riproducibili; la quale cosa provoca, onde pervenire ad una corretta determinazione, il ricorso ai caratteri microscopici, anch'essi, per la verità, non sempre di facile lettura.

A nostro modo di vedere lo studio del genere Scleroderma nel continente europeo è lungi dal dirsi concluso, non essendo stati ancora definiti in modo esauriente i limiti, per ciascuna specie, nei caratteri macroscopici, microscopici ed ambientali. Alle obiettive difficoltà di esaminare materiale autentico degli autori, si devono aggiungere interpretazioni di tipo personale di alcuni studiosi del genere che non hanno fornito descrizioni esaurienti e complete del materiale da loro visionato, non avendo potuto, nella grande maggioranza dei casi, esaminare esemplari freschi, ma solo materiale d'erbario.

La nostra impostazione descrittiva si basa sull'opera del prof. G. Guzman, che, pur avendo avuto la possibilità di esaminare numerose raccolte di tutto l'emisfero, è stato fortemente influenzato dall'esperienza derivatagli dalle osservazioni di materiale fresco principalmente del Nord-America. Dobbiamo a G. Guzman i primi dati relativi allo studio della struttura del peridio che, considerati da V. Demoulin di scarso valore, ignorati da molti altri autori, si sono dimostrati di grande ausilio e addirittura fondamentali per la separazione di S. cepa Pers. da S. flavidum Ell. et Everh. pur nel contesto di varie interpretazioni. Nella trattazione delle singole specie abbiamo cercato di sottolineare i punti da noi giudicati fondamentali per l'individuazione della specie, siano essi di natura macroscopica; microscopica o ambientale.

Premettiamo una chiave analitica che meglio mette in risalto alcuni caratteri giudicati prioritario Tale chiave racchiude nella prima parte le specie appartenenti alla sezione Aculeatispora Guzman 1967, caratterizzate da spore esclusivamente aculeate e da assenza di unioni a fibbia, mentre la seconda parte raccoglie le sezioni Scleroderma e Sclerangium (Lév.) Guzman 1967, contenenti quelle specie dotate di unioni a fibbia e spore da parzialmente a interamente reticolate.

Allo scopo di meglio evidenziare la morfologia sporale delle tre sezioni appena citate e consentirne un adeguato confronto, raccogliamo in tavola S.E.M. foto ottenute mediante microscopia elettronica a scansione. Ulteriori fom saranno contenute nella parte tassonomica e descrittiva.

Come già fatto notare in un precedente articolo (66), alcuni caratteri, considerati fino ad oggi fondamentali, quali modalità di deiscenza, viraggio del peridio al taglio, colore, colore ed ornamentazioni del peridio stesso, lunghezza dello pseudostipite, devono essere valutati con maggiore attenzione essendo, a nostro parere, fortemente influenzati dallo stato di maturazione e dalle condizioni meteorologiche ed edafiche in cui avviene lo sviluppo.

Con questo non è nostra intenzione disconoscere realtà intrinseche di alcune specie; facciamo preciso riferimento al tipo di deiscenza di S. polyrhizum Persoon, alla crescita semiipogea di S. fuscum (Corda) Fischer, all'habitat xerofilo ed arenicolo di S. meridionale Demoul. et Malenç., al viraggio del peridio al taglio di S. verrucosum Bull.: Pers. e ad altre caratteristiche ben note al lettore. Ma ciò non rappresenta la norma perché in tal caso questo scritto non avrebbe ragione di esistere.

È intenzione riferire delle nostre esperienze che si basano sull'osservazione e sullo studio di materiale fresco proveniente da numerose raccolte effettuate sia in ambiente mediterraneo sia in ambiente continentale.

Questo studio si propone di costituire il punto di partenza affinché l'inquadramento delle varie specie, molto spesso nebuloso o incompleto, venga migliorato e per una revisione degli areali di distribuzione fino ad ora mal definiti. Specie considerate specifiche dell'Europa settentrionale (S. bovista Fries e S. areolatum Ehremb.) sono state da noi ritrovate anche in Italia centrale, seppure in isolate stazioni. S. citrinum Persoon, pur raro, e da noi ritrovato nella solfatara di Manziana (Rm), nel Lazio è stato più volte citato da M. Lanzi, C. Bagnis, C. Sibilia e L. Petri, quindi risulta in tale regione più comune di quanto si pensi. Sarà interessante verificare se S. flavidum (secondo il nostro concetto) sia specie strettamente legata ad ambienti sabulicoli con Eucalyptus e Pinus o, come sembra, proliferante anche sotto Quercus in altri ambienti. In conclusione, saremo grati a chi, mediante informazioni documentate, possa collaborare a questo scopo, tenendo conto altresì che lo studio potrebbe riservare ulteriori sviluppi anche in contrasto con quanto derivato dalla nostra esperienza. Nessuna delle specie ascritte al genere Scleroderma possiede interesse dal punto di vista della commestibilità; al contrario, non sono poche le segnalazioni di avvelenamenti più o meno gravi ad esse attribuiti. Diffidiamo, in tutti i casi, dal considerare vere le affermazioni contenute su alcuni testi a carattere divulgativo, secondo le quali minime quantità di esemplari giovani possano essere utilizzate come aroma. Anche se le informazioni sono scarse, riferiamo sui casi di avvelenamento attribuiti agli Scleroderma. Un primo dato è contenuto in L. Petri (77) e si riferisce alla possibilità che Scleroderma vulgare Fries (= Scleroderma citrinum Persoon) possieda un'azione venefica dovuta ad un alcaloide contenuto nelle ife vascolari. La stessa specie è considerata da G. Bresadola (1899) in "Funghi mangerecci e velenosi" responsabile di avvelenamenti da sindrome gastro-intestinale, mentre S. Sebek (80) (81) la considera perfettamente commestibile.







TAVOLA S.E.M. Microscopia elettronica a scansione.

sclero2.jpg


Comunque le maggiori informazioni derivano da G. Guzman (43), che fornisce una maggiore casistica relativa alle intossicazioni da Scleroderma:
- intossicazioni da Scleroderma cepa in U .S.A. e Canada;
- sindrome gastroenterica da Scleroderma areolatum in U.S.A.;
- avvelenamenti da Scleroderma sp. in Messico.
Crediamo opportuno, quindi, ribadire che, in assenza di complete e documentate informazioni, è conveniente astenersi da un impiego alimentare anche ridottissimo.

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Re: Il genere SCLERODERMA.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 08 feb 2008, 20:29

Note su SCLERODERMA CEPA .



In un nostro precedente articolo (66) è stato delineato un quadro reale in merito a tale specie, che, in questa sede, riportiamo brevemente.

La prima descrizione di S. cepa Persoon è contenuta nel "Botanicon parisiense" di Vaillant (1727).
In assenza di materiale autentico, come avvenuto in molti altri casi di Scleroderma, V. Demoulin (24) indica come lectotipo della specie le figure 5 e 6 della tavola XVI di Vaillant. Per chi non possieda tale opera né l'articolo del micologo belga, che riporta addirittura la copia delle figure di Vaillant, precisiamo che la figura 6 illustra, in modo evidente, un gastrocarpo di medio piccole dimensioni dotato di un peridio a spessore consistente e munito di un esiguo pseudostipite a forma di cuneo.
Nel sopracitato articolo alla scelta del lectotipo non fa seguito alcuna menzione di materiale d'erbario o dei dati relativi ai caratteri microscopici.
Nel 1968 V. Demoulin (25) in merito a S. cepa Persoon dice espressamente: "nous n'avons qu 'une jaible idée de sa variabilité et de ses rapports avec S. flavidum Ell. et Everh. ", ma allarga lo spettro delle dimensioni sporali da 9,1 a 15,4 μm.
Nel 1970 G. Guzman (43) identifica come S. cepa una specie dotata di spore di dimensioni fino a 12 μm, con peridio di spessore variabile tra 0,5 e 2,0 mm anche nel fresco.
Nel 1975 F.D. Calonge e V. Demoulin (17), senza peraltro dilungarsi troppo nella descrizione dei caratteri macro e microscopici, pongono in sinonimia S. cepa Persoon, S. flavidum ElI. et Everh. e S. hemisphaericum Làzaro.
Ciò deriva dalle precedenti esperienze di V. Demoulin (25), ottenute mediante l'esame della raccolta di Ellis et Everhart contenuta in "North American Fungi" ser. 2, n° 1698 (dotata di spore 7,8 -9,6 - 1l,8 μm) e delle raccolte effettuate da Làzaro negli anni 1900-1906 (relativi a S. hemisphaericum Làzaro 1902). Sono pochi purtroppo i dati forniti in merito allo spessore del peridio e al relativo studio microscopico.

A nostro modo di vedere, il concetto di tipificare come lectotipo le figure di Vaillant senza contemporaneamente fornire una adeguata descrizione dei caratteri microscopici ha ingenerato diverse interpretazioni che dovrebbero essere adeguatamente supportate da dati. Il nostro concetto di S. cepa deriva direttamente dall' osservazione delle figure che rappresentano il lectotipo stesso e dallo studio degli esemplari da noi raccolti e identici a quelli illustrati in Vaillant.
I nostri esemplari, dotati di peridio consistente e di spore mai eccessivamente piccole (10-15 μm), differiscono, per quest'ultimo elemento, dal concetto di G. Guzman e anche da quello successivamente concepito da V. Demoulin (17) (27).
È doveroso quanto meno ribadire da parte nostra che l'esame microscopico del peridio consente in modo sufficientemente facile di separare in ogni caso S. cepa da S. flavidum; la complessità del problema ci induce a rinviare il lettore alle note contenute nella descrizione di S. flavidum.
Per concludere, la raccolta MTB 3034 di A. Runge (78), determinata dalla stessa come S. cepa e gentilmente messaci a disposizione, corrisponde esattamente al nostro concetto di S. cepa Persoon.


Diagnosi originale


tratta da C. H. Persoon 1801, "Synopsis methodica Fungorum", pg. 155:

"Scleroderma cepa: subrotundum depressum laeviusculum nitidum, caule brevi obconico subarhizo.
Lycoperdon caepae facie. Vaill. bot. par. p. 123. t. 16. f. 5.6.
Tuber solidum, globular, but compressed, brown, reticulated, very firm; blue black within. Withering bot. Arrang. oJ british. plants 3. pg. 459. (ob allegatum Vaillantii synonymum; illud vero Schaefferi eliminari debet.)
Prov. mense Augusto in sylvis.
OBS. Quoad descriptionem Vaillantii omnino distincta species est, quae 1½ vnc. ferme lata, superne muricata (maroquinée) est".

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Re: Il genere SCLERODERMA.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 12 feb 2008, 12:34

Note


In un nostro precedente articolo , tale specie è stata definita come Scleroderma flavidum Ellis et Everhart.
Allo stato attuale delle conoscenze è possibile arrivare alle seguenti conclusioni, che successivamente esamineremo nei particolari:

- S. cepa e S. flavidum, secondo il nostro concetto, sono specie distinte e differenziabili macroscopicamente e microscopicamente, pur dimorando nello stesso ambiente;
-S. flavidum ElI. et Everhart è stato tipificato da G. Guzman (lectotipo Ellis et Everhart, Willow Grove, N° 34, 1882, Erbario del Giardino Botanico di New York).

Ammettiamo subito che quest'ultima tipificazione di G. Guzman, sfuggitaci durante la stesura del precedente articolo, ci obbliga, per motivi più formali che micologici, a correggere i nostri titoli senza toccare nulla riguardo ai contenuti. Ciò è necessario in quanto il lectotipo scelto da G. Guzman risulta sinonimo di S. cepa sensu Guzman, quello cioè caratterizzato da spore piccole. Purtroppo le numerose raccolte effettuate da Ellis et Everhart si sono dimostrate diverse tra loro; in tal modo la scelta del lectotipo effettuata da G. Guzman definisce S. flavidum E. et E. in modo univoco. Pertanto, tutte le interpretazioni di S. flavidum effettuate precedentemente da G.M. Cunningham (22), S. Sebek in A. Pilàt (81) e W. Lazo (56), che pur bene si attagliano ai nostri ritrovamenti, devono essere giudicate superate dalla tipificazione e non più valide.

A nostro modo di vedere, l'interpretazione data da G. Pacioni e O. Lalli (75) di tenere distinti tra loro S. flavidum secondo il nostro comune concetto e S. flavidum fo. macrosporum Cunningham, è eccessiva ammettendo che tutti i nostri ritrovamenti e quelli di Pacioni e Lalli, che sappiamo essere identici, possano effettivamente corrispondere alla forma macrosporum di flavidum.

[attachment=0]flavidumbn.jpg[/attachment]



Secondo O.H. Cunningham (22) S. flavidum possiede spore di dimensioni 10-14 μm, comunemente 11-13 μm, mentre la forma macrosporum possiede spore di dimensioni fino a 19 μm, comunemente 14-16 μm.
Riteniamo quindi possibile che tutte le raccolte effettuate nelle regioni tirreniche possano essere ascritte alla forma macrosporum comprendendo anche quelle in cui si riscontrano dimensioni sporali massime pari a 14,0-15,0 μm.
In ogni caso S. flavidum (o la sua forma macrosporum) è specie introdotta in Italia al seguito degli impianti di Eucalyptus così come avvenuto per altre specie legate a tale essenza: Hydnangium carneum Wallroth, Setchelliogaster tenuipes (Setchell) Pouzar e Hysterangium inflatum Rodway.


[attachment=1]flavidumbn2.jpg[/attachment]


Esaurito questo punto, ci preme ribadire che questa specie è ben distinta da S. cepa Persoon, da S. albidum Patouillard et Trabut emendo Guzman e da S. laeve Lloyd emend. Guzman.
La diversificazione da S. cepa Pers., con cui condivide l'ambiente ed il periodo di crescita, avviene, oltre che per un diverso spessore del peridio, per merito della diversa microscopia dello stesso; nel presente caso lo strato più interno è costituito da grandi ife ialine catenulate e morfologicamente ben differenziate di diametro fino a 20 μm.
Al contrario, in S. cepa Persoon il peridio è costituito da ife per nulla differenziate, di diametro che normalmente non supera gli 8 μm.
Scleroderma albidum Pat. et Trab. ss. Guzman, pur ritrovato in ambiente mediterraneo (Marocco e Algeria) e sotto Eucalyptus, differisce dai nostri ritrovamenti per il possedere ife del periodo strette (3-7 μm di diametro).
Scleroderma laeve Lloyd ss. Guzman possiede invece un peridio piuttosto consistente (1-2,5 mm su materiale secco) ma spore di dimensioni inferiori.


Diagnosi originale

tratta da J .B. Ellis e B.M. Everhart, ttNew species of fungi", Journal of Mycology 1:88-89:


"Scleroderma flavidum, E. & E. At first entirely buried in the sand, buI soon partially emerging and splitting at the apex in a stellate manner into 6-8 subtriangular lobes or teet and exposing the snuff-brown mass of spores which ore soon scattered by the wind and rain, leaving the cupshaped peridium with its stellate-lobed, reflexed margin entirely empty. Spores globose, rough (coarsely echinulate) snuff-brown, 7-12 cm diameter, with a few branching filaments intermixed. Peridium depressed globose, coriaceous, firm (3-4 cm.), light yellow, roughened with innate, granular, minute rudimentary warts above, smoother and subplicate below, with strongly developed, yellowish roots forming a mass as forge, as the peridium itself: and which remain permanently fixed in the ground after the peridium itself has broken away.
In loose sand, Willow Grove, N.l., Oct. 1883. Abundant. Differs from S. geaster, Fr., in its smaller size, yellow color, thinner peridium, larger spores and more strongly developed roots. From S. vulgare, Fr., differs in its stellate dehiscence and subterraneam mode of growth ".

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Re: Il genere SCLERODERMA.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 18 feb 2008, 10:35

Scleroderma polyrhizum Persoon 1801, ,"Synopsis Methodica Fungorum", pg. 156.

= Lycoperdastrum rotundum maius Micheli 1729, "Nova plantarum genera", pg.. 219.
= Lycoperdon polyrhizon Gmel 1796, "Syst. Nat. Linn. 2", pg. 1464.
= Scleroderma geaster Fries 1829, "Systerno mycologicum lll", pg. 46.
= Sclerangium polyrhizum (Pers.) Lév. 1848, "Ann. Sci. Natur. 3", pg. 130.
= S. polyrhizum Gmel. trans Pers. ss. auct..




Caratteri macroscopici

Gastrocarpo: da subgloboso a piriforme con dimensioni, prima della deiscenza, generalmente comprese tra 6-8(12) cm di larghezza e 5-10 cm di altezza.
Di formazione semi-ipogea, ben presto emerge dal substrato e continua la sua crescita fino a raggiungere il completo sviluppo in un arcO di tempo lunghissimo che può superare anche il mese, soprattutto se le condizioni climatiche non sono ottimali.
Non è raro reperire esemplari chiusi e di grosse dimensioni con le spore a parete ancora perfettamente liscia, vale a dire ancora allo stato iniziale della maturazione.
Non possiede uno pseudostipite ben definito, ma è piuttosto la parte inferiore del fungo, rastremata e a tessuto compatto, ad assolvere questa funzione. Inoltre, quasi sempre è presente alla base un esiguo ciuffetto di rizoidi.
La consistenza di S. polyrhizum esprime al massimo il significato etimologico del genere, essendo dura e carnosa come nessun'altra specie in virtù del grande spessore del peridio.

La deiscenza inizia con fratture che si generano, in modo apparentemente casuale, sulla parte superiore, ma termina sempre con una apertura di tipo stelliforme con 10bature a profilo subtriangolare.
In questa fase, che è assai lunga, il peridio aperto in lacinie assume la consistenza del cuoio e mantiene questa sua caratteristica fino alla completa dispersione delle spore ad opera del dilavamento o da parte di altri agenti ecologici.

[attachment=3]poly color.jpg[/attachment]


Peridio: robusto e spesso fino a 5-6 mm negli esemplari freschi e 2-3 mm in quelli secchi; ha una colorazione piuttosto smorta con tonalità giallo-verdastre e una superficie tomentosa e ruvida che solo raramente presenta alcune scagliosità concolori.
Sugli esemplari giovani è presente una specie di velatura biancastra che tende ad attenuarsi col tempo fino a scomparire del tutto prima della deiscenza.

Gleba: è violacea e compatta con filamenti biancastri allo stadio giovanile, poi diviene color caffè olivaceo scuro e infine quasi nerastra in fase di deiscenza.
Da notare che spesse volte, anche senza la presenza di vistose lobature visibili all'esterno, la gleba è internamente divisa in due o tre camere imeniali perfettamente separate tra di loro da setti di grande spessore.

Odore: decisamente sgradevole in tutti gli stadi di maturazione.

[attachment=4]poly2.jpg[/attachment]

Caratteri microscopici

Peridio: pur essendo di notevole spessore (anche oltre 5 mm), non è costituito, come tutti gli Scleroderma, da vari strati ifali sovrapposti e separabili; tuttavia, a livello microscopico, è possibile rilevare alcune differenze tra le cellule che li compongono.
Lo strato corticale è formato da lunghe catene di ife ialine, strette, di 2,5-5(6) μm di larghezza e 0,8 μm di spessore, intrecciate confusamente e con terminali indifferenziati.
I setti sono sempre muniti di unioni a fibbia.
È presente, sulla parete delle ife, un debole pigmento di colore giallastro che è anche rinvenibile, sotto forma di ammassi granulari, negli spazi intercellulari.
Lo strato sottostante, che è quello di gran lunga più cospicuo e che rende il carpoforo eccezionalmente robusto e tenace, è costituito da un fitto intreccio di articoli più corti, più larghi (fino a 10-12 μm) e con pareti più spesse (1-1,2 μm).
Lo strato più interno, invece, ripropone strutturalmente il tessuto dello strato corticale; tuttavia le ife che lo compongono sono ialine e presentano una larghezza leggermente superiore, fino a 6,5(7,5) μm.

Basidi: non osservati.

[attachment=1]poly spora.jpg[/attachment]

Spore: globose, di dimensioni 7,5-10(12) μm, compresi gli aculei di circa 1 μm.
La colorazione varia da biancastro negli stadi immaturi fino a giallastro non molto carico a completa maturazione che avviene in un arco di tempo piuttosto lungo.
L'ornamentazione sporale è costituita da aculei piuttosto corti e sottili lunghi circa 1 μm e da brevi tratti crestati che suggeriscono l'immagine di una reti colazione sempre frammentata ed incompleta.

La trama è formata da ife ialine di circa 2-4(5) μm di larghezza, con frequenti spinule, diverticoli e unioni a fibbia.

[attachment=0]poly tavola.jpg[/attachment]

Note

È senza dubbio la specie più facile da determinare; le dimensioni inconsuete, la modalità di deiscenza, le dimensioni di spessore del peridio ne facilitano enormemente, almeno nel continente europeo, l'individuazione.
Recentemente (1982-1983), F.D. Calonge (15) (16) ha dimostrato l'esistenza, in Spagna, di S. texense Berkeley, specie fino ad allora nota solamente in America centro-settentrionale, Australia e Cina.
Al fine di agevolarne l'individuazione anche in altri paesi europei, ricordiamo che detta specie, di dimensioni e forma confrontabili con quelle di S. polyrhizum Persoon, possiede peridio con squame piane o subpiramidali di forma irregolare, ife del peridio di grandi dimensioni (fino a 16 μm), spore ad aculei corti (fino a 0,8 μm) e reticolo, quando presente, completamente frazionato.

[attachment=5]poly1.jpg[/attachment]


Questa specie dovrebbe corrispondere a Scleroderma venosum Boudier 1905; purtroppo presso il Museo di Storia Naturale di Parigi non esiste traccia di materiale autentico.
Il materiale raccolto da Legué nel 1910, identificato da E. Boudier come S. venosum e conservato nel Museo di Storia Naturale di Parigi, dovrebbe corrispondere, secondo G. Guzman (43), a Scleroderma texense Berk..
Probabilmente anche la specie descritta nel 1986 da M. Bianchi (6) come Scleroderma primigenium e reperita in Sardegna accanto a cisto e a elicriso, dovrebbe, per le dimensioni delle ife del peridio (interno, posizione centrale) e per le spore ad aculei corti fino a 1 μm, corrispondere a Scleroderma texense Berk.
Se ciò corrispondesse a verità, ulteriori ritrovamenti potrebbero allargare il presunto modesto areale europeo di tale specie.

[attachment=2]poly spora2.jpg[/attachment]

Diagnosi originale

tratta da C.H. Persoon 1801, "Synopsis Methodica Fungorum ", pg. 156:

"Scleroderma polyrhizum: acaule globoi sum pallidum, cortice in lacinias aequales stellatim fisso, radice fibrillosa ramosissima.
Lycoperdastrum rotundum maius, leucophaeum, pulpa sordide coerulea. Micheli N. gen.pl. p. 219. c99. f.l.
Lycoperdon polyrhizon, globosum, aequale, lacero-dehiscens, stipite brevissimo, radice brevi ramosissima, polline sordide purpureo. Gmel. Syst. Nat. Linn. 2. p.1464. In incultis et quiescentibus agris, nec non in ericetis autumno. Micheli".

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Re: Il genere SCLERODERMA.

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 08 gen 2009, 10:54





Scleroderma citrinum Persoon 1801, "Synopsis Methodica Fungorum", pg. 153.

= S. vulgare Fries 1829, "Systema Mycologicum", Vol. 111, pg. 46.

= S. aurantium auct..


Caratteri macroscopici


Gastrocarpo: subgloboso da giovane, poi più schiacciato a maturità, con larghezza di 3-8(12) cm. Completamente ipogeo, è ancorato al substrato da un corto gambetto rigido alto fino a 1 cm da cui si diparte un ciuffetto di rizomorfe fascicolate. Non sono rare forme quasi sessili.

Peridio: è di consistenza dura e tenace con spessore da 2 a 3(5) mm e, generalmente, non arrossante né imbrunente al taglio. La superficie è liscia e biancastra negli stadi immaturi, poi ben presto si lacera in piccole squame brune, caratteristicamente disposte a rosetta, assumendo una colorazione generale giallo limone, giallo brunastro. L'ornamentazione del peridio formata da squame disposte come sopra descritto, che pure caratterizza l'aspetto più tipico di S. aurantium, non è sempre costante in tutte le raccolte. In molti casi, in luogo delle piccole scagliette areolate, il peridio si dissocia in verruche piramidali o in grosse squame irsute disposte più o meno concentricamente, come testimoniato dalle numerose rappresentazioni del gastrocarpo provenienti da differenti habitat e località.

La deiscenza inizia molto tardivamente con fratture e crepe nella zona apicale del peridio e termina con la rottura dello stesso in lacinie di forma irregolare, fino alla completa distruzione.

Gleba: dapprima bianca, inizia la sua maturazione dal centro verso la periferia, assumendo una colorazione violacea con aspetto marmorizzato per la presenza di filamenti biancastri, e infine col or caffè olivaceo.

Odore: forte, decisamente sgradevole.



Scleroderma citrinum Persoon


Materiale esaminato:

- Zurigo (CH) L.C. N° 860810l20 del 10.8.1986;

- Zurigo (CH) L.C. N° 860907l17 del 7.9.1986;

- Solfatara di Manziana (Rm) M.V. N° 164l86 del 11.12.1986;

- Zurigo (CH) L.C. N° 891017l30 del 17.10.1989;




Caratteri microscopici

Peridio: è formato da tre strati molto compatti e difficilmente separabili anche al microscopio; tuttavia le ife che li compongono, con le loro caratteristiche strutturali, permettono di operare una differenziazione, non certo eclatante ma pur sempre esistente e riscontrabile. La superficie esterna è composta da fasci paralleli di ife a parete sottile, larghe da 5 a 12(15) μm e disposte a catena con elementi terminali, spesso emergenti, a profilo subimeniforme. È presente, con,localizzazioni saltuarie, un pigmento giallo-bruno.

Nel secondo strato, le ife, ialine, assumono il tipico assetto compatto con ispessimento della parete (0,8 μm) e andamento non più rettilineo e parallelo ma intrecciato e confuso, con una lieve riduzione diametrale (4-8 μm). Tale riduzione prosegue ulteriormente nello strato più interno, che è sottile e il meno differenziato, fino a 4-5(7,5) μm. Unioni a fibbia frequenti ovunque.


Scleroderma citrinum Persoon


Basidi: non osservati. Spore: globose, di dimensioni (10)12-15 μm con aculei di 1,5-2 μm. Nonostante lo S. citrinum sia inserito tra gli Scleroderma a spore reticolate, l'ornamentazione dell'episporio è costituita non da vere e proprie creste, come negli altri componenti della sezione, bensì da aculei non distribuiti uniformemente ma disposti in file più o meno lunghi che simulano l'esistenza di un vero reticolo. La colorazione delle spore varia da biancastro, quando sono lisce e immature, fino a giallastro o caffè a completa maturazione.

La trama è costituita da ife settate, ialine, di circa 2,5 μm di larghezza. Da notare, come evidenziato nella tavola, la costante presenza delle cellule nutritive che, come è noto, negli Scleroderma rivestono un ruolo estremamente importante nella morfologia sporale e, di conseguenza, altrettanto importante ai fini della determinazione della specie.



Xerocomus parasiticus (Bull.: Fr.) Quél. su S. citrinum


Note


È specie comune ed abbondante nelle regioni settentrionali; praticamente sconosciuta nell'Italia centro-meridionale. L'unico nostro ritrovamento nel Lazio è stato effettuato nella solfatara di Manziana, sotto betulle, in ambiente strettamente acido, così come voluto dalla letteratura, con pH variabile tra 3,7 e 5,5.

È facilmente rinvenibile, oltre che sotto betulle, anche sotto pino silvestre o in faggeta acida. Una rappresentazione anomala, tipica degli sfagneti sotto betulle, si manifesta con screpolature di tipo squarroso e con gleba spesso a maturazione incompleta.

S. citrinum può essere individuato con facilità perché dotato di peridio duro e spesso ricoperto da verruche o squamettature disposte a rosetta di colore giallo citrino, giallo ocraceo o talvolta arancione. La deiscenza inoltre è di tipo irregolare a partire dall'apice con la successiva formazione di grossi lobi a morfologia casuale.

Per concludere, facciamo osservare che tale specie rappresenta l'esclusivo substrato per la crescita di Xerocomus parasiticus (Bull.:Fr.) Quél.


Diagnosi originale


tratta da C.H. Persoon 1801, "Synopsis Methodica Fungorum", pg. 153:


"Scleroderma citrinum: mediocre subrotundum radicatum pa11escente citrinum obsolete subsquamosum: squamis crassiusculis.

Lycoperdon defossum. Batsch. EI. fungo conto 2 p. 126. huc pertinet.

Lycoperdon ceruinum. Bolt. fungo t.116 (excluso synonymo).

Hab. in quercetis praecipue ad terram, aut ad truncos muscosos, autumno.

Duas uncias magnum, squamis (cfr. Vaillant. bot. par. t.16.f.8) rimisque tessellatum, subtus planiusculum, et ibi praecipue citrinum, intus purpurascens, radice fibrosa dura terram intrat.

Obs. Hinc inde foraminibus ab insectis, vti in antecedente pertusum, qua via natura ad pulverem dispergendum, forte vetitur".


Ringraziamenti


Si desidera esprimere il più vivo ringraziamento alla Associazione Micologica Ecologica Romana che ha reso possibile la pubblicazione del presente lavoro e ai Sigg. Lupari L. e Mozzana M. per la fattiva collaborazione.

Le foto e i disegni sono degli autori.


APPENDIX A

Determination key of described species
A. Absence of clamp connections and exclusively spiny spores.

la Carpophores having consistent thickness peridium (≥ 2 mm) and reduced compact pseudostem, lacking of all mixed rhizomorphs …………….. Scleroderma cepa Persoon

1b Carpophores with peridium reduced thickness (0,5-1,2 mm) and pseudostem with all mixed and often calcified rhizomorphs …………….. 2

2a Peridium with two microscopically distinguished layers; the internal layer provided of large hyphaes (up to 20 μm) ………… Scleroderma flavidum ElI. et Everh. sensu Migliozzi Coccia 1988 Micol. Ital. XVII (1), Pacioni-Lalli 1981

2b Peridium with narrow hyphaes (up to 9 (l0) μm) …………….. 3

3a Small spores (up to 11 (13) μm spines included) …………….. Scleroderma verrucosum Bull.: Pers.

3b Large spores (up to 16 μm spines included) …………….. Scleroderma areolatum Ehrenberg.

B. Clamp connections presence and not exclusively prickled spores.

la Carpophores with compact pseudostem, more or less developed, set up by ellipsoid cells and all mixed rhizomorphs …………….. 2

1b Carpophores with pseudostem, generally not too much developed, set up by rhizomorphs all mixed up hyphaes ……… 3

2a Spores with sculpturing set up grating of spines and sometimes interrupted crests; seldom xerophilus species ……… Scleroderma bovista Fries

2b Spores with sculpturing set up by grating of crests only; xerophilus and sabulicolous species ………Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon

3a Carpophores semihypogeus, under conifers, with spores having complete crests grating and spines ……… Scleroderma fuscum (Corda) Fischer

3b Carpophores epigeous, with not complete spore grating ……… 4

4a Carpophores having large dimensions, with sub smooth peridium and consistent when ripe, with typically starred dehiscence ……… Scleroderma polyrhizum Persoon

4b Carpophores having medium dimensions, with considerable sculpturing regularly displaced, high scales when ripe, having dehiscence through creeps and not regular fractures randomly placed ……… Scleroderma citrinum Persoon


APPENDICE B

Clef de détermination des espèces traitées
A. Absence de boucles et spores exclusivement aculées.

la Carpophore avec peridium d'épaisseur consistante (≥ 2 mm) et petit pseudostipe compact presque tout à fait dépourvu de rhizomorphes entrelacés ……… Scleroderma cepa Persoon

1b Carpophore avec peridium de petite épaisseur (0,5-1,2 mm) et pseudostipe formé par rhizomorphes entrelacés et souvent calcifiés ……… 2

2a Peridium avec deux couches microscopiques qu'on peut différencier avec la plus intérieure dotée d'hyphes larges (jusqu'à 20 μm) ……… Scleroderma flavidum ElI. et Everh. sçnsu Migliozzi Caccia 1988 Micol. ltal. XVII (1), Pacioni-Lalli 1981

2b Peridium formé d'hyphes étroits (jusqu'à 9 (l0) μm) ……… 3

3a Petites spores (jusqu'à 11 (13) μm compris les aiguillons) ……… Scleroderma verrucosum Bull.: Pers.

3b Grandes spores (jusqu'à 16 μm compris les aiguillons) ……… Scleroderma areolatum Ehrenberg.

B. Présence de boucles et spores pus exclusivement aculées

la Carpophore avec pseudostipe compact, plus ou moins développé, constitué par cellules elIipsoidales et rhizomorphes entrelacés ……… 2

l b Carpophore avec pseudostipe généralement peu développé, constitué par des rhizomorphes à hyphes entrelacés …… 3

2a Spores avec l'ornementation constituée par un réseau parfois interrompu, formé d'aiguillons et de crêtes; espèce rarement xérophile……… Scleroderma bovista Fries

2b Spores avec l'ornementation constituée par un réseau formé exclusivement de crêtes; espèce xérophile et sabulicle ……… Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon

3a Carpophore semi-hypogé, sous conifères, doté de spores avec un réseau complet formé de crêtes et d'aiguillons ……… Scleroderma fuscum (Corda) Fischer

3b Carpophore épigé, doté de spores avec un réseau incomplet ……… 4

4a Carpophore de grande taille, à maturité doté d'un peridium sublisse et consistant, avec déhiscence typique en étoile ……… Scleroderma polyrhizum Persoon

4b Carpophore de taille moyenne, à maturité doté d'un peridium d'une manière assez apparente, ornementé par des écailles en relief disposées régulièrement, avec déhiscence à travers les crevasses et fractures irrégulières ainsi que casuelles ……… Scleroderma citrinum Persoon


ANHANG C

Bestimmungsschlüssel zu den behandelten Arten
A. Ohne Schnallen und nur stachelige Sporen

1 a Fruchtkörper mit Peridie dick und fest (≥ 2 mm), geringfügige Pseudostiel, derb, fast ohne verflochtene Rhizommorphe ……… Scleroderma cepa Persoon

1b Fruchtkörper mit dünnerer Peridie (0.5-1.2 mm), Pseudostiel mit verflochtener und oft verkalkter Rhizommorphe ……… 2

2a Peridie mit zwei Schichten, mikroskopisch differenziert, die innere mit breiten Hyphen (bis 20 μm) Scleroderma flavidum Eli. et Everh. sensu Migliozzi & Coccia 1988 Micol. ltal. XVII (1), Pacioni & Lalli 1981

2b Peridie mit schmalen Hyphen (bis 9 (l0) μm) 3

3a Kleine Sporen (mit Stacheln bis 11 (13) μm) ……… Scleroderma verrucosum Bull.: Pers.

3b Grosse Sporen (mit Stacheln bis 16 μm) ……… Scleroderma areolatum Ehremb.

B. Mit Schnallen und nicht nur stachelige Sporen

la Fruchtkörper mit derbem Pseudostiel, mehr oder weniger entwickelt, mit ellypsoidischen Zellen und verflochtener Rhizommorphe ……… 2

1 b Fruchtkörper allgemein mit leicht entwickeltem Pseudostiel, Rhizommorphe mit verflochtenen Hyphen ……… 3

2a Netzige Ornamentation der Sporen, manchmal unterbrochen, bestehend aus Stacheln und Graten; selten xerophiler Art. ……… Scleroderma bovista Fries

2b Streng gratige Ornamentation der Sporen, xerophiler oder sandiger Art ……… Scleroderma meridionale Demoul. et Malenç.

3a Fruchtkörper fast unterirdisch, unter Nadelbäumen, Sporen mit vollständigem ausgebildetem Netz, bestehend aus Stacheln und Graten ……… Scleroderma fuscum (Corda) Fisch.

3b Fruchtkörper unterirdisch, Sporen mit unvollständigem Netz ……… 4

4a Fruchtkörper gross, reife Peridie, fast glatt und fest, eigenartig sternförmig aufreissend ……… Scleroderma polyrhizum Persoon

4b Fruchtkörper mittelgross, reife ornamentierte Peridie mit deutlichen und gleichmässigen verteilten Schuppen, unregelmassig aufreissend ……… Scleroderma citrinum Persoon















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