Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Scleroderma etc.
Vincenzo Migliozzi
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 25 lug 2007, 20:56

Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon, (1971).

Enzo. :)
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Vincenzo Migliozzi
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 25 lug 2007, 20:56

Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon, (1971).
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Vincenzo Migliozzi
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 25 lug 2007, 20:58

Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Enzo. :lol:
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Vincenzo Migliozzi
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 25 lug 2007, 20:59

Ciao a tutti .........in compagnia dello scleroderma meridionale.

Enzo. :)
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Vincenzo Migliozzi » 11 set 2007, 08:12



Tratto da..........PULCINELLI - MIGLIOZZI
Bollettino Gruppo Micologico G.Bresadola di Trento ( Nuova serie ).......


Ecco una descrizione completa della specie.

ciao a tutti
Vincenzo. :)



Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon
Bull. Soc. Mycol. Fr. 85: 704. 1970.

CARATTERI MACROSCOPICI

Gastrocarpo: molto variabile nella forma, da globoso a lobato, si può presentare in un unico esemplare a crescita singola o sorretto da un pseudostipite e suddiviso in due o tre cavità. Si trovano inoltre abbastanza frequentemente due o più carpofori fascicolati. Le dimensioni variano tra 5–8 cm in larghezza e 4–6 cm in altezza, non si esclude che possano eccedere tali valori. Il colore è giallastro sia per il ricettacolo superiore quanto per lo pseudogambo che però varia gradualmente verso la parte inferiore passando al giallo cromo fino a divenire bianchiccio nel piede estremo. Lo pseudostipite presente in tutti i carpofori è formato da una massa fratturata o internamente lacunosa che le conferisce una consistenza fragile e facile alla rottura nol momento dell'’strazione dal substrato, specialmente quando quest'’ltimo si presenta compatto. La lunghezza è spesso straordinaria e può, infatti, arrivare fino a 12 cm, ma mediamente è contenuta tra 4 e 7 cm. La deiscenza normalmente avviene attraverso fori apicali, spesso però prodotta da lacinie che possono conferirle un aspetto stelliforme oppure quello di una coppa con il bordo merlettato.
Peridio: la superficie si presenta quasi sempre liscia, più raramente leggermente screpolata, qualche volta con fessurazioni. Il suo spessore è dell’ordine di 2–4 mm, più o meno regolare. Alla sezione presenta un colore biancastro uniforme con lo pseudostipite.
Gleba: inizialmente molto compatta di colore violetto, passa poi al violetto-caffè chiaro divenendo una massa cotonosa, fino al caffè scuro con la totale maturazione trasformandosi in polvere.
Habitat: si trova abitualmente su dune di sabbia non molto lontano dal mare, su terreno sabbioso, subsabbioso o comunque molto sciolto, in pinete mediterranee.

CARATTERI DELLA MICROSCOPIA

Spore: globose, con dimensioni (comprendenti anche le ornamentazioni) pari a 12,0–15,0 (16,0) µm. Le creste sono disposte in modo tale da formare una struttura a nido d’ape continua, a livello di episporio, con maglie subregolari. Non sono state osservate interruzioni nella regolarità della struttura. La colorazione è compresa, negli esemplari maturi e quindi reticolati, tra il giallo-bruno e il bruno-marrone.
Trama: costituita da ife ialine bitorzolute se non diverticolate, dotate di dimensioni diametrali modeste (3–5 µm) e con giunti a fibbia in corrispondenza dei setti.
Cellule nutritive: osservate.
Peridio: costituito da due strati differenziabili tra loro. Lo strato più esterno è costituito da ife, dotate di pigmentazione giallastra, con terminali differenziati (di tipo cilindro-subimeniforme) e di dimensioni diametrali pari a 6–11 µm. Lo strato più interno, più cospicuo, è costituito da una struttura intrecciata di ife ialine delle stesse dimensioni di quelle dello strato esterno.
Giunti a fibbia: non osservati.

DISCUSSIONE

Delle tre specie prese in considerazione nel presente lavoro, Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon è certamente la meno conosciuta o quanto meno la più rara.
Si tratta infatti di una specie mediterranea, legata ad ambiente sabulicolo. È presente nel territorio francese, principalmente nel versante atlantico, nel territorio spagnolo, portoghese, italiano e maroccano.
I nostri primi ritrovamenti sono esclusivamente localizzati nelle dune sabbiose costiere consolidate con o senza essenze arbustive; le località interessate riguardano le provincie di Roma e di Latina (località Castelfusano di Roma, Foglino di Anzio ed il Parco Nazionale del Circeo). Ricordiamo che quest’ultima località è stata interessata anche dai ritrovamenti effettuati da G. Pacioni (1978). Abbiamo recentemente effettuato, su segnalazione dei soci dell’Associazione Micologica Botanica Aprilia (A.M.B.A.) la localizzazione di una ulteriore stazione in località La Campana (Nettuno-Roma) sotto pineta d’impianto. La peculiarità della stazione è quella di costituire il primo caso di habitat, pur sabulicolo, ma non strettamente costiero in quanto distante diversi chilometri dal mare.
Questa specie viene considerata da G. Guzman come sinonimo di Scleroderma macrorrhizon Wallroth. Quest’ultima specie, in assenza di materiale typus originale, è stata tipificata da G. Guzman con la raccolta-neotipo effettuata a Norrbotten in Svezia.
C’è un’evidente antitesi in queste conclusioni di G. Guzman in quanto l’areale di S. meridionale è tipicamente mediterraneo o sud-atlantico mentre quello di S. macrorrhizon è tipicamente nordico. Si deve poi tener conto che V. Demoulin (in The Michigan botanist 13: 68-72, 1974), a seguito di studio di materiale d’erbario, arriva alla conclusione che S. macrorrhizon non sia altro che S. bovista.
Ciò premesso, concludiamo facendo osservare come il riconoscimento di S. meridionale sia facilitato dall’ambiente di crescita (sabulicolo e mediterraneo), dalla colorazione e dalla presenza di uno pseudostipite di lunghezza talvolta rilevante (fino ad 8 cm), di colorazione giallastra, lacunoso e quindi estremamente fragile.



mefi
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da mefi » 02 giu 2009, 23:53

Carpoforo subgloboso, 3-7 cm di diametro, con uno pseudogambo ben sviluppato, irregolare, di 3-7 cm. Peridio spesso, 0,4-0,8 cm, con carne bianca, un po' arrossante al taglio, un po' crepato o screpolato, forforaceo, crema giallastro, poi bruno giallastro dorato chiaro, giallo zolfo nelle fratture, si apre più o meno in lobi a stella alla sommità. Gleba violacea, poi nerastra. Spore sferiche, con aculei alti 1,2-1,8 μm, collegati tra loro da creste reticolate, 10-15 μm. Ife con fibbie. Specie termofila e litoranra, soprattutto mediterranea. In luoghi aridi.

Specie simili:
- Scleroderma bovista, non bruno giallastro e senza pseudogambo
- Scleroderma cepa, con spore non reticolate e ife senza fibbie

Ciccio@
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Re: Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971).

Messaggio da Ciccio@ » 30 gen 2013, 08:11

Scleroderma meridionale Demoulin & Malençon, (1971)



Classificazione :

Sclerodermataceae, Boletales, Agaricomycetidae, Basidiomycetes, Basidiomycota, Fungi




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